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Il Siderurgico

Ecco chi vuole l'ex Ilva: nomi nuovi ed alleanze

I "pretendenti" per lo stabilimento tarantino

Acciaierie d'Italia

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Una inedita alleanza italo-ucraina e due gruppi con base in India: sono i possibili ‘pretendenti’ per l’ex Ilva, una volta che sarà terminata l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia. E’ stato Il Sole 24 Ore, il quotidiano economico di Confindustria, a fornire i nomi di chi si è affacciato alla cosiddetta data room, esprimendo interesse per il Siderurgico tarantino ed i suoi satelliti, come la fabbrica di Cornigliano. Non è un mistero che ad un ingresso in quella che una volta era l’Ilva pensino gli ucraini di Metinvest, che potrebbero agire d’intesa con Arvedi, azienda di Cremona che potrebbe integrare Taranto in una linea produttiva comprendente anche lo stabilimento di Terni. A gennaio Yuriy Ryzhenkov, amministratore delegato di Metinvest, in una intervista al Corriere della Sera aveva sottolineato come «bisognerà vedere che tipo di accordo verrà messo in atto» a Taranto nel post-commissariamento, evidenziando che «se il governo vorrà coinvolgere altri soggetti, dovremo valutare attentamente. E se possiamo aiutare, ci proveremo». Sono invece aziende indiane Vulcan Green Steel, legata alla famiglia Jindal che già aveva manifestato interesse per Taranto ma che perse la corsa con ArcelorMittal, e Steel Mont, società che è attiva soprattutto sul versante commerciale del mercato siderurgico.

Ad ogni buon conto, il momento vissuto dalla Fabbrica tarantina rimane più che complicato. Nei giorni scorsi, ai lavoratori dello stabilimento è arrivata una comunicazione con la quale vengono avvisati che “in concomitanza con l’anniversario della Liberazione d’Italia di giovedì 25 aprile e della Festa dei Lavoratori di mercoledì 1 maggio gli enti di staff dello stabilimento, ridurranno al minimo indispensabile la presenza dei lavoratori, gestendo le relative assenze mediante l’utilizzo di ferie, permessi o altri istituti applicabili”. Insomma, chi lo desidera potrà rimanere a casa - su base rigorosamente volontaria - anche perchè la produzione viaggia al minimo, con il solo Altoforno 3 in marcia ed una disponibilità ridotta di materie prime. Nella stessa comunicazione Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria spiega come “eventuali presidi comunque necessari per attività indifferibili riferite agli enti interessati, dovranno essere comunicati preventivamente alla direzione del Personale” invitando “tutti i responsabili delle aree produttive a ridurre al minimo indispensabile la presenza al lavoro per il periodo succitato del personale normalista e di staff, massimizzando il ricorso ai predetti istituti, ove richiesti dal dipendente interessato”.

Intanto, il governo ha convocato i sindacati, che lunedì 29 aprile saranno a Palazzo Chigi. «Faremo il punto della stuazione e chiederemo lumi sul prestito ponte, in particolare in merito al parere della Commissione Europea» ha dichiarato Biagio Prisciano, segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto-Brindisi. Il 7 maggio è previsto invece il faccia a faccia tra sigle metalmeccaniche e commissari straordinari di AdI. Lo stesso Prisciano rimarca come «all’interno dello stabilimento denunciamo ancora una sitazione di criticità, legata in particolare agli approvvigionamenti ed alla cassa integrazione».

Infine, da segnalare il nuovo incarico per Lucia Morselli, sino allo scorso febbraio amministratore delegato di Acciaierie d’Italia. Un mandato, il suo, caratterizzato da non poche polemiche e da una contrapposizione fortissima con le organizzazioni sindacali. Da qualche giorno l’ex ad di Acciaierie è la nuova presidente del cda di Pininfarina. La nomina è arrivata nella prima riunione dopo la recente scomparsa di Paolo Pininfarina. Morselli resterà in carica fino al 31 dicembre, data di scadenza dell’attuale consiglio di amministrazione. Alla manager sono stati conferiti “la rappresentanza legale della società e i poteri di natura istituzionale, senza deleghe di natura esecutiva e senza che questi poteri possano in alcun modo configurarsi come esecutivi”.        

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