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Taranto

Un "piano B" per l'ex Ilva. Ma con tagli pesantissimi sull'occupazione

Le indiscrezioni raccolte da Il Giornale parlano di un riaffacciarsi di Arvedi. Ma la fabbrica sarà ridotta e con un numero limitato di operai

Una siviera riversa acciaio liquido nello stabilimento siderurgico di Taranto oggi Acciaierie d’Italia

Una siviera riversa acciaio liquido nello stabilimento siderurgico di Taranto oggi Acciaierie d’Italia

Cavaliere bianco cercasi per l'ex Ilva di Taranto. E rispunta il nome di Giovanni Arvedi per un futuro alternativo (alla chiusura) della fu più grande fabbrica d'Europa.

A fare il nome del cavaliere di Cremona è Il Giornale, che scrive di un possibile piano segreto che coinvolgerebbe - al condizionale - il nome forse più importante attualmente della siderurgia italiana. Ma l'Ilva di Arvedi, se mai ci sarà, avrà un volto molto diverso da quella attuale - e molti meno lavoratori, anche.

"Un piano lacrime e sangue che potrebbe essere accolto dal governo come ultima spiaggia nel caso in cui i pretendenti stranieri si defilassero o avanzassero pretese irricevibili. Il Cavaliere Giovanni Arvedi sarebbe al momento l'unico soggetto italiano che - secondo quanto appreso dal Giornale - avrebbe messo a punto una sorta di salvagente industriale", scrive Sofia Fraschini. "Un progetto" si legge ancora"che non prevede la continuità degli attuali altoforni, ma solo la realizzazione dei due nuovi forni elettrici.

Giovanni Arvedi

La chiusura dei vecchi altoforni prevederebbe una fase transitoria in cui mettere in cassa integrazione tutti i lavoratori, la realizzazione in 3-5 anni dei nuovi altoforni elettrici, e una ripartenza light con una produzione fino a 4-6 milioni di tonnellate massime di acciaio l'anno, reintegrando parte dei lavoratori (massimo 2-4mila lavoratori).

Per gli altri dipendenti si starebbe studiando, al netto di scivoli e pre-pensionamenti, una redistribuzione tra le varie aziende pubbliche e/o partecipate dallo Stato o su progetti alternativi che riguardano le aree libere a Taranto, quanto a Genova".

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