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La storia

Ponte d’acciaio tra Taranto e Mariupol

Tra Azovstal ed ex Ilva

Mariupol in Ucraina

Mariupol in Ucraina

È stato uno degli eventi più drammatici del terribile conflitto russo-ucraino: la battaglia all’ultimo sangue tra gli altoforni.

L’assedio alle acciaierie Azovstal di Mariupol, polo siderurgico tra i più importanti d’Europa trasformato in un’ultima, enorme trincea, è uno dei momenti che hanno marchiato a fuoco quest’anno di guerra. Il complesso di Azovstal è stato devastato, ma aveva - ed ha - un legame con l’Italia che oggi passa anche da Taranto.

Lo ha spiegato in una intervista a La Repubblica Yury Ryzhenkov: amministratore delegato del conglomerato ucraino Metinvest che controllava l’acciaieria di Mariupol, recentemente Ryzhenkov è stato a Milano a promuovere l’evento “Saving lives charity event for Ukraine”. Metinvest ha stabilimenti a San Giorgio di Nogaro e nel Veronese: «Prima della guerra i semilavorati bramme arrivavano dal nostro grande stabilimento di Azovstal. E le materie prime soprattutto confluivano sui due stabilimenti di San Giorgio di Nogaro e Oppeano vicino a Verona. Ora» ha spiegato il manager «ci siamo riorganizzati inviando le materie prime dagli Stati Uniti e dall’Ucraina agli impianti di Acciaierie d’Italia a Taranto, e loro poi mandano i semilavorati alle nostre fabbriche nel Nord Italia. In questo modo la produzione italiana ha potuto continuare a pieno regime».

Una sorta di metaforico ponte d’acciaio, quindi, tra la città martire dell’Azovstal, Mariupol appunto, oggi sotto controllo russo, e Taranto. «Compriamo il semilavorato bramma anche da altri fornitori europei, come British Steel e ThyssenKrupp, e così i nostri impianti fuori dall’Ucraina funzionano al 100% della loro capacità. Le altre due fabbriche di acciaio in Ucraina sono attive al 50-70%, mentre per il minerale di ferro siamo al 30- 40%. Prima della guerra la nostra produzione di acciaio era arrivata a 16 milioni di tonnellate all’anno, di cui 9 arrivavano da Mariupol e 2,5 milioni erano destinate all’Italia. Ora siamo a 7 milioni di tonnellate in totale e tutto quello che produciamo in Italia viene venduto sul mercato domestico».

Mariupol ha patito enormi sofferenze. «La città è stata distrutta dall’assedio e la mega fabbrica di Azovstal fortemente danneggiata, ma non credo che gli occupanti siano in grado di farla ripartire: dev’essere rasa al suolo e ricostruita. Sappiamo che nella zona di Mariupol ci sono problemi di approvvigionamento di cibo, di acqua, di elettricità, la situazione non è facile» ha spiegato Ryzhenkov, che ha aggiunto: «Dall’inizio del conflitto abbiamo dovuto registrare circa 500 perdite tra i nostri dipendenti, mentre 7000 di loro si sono arruolati nell’esercito. Il nostro azionista di maggioranza, Rinat Akhmetov, fin da subito mi ha detto “dobbiamo fare qualsiasi cosa sia necessaria per aiutare l’Ucraina a vincere” e Metinvest da quel momento si è impegnata nella fornitura di mezzi di difesa, ripari, ambulanze all’esercito ucraino».

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