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L'acciaieria
13 Luglio 2025 - 10:30
L'ultima parte della relazione di Ugo Carone
Nelle ultime due puntate è stato presentato lo stato in cui la Commissione Comunale, pilotata dall’assessore Carone nelle visite al Siderurgico, ha trovato acque di scarico industriale, prese di Mar Piccolo, apirolio ed emissioni in atmosfera. Questa puntata conclude la Relazione 1995 con lo stato nel Siderurgico di discariche rifiuti, amianto e impianti a rischio rilevante. Al suo interno e nelle immediate vicinanze, lo stabilimento dispone di 5 discariche dichiarate per rifiuti prodotti nel proprio ciclo produttivo.
DISCARICA IN ZONA CEMENTIR
E’ una discarica di rifiuti speciali tossici-nocivi di seconda categoria di tipo B.
Trattasi di un invaso nella ex cava di estrazione di argilla utilizzata dalla Cementir, concessa in uso a Italsider/Ilva che l’ha trasformata in discarica dopo l’esaurimento dell’estrazione.
La discarica è praticamente colma: non s’è potuta osservare la preparazione del sottofondo con materiale impermeabile e riporto di terreno agricolo, né si è vista piantumazione di alberi e quanto altro prescritto per legge al suo completamento.
Non è stato possibile fare il riscontro tra quantitativo di rifiuti autorizzati ammessi in discarica per l’intera vita della stessa e quantitativo effettivamente introdotto. Non si può escludere che taluni rifiuti/fanghi, lì smaltiti, compattati e successivamente resi palabili mediante miscelazione con inerti, siano stati ripresi e portati in altra discarica (Mater Gratiae o La Mastuola). Questo spiegherebbe perché detta discarica sia tuttora in esercizio.
DISCARICA NUOVE VASCHE
E’ una discarica di rifiuti speciali tossici-nocivi di seconda categoria di tipo C detta anche “Vasche Cotecchia”. Sono tre vasche poste nella zona a sud est della cava Mater Gratiae, costruite in stabilizzato, impermeabilizzate, cementate, di grande superficie ma limitata profondità. Vengono utilizzate per rifiuti solidi e/o fanghi palabili (entrambi tossici-nocivi).
Al momento della visita, in una delle vasche è stata osservata la presenza di un alto livello di liquidi (?). Risulta che in tali vasche, in passato, con autorizzazione particolare, furono versati anche residui di apirolio. Non è stato possibile approfondire la questione.
Trattandosi di vasche di grande superficie, ma di scarso volume, si nutre perplessità per la limitata capacità specie in occasione di piogge torrenziali, che si presume possano colmarle.
DISCARICA DUE MARI
E’ una discarica di rifiuti speciali tossici-nocivi di seconda categoria di tipo B.
Trattasi di una discarica insediata in un invaso residuo da attività estrattiva di materiale calcareo (ex Cava Due mari). Inizialmente aveva una profondità di -40 m. Attualmente la quota del fondo si aggira su circa -10 m che non lascia intravedere alcuna sua preparazione particolare.
Trattasi di discarica dove, ante Legge 915, trovarono collocazione rifiuti inerti.
Esulando dalle autorizzazioni, i tecnici dicono che in tale discarica sono smaltiti rifiuti speciali non tossici/nocivi. Non sono stati trovati riscontri di controlli analitici da parte degli organi istituzionali identificanti i rifiuti effettivamente smaltiti. A vista, trattasi di rifiuti variegati, molti in sacchi di plastica nera.
ZONA SUD-OVEST DI CAVA MATER GRATIAE
Nella parte centrale e verso est della cava Mater Gratiae si è osservata in attività l’estrazione di materiale calcareo utilizzato per le attività produttive dello Stabilimento. Nella estremità sud ovest è stata rilevata, anche in corso visita, una notevole attività di deposizione di rifiuti che praticamente hanno riportato il livello all’interno della cava fino al piano di campagna. SQA (Secondo Quanto Affermato) trattasi di deposito di materiale da destinare alla rilavorazione.
ZONA TRINCERONE
In un canalone posto a Sud Ovest della cava Mater Gratiae, si è notata la presenza di rifiuti accumulati per un quantitativo valutabile in centinaia di migliaia di mc. A vista sono scatole, cartoni, casse, sacchetti, plastica, pezzi metallici di varia natura, vetro, tessuti, mattoni, materiale refrattario, calcestruzzo, fusti vari, lattine, bottiglie, etc... SQA trattasi di RSU (Rifiuti Solidi Urbani) Assimilabili, in attesa di essere smaltiti in discarica autorizzata.
Su Trincerone, e anche su Mater Gratiae, si riscontrano molte anomalie:
- enorme quantità di materiale depositato, senza registrazione, in un’area molto estesa che, dal fondo della cava (posto a quota oltre - 20 metri) risale fino in superficie;
- commistione di materiale disomogeneo come loppe, scorie e altri rifiuti frammisti e depositati in una grande confusione, senza ordine o predisposizione che consenta un riutilizzo, previa separazione;
- compattazione del materiale in corso durante la visita;
- mancanza di preparazione del sottofondo e infiltrazione del percolato da pioggia;
- condizioni igienico-sanitarie pessime e animali randagi;
- mancanza di recinzione;
- inesistenza di autorizzazione e/o segnalazione agli organi preposti da DPR 915/82 e successive disposizioni.
Tutto questo potrebbe configurarsi in ipotesi di attività di discarica abusiva.
NdR – Della Mater Gratiae (zona sud ovest e trincerone) s’è già scritto nella 14^ puntata.
DISCREPANZE E PROPOSITI SULLE DISCARICHE
E’ doveroso rilevare che dalle denunce annuali dal 1988 al 1994 salta fuori la discarica La Mastuola, sita in agro di Crispiano e presentata come discarica di seconda categoria di tipo B per rifiuti speciali e tossici-nocivi. Emergono altre discrepanze da approfondire, come ad esempio discariche pericolose tenute in esercizio in attesa di autorizzazione richiesta ma mai concessa e mai bloccate d’autorità da parte dell’Organo preposto alla vigilanza. Si presume che siano state collocate decine di milioni di tonnellate di rifiuti tossici nocivi.
Si conclude con alcuni propositi.
a – Sulla discarica Cementir occorre procedere alla risistemazione definitiva del suolo nel rispetto delle prescrizioni poste nella concessione edilizia a suo tempo rilasciata.
b – Per Mater Gratiae necessita circoscrivere la zona non intravvedendosi la possibilità di riutilizzo, in modo effettivo ed oggettivo, di quanto ivi depositato.
c – Per la zona Trincerone, in presenza di rifiuti presumibilmente speciali o RSUA e destinati allo smaltimento definitivo in discarica, serve procedere subito almeno alla recinzione.
d - Nelle varie discariche (compresi i depositi dichiarati di materie prime - seconde) si rende indispensabile un attento riscontro tra la situazione di fatto esistente, le autorizzazioni amministrative ed il controllo degli adempimenti di legge.
AMIANTO
La tipicità del ciclo di lavorazione a caldo e la data di costruzione degli impianti fanno presumere la presenza di una dovizia di isolamento termico a base di amianto, ormai fuorilegge, da rimuovere.
SQA (Secondo Quanto Acquisito) vengono adottate le norme di sicurezza previste per legge: i rifiuti che contengono amianto vengono confezionati e smaltiti in discariche diverse, secondo tipologia e composizione dell’amianto. Al momento non è in corso alcuna attività di smaltimento di amianto. A titolo indicativo è stato esibito un facsimile di programma operativo di bonifica e smaltimento realizzato in passato, per un intervento eseguito da una ditta appaltatrice. Da quanto letto, sono state rispettate le norme di legge previste per rimozione e preparazione allo smaltimento, ma tutto relativo ad una sola operazione e per un quantitativo esiguo di amianto.
La USL SISL è l’organo di vigilanza che, obbligatoriamente informato, deve autorizzare l’attività di volta in volta, previa approvazione del piano proposto dall’Azienda. Si apprende da USL che, dall’entrata in vigore della legge sull’amianto ad oggi, hanno ricevuto soltanto un paio di piani per quantitativi limitati.
I siti di discarica dell’amianto sono quelli già elencati, all’interno dello stabilimento.
Qualche perplessità è stata espressa sull’idoneità della discarica “Nuove vasche” ad essere utilizzata anche per l’amianto: la sua scarsa profondità e la conseguente possibilità che, nella fase di conferimento in discarica e di compressione dei rifiuti con mezzi pesanti, possa aversi la rottura dei contenitori e quindi la fuoruscita e la dispersione in atmosfera delle fibre libere di amianto.
Secondo i dati forniti dai tecnici, a tutto il 1994, 235.000 kg di amianto in conglomerato - rifiuti speciali sono stati avviati in “ex Cementir” e 435.000 kg di amianto in fibre – rifiuti tossici/nocivi sono stati avviati in “Nuove vasche”.
Il maggiore smaltimento di amianto si è verificato prima del 1992, anno di entrata in vigore della regolamentazione che dispone notifica all’Organo di Vigilanza, predisposizione del piano di smaltimento e altre misure di sicurezza. Dopo il 1992 lo smaltimento è notevolmente diminuito. Comunque, le dimensioni dello stabilimento e il grande numero di apparecchiature interessate fanno presumere che restino notevoli quantitativi di amianto ancora da rimuovere.
IMPIANTI A RISCHIO RILEVANTE
La tipicità del ciclo di lavorazione a Il DPR 175/88, (applicazione della Direttiva Seveso), dispone l’obbligo di presentare DICHIARAZIONE alla Prefettura elencando gli impianti esistenti nello stabilimento che possano essere soggetti a rischio di incidente rilevante, ma che comunque non coinvolgano il territorio esterno allo stabilimento.
Si deve invece presentare NOTIFICA alla Prefettura allorché si tratti di impianti che possano avere incidenti rilevanti con ripercussioni negative al di fuori dello stabilimento. In tal caso la Prefettura deve predisporre un Piano di Emergenza Provinciale e il Comune uno Comunale attraverso i quali la popolazione venga protetta da tale evenienza.
I tecnici Ilva hanno dichiarato che, ai sensi dell’art. 6 del suddetto DPR, sono stati oggetto di DICHIARAZIONE la rete di gas di Cokeria, la rete di gas di Alto Forno e la Fabbrica di Ossigeno (Produzione di Ossigeno Compresso).
Trattandosi di DICHIARAZIONE si presume che le quantità di sostanze presenti in tali reti gas e fabbrica siano tali da non potersi avere ripercussioni esterne allo Stabilimento per cui, nel Piano di Emergenza predisposto dalla Prefettura non si trova alcuna citazione del Siderurgico e non sono contemplati interventi di emergenza nell’ambito urbano.
Ci si sarebbe attesa NOTIFICA per l’impianto di distillazione del Carbon Fossile (Cokeria):
- sia per le dimensioni dell’impianto, decisamente il più grande in Europa, e per la produzione di cospicui quantitativi di idrocarburi aromatici ed olii residuali che SQA (Secondo Quanto Assicurato) non vengono separati tra loro, ma che sono sempre altamente infiammabili;
- sia per il quantitativo di coke prodotto che si aggira su circa 3.200.000 ton/anno.
In stabilimenti, decisamente minori di quello di Taranto, la Cokeria è stata oggetto di NOTIFICA.
SQA, a seguito di una visita fatta in passato da una Commissione Regionale di esperti, non si è ritenuto di fare alcuna NOTIFICA, ma solo DICHIARAZIONE.
CONCLUDENDO, le dimensioni, il numero degli impianti collegati alle reti di gas di recupero, come per l’impianto di produzione Ossigeno, le sue quantità stoccate (anche se talvolta in mezzi mobili) evidenzierebbero la necessità, di sottoporre lo stabilimento ad aggiornamento della elencazione degli impianti considerati a rischio di incidente rilevante, anche per la presenza di un quartiere urbano ad alta densità di popolazione, adiacente allo stabilimento.
NdR – Qui termina il compendio della Relazione su visite allo Stabilimento Ilva consegnata da Carone a Cito il giorno 11/10/95, prima di andare in vacanza.
Vittorio Ugo Carone in seguito apportò alcune modifiche, confluite nella “Edizione Finale 21.03.1998”, peggiorando ancora un po’ lo stato di salute del Siderurgico.
Biagio De Marzo
(19. continua)
* Federmanager Taranto
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