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L'acciaieria

Carone scrive, Riva risponde

Così nacque la fabbrica a Taranto

Ex Ilva

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I rapporti tra Siderurgico e città

Tra le “Carte di Ugo”, molto significativa è la lettera COMUNE DI TARANTO 2° Settore Affari Generali – Servizio Sanitario, Prot. N. 547/Segr. del 25/AGO/1995, indirizzata a Egr. Rag. Emilio RIVA c/o Fire Finanziaria SpA – Viale Certosa 249 20151 Milano.

E’ un dattiloscritto firmato “L’Assessore alla Tutela Ambientale U. Carone”, qui compendiato.

Il Comune di Taranto scrive al presidente Emilio Riva.

“Con lo scopo di illustrarLe le motivazioni storiche che hanno determinato lo stato di tensione negli ultimi anni, nei rapporti tra lo stabilimento Siderurgico e la città, ritengo utile inviarle queste note”. Indipendentemente dalle vicende siderurgiche nazionali e internazionali che hanno coinvolto il Siderurgico di Taranto, la tensione tra cittadinanza e Stabilimento è stata determinata soprattutto dalle politiche adottate dalle varie dirigenze delle Partecipazioni Statali. Esse, “piuttosto che ricercare soluzioni imprenditoriali alternative, hanno ritenuto di risolvere i problemi economici aziendali riducendo i posti di lavoro scaricando sulla collettività i costi della loro inefficienza. Una ulteriore paventata contrazione occupazionale ha determinato l’incontro con la S.V. voluto dal Sindaco il 29/6 u.s., occasione in cui Lei ha scongiurato tale possibilità. Ma certamente questi fatti sono a tutti noti. Poco note, per chi non ha vissuto a Taranto, sono invece le vicende che a partire da giugno 1990 hanno fatto precipitare i rapporti con la città e che, date le cause, di concerto con l’assessore delegato all’ambiente, ritengo utile esporLe.”

La nuova Direzione di Ilva SpA disdettò la propria sostanziosa partecipazione al Fondo Impatto e Tutela ambientale che subito dopo fu sciolto.

Si interruppero i rapporti di collaborazione con i vari Enti locali mantenuti per circa 30 anni e si passò a una politica di relazione dura confermata da fatti significativi quali:

1) rottura dei rapporti con il Consorzio per l’Area di Sviluppo industriale su esuberi loppe e relativa discarica, su canoni d’uso delle infrastrutture consortili, su convenzione per concessione e urbanizzazione nelle aree industriali e relativa manutenzione;

2) interruzione dei rapporti con la nuova Amministrazione comunale per le verifiche urbanistico-edilizie e volumetriche;

3) interruzione dei rapporti con Comune di Taranto e Amministrazione Provinciale in materia di programmazione e discariche di rifiuti, incluse quelle abusive;

4) interruzione dei controlli periodici obbligatori del Talassografico sullo stato di conservazione del fondale del bacino di mare antistante i due canali di scarico consortile ad ovest di Punta Rondinella, mancata installazione delle prescritte centraline per il controllo automatico delle acque di scarico del Siderurgico, depurazione delle sole acque di processo prima della diluizione con l’enorme quantità di acqua di mare per oltre il 95%;

5) presunto aggravamento delle emissioni atmosferiche e conseguenti immissioni nelle aree esterne allo stabilimento, specialmente nel Rione Tamburi, e azioni giudiziarie in corso;

6) mancata verifica sugli effetti delle prese acque di mare nel Mar Piccolo.

“E’ opportuno far presente che di tutti tali fatti il subentrante Gruppo Riva è stato per tempo opportunamente informato dalla corrispondenza inviata tra la fine del 1994 ed i primi del 1995 dal Consorzio ASI, dal Comune di Taranto e dall’Amministrazione Provinciale (rif. 9099 del 8/3/95 e 13507 del 30/03/95 ed altri).

Concludendo:

- tale politica ha creato uno stato di tensione tra lo Stabilimento e la cittadinanza;

- in seconda istanza, tale tensione è stata strumentalizzata da alcuni settori della cittadinanza che accusano, a torto, l’Amministrazione Comunale di scarsa attenzione ai controlli analitici dentro e fuori dello stabilimento (che invece sono di pertinenza della USL, per la qual cosa stiamo provvedendo):

- nulla è stato fatto, durante questa Amministrazione, da parte dello Stabilimento, nel settore ecologia per migliorare i rapporti Stabilimento-Amministrazione e Amministrazione-Cittadinanza.

Per tutto quanto sopra, si è reso dovuto e necessario l’intervento del Sindaco per compito istituzionale al fine di procedere ad una verifica della situazione dello stabilimento nel settore della Sicurezza e dell’Ambiente.

Infine se si riconosce la validità attuale del profitto posto alla base di un’attività produttiva, altrettanto deve essere salvaguardato il principio del costo-beneficio per una Civica Amministrazione e per una Comunità. Il pubblico Amministratore deve valutare la convenienza di una attività produttiva insita sul proprio territorio, quantificando da una parte i benefici della ricaduta monetaria e dei vantaggi socio-economici diretti e indotti, dall’altra i costi in termini ambientali e di salute pubblica. Pertanto, alla luce di quanto sopra esposto, solo una nuova, chiara ed inequivocabile politica aziendale con fatti concreti che non lascino dubbi sugli obiettivi di una efficace limitazione dei danni all’ambiente ed ai suoi cittadini, rimuoverà le cause che hanno deteriorato i rapporti con la città, e li miglioreranno nell’avvenire.”

Emilio Riva risponde a Giancarlo Cito

La “Carta di Ugo” è la lettera

FIRE FINANZIARIA – Il Presidente

Raccomandata A.R. del 11 settembre 1995, registrata 12 SET 1995 - Settore Gabinetto.

All’Egr. Sig. Giancarlo Cito Sindaco di Taranto.

 Pur se estraneo il ns Gruppo alle vicende indicate, riscontriamo la Sua Prot. n. 547/Seg. del 25 agosto u.s..

 Osserviamo che i presunti elementi di conflittualità, che Lei indica sono stati o sono tutt’ora, come a noi risulta, oggetto di valutazioni delle competenti Autorità – anche giudiziarie.

 Queste ultime hanno: o verificato la legittimità delle determinazioni societarie al tempo assunte (Fondo Impatto e Tutela Ambientale); o condannato – in via definitiva per illeciti penalmente rilevanti – pubblici funzionari in concorso con un ex dirigente della ITALSIDER (loppe e scorie per le aree a tergo del Molo Polisettoriale); o devono ancora – ed al momento in I° grado – decidere (canoni A.S.I. e proc. pen. v/s Ing.ri Chindemi e Muni).

 Ciò premesso per quanto attiene i rapporti pregressi tra la Pubblica Amministrazione da Lei rappresentata ed il Centro Siderurgico, desideriamo, per quanto invece attiene la nuova gestione, confermare l’impegno ad assicurare la massima attenzione della società alle problematiche ambientali.

 A tal fine la Direzione dello Stabilimento di Taranto sta operando una ricognizione per definire gli investimenti necessari al miglioramento della situazione ecologica.

 Non appena tali investimenti saranno individuati la Direzione stessa provvederà a dare corso alla loro realizzazione con la massima sollecitudine.

 Gli eventuali ulteriori contributi che potranno derivare dalla Commissione Comunale che sta approfondendo tali tematiche potranno essere utili per la definizione degli interventi sopradetti.

 Riteniamo infatti che, proprio al fine di evitare quelle strumentalizzazioni a cui anche Lei fa riferimento, sia necessario individuare le eventuali criticità non in modo generico ma con il dovuto approfondimento.

 In questa direzione va la ns. richiesta al Consorzio ASI di poter procedere alla necessaria sperimentazione delle centraline di monitoraggio acque di scarico, già da loro acquistate, per verificare il livello di attendibilità delle stesse in acque con matrice salina al fine di definire le successive modalità di utilizzo.

 Per quanto riguarda la necessità di monitorare la qualità dell’aria da Voi stessi evidenziata nel ns. incontro del 21.6.1995, ribadiamo la ns. volontà di collaborare per rendere operativa una rete di rilevazione sull’area tarantina, dal momento che quella installata dalla Regione Puglia sembra oggi inattiva.

 Con la certezza che Ella ben saprà, coerentemente ai formulati auspici, svolgere verso di noi il Suo ruolo con correttezza e competenza, cogliamo l’occasione per porgerLe i più distinti saluti.

FIRE FINANZIARIA S.p.A

Il Presidente Emilio Riva

(NdR - Questa costruttiva, puntuale raccomandata AR del presidente E. Riva appare apprezzare l’approccio Carone/Cito e comunque legittima l’attività della Commissione del Comune.)

Da Assessore a Gruppo Diagnostica del Commissario Straordinario Catenacci.

La “Carta di Ugo” è la lettera

“Da: Assessore Sanità Ambiente A: Prefettura di Taranto (Gruppo Diagnostica Ing. Mirelli) pc: Sig. Sindaco, sig. V. Sindaco Taranto 15/09/1995

Oggetto: Documentazione richiesta dal Gruppo Diagnostica del Commissario Straordinario.”

La lettera di 5 pagine risponde alla “precisa richiesta fatta nella riunione tenuta presso la Prefettura di Taranto del 12/09/95 per conoscere la situazione di degrado del territorio della zona industriale compresa tra i Comuni di Taranto e Statte”.

L’assessore scrive “riteniamo utile, oltre che inviare in allegato la documentazione richiesta, fare anche un breve cenno storico dei fatti avvenuti nel territorio desumibili anche dalla documentazione che si allega”.

Il “breve cenno storico” è in realtà la puntuale disamina (5 pagine) del disastro dei rifiuti di ogni tipo, nonostante tanti provvedimenti legislativi, confluiti nelle tante discariche vecchie e nuove. Il tutto è documentato in 6 allegati con un totale di 77 fogli.

“A parte quanto desumibile dalla suddetta documentazione, è tuttavia d’obbligo segnalare che in occasione della visita fatta allo stabilimento in luglio 1995 fu riscontrata la situazione in merito alle discariche di rifiuti ex cava Due Mari, ex cava Mater Gratiae, Nuove Vasche (a sud est di Mater Gratiae), ex cava di argilla Cementir, ex cava La Mastuola.”

“In conclusione, escludendo assolutamente uno scopo persecutorio nei riguardi di chicchessia o di organi pubblici o privati del momento attuale, e pertanto estranei alle vicende del passato, si ritiene necessario:

a) conoscere in termini chiari, e non nebulosi come invece è avvenuto in passato, la realtà del territorio e delle condizioni del suo suolo e sottosuolo;

b) programmare conseguentemente una pronta azione di recupero e bonifica del territorio attingendo, ove necessario, a tutte le fonti finanziarie nazionali e comunitarie previste per queste gravi emergenze;

c) effettuare i controlli periodici previsti dalla legge (che sembrerebbero assenti fino a questo momento) del suolo e sottosuolo in maniera efficace e continua.

Tutto il sistema deve consentire:

- agli operatori industriali di continuare ad operare nel territorio senza comprometterlo con discariche autorizzate che siano però effettivamente controllate (anche dagli Organi Istituzionali a questo demandati), senza che lo stesso operatore debba far ricorso a soluzioni formalmente dichiarate accettabili ma che potrebbero essere solo SOLUZIONI DI COMODO;

- agli organi istituzionali di ottemperare al loro obbligo istituzionale di tutela del suolo e sottosuolo del territorio e conseguentemente di tutela della salute dei cittadini.

I limiti dei poteri e dei mezzi di questo Assessorato non hanno consentito un maggiore approfondimento della materia, per cui con le motivazioni sopra esposte si accoglie con soddisfazione la proposta di indagine del Gruppo di diagnostica.”

L’ASSESSORE

Dott. Vittorio Ugo CARONE

Biagio De Marzo

(16. continua)

* Federmanager Taranto

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