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Dopo la firma dell'accordo a Roma

Il ministro: «Così sarà il nuovo ospedale di Taranto»

Disponibili i 105 milioni mancanti per il San Cataldo

E, alla fine, eccoli i 105 milioni necessari per il completamento del nuovo ospedale di Taranto, il San Cataldo. L’arrivo dei soldi è il cuore dell’accordo di programma firmato ieri, giovedì 25 maggio, a Roma al ministero della Salute. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottoscritto l’accordo con la Regione Puglia per il completamento del Nuovo Ospedale San Cataldo di Taranto, e per la realizzazione del Nuovo Ospedale del Nord Barese. Alla firma erano presenti il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato e una rappresentanza di parlamentari pugliesi.

Ma come sarà il nuovo ospedale di Taranto? Il San Cataldo, che subentrerà all’ospedale Ss Annunziata, svolgerà un ruolo strategico nell’ambito della rete ospedaliera pugliese quale DEA di II Livello, dicono da Roma. Il presidio ospedaliero sarà, infatti, coinvolto nelle maggiori reti tempo-dipendenti, operando come hub per la rete cardiologica, dell’ictus e del trauma. Sono inoltre previste altre discipline di alta specialità, quali la chirurgia vascolare; la neurochirurgia; la chirurgia toracica; la terapia intensiva neonatale. L’intervento di completamento consentirà di dotare l’ospedale di apparecchiature moderne e innovative da destinare ai reparti di radiologia, rianimazione e terapia intensiva, medicina nucleare, emodinamica, pediatria, radioterapia, dialisi, terapia intensiva neonatale, UTIC, sale operatorie e sale parto. Tecnologie che consentiranno all’ospedale di essere all’avanguardia e affrontare la sfida della transizione digitale offrendo ai cittadini servizi innovativi e avanzati, viene sottolineato dal Ministero.

«L’accordo di programma» dice il ministro Schillaci «assegna un finanziamento di quasi 300 milioni di euro alla Regione Puglia, per dotare la comunità pugliese di due importanti presidi ospedalieri, strategici per il potenziamento della sanità pubblica territoriale. Si tratta di risorse necessarie al completamento degli interventi previsti dal Programma straordinario di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie (ex articolo 20 della Legge 67/1988), che consentiranno di erogare un’offerta di salute più completa, innovativa e vicina ai cittadini». Per il ministro, «è solo l’inizio di un percorso per razionalizzare gli interventi strutturali destinati alle Regioni e valorizzare il nostro servizio sanitario nazionale, nel giusto bilanciamento tra assistenza ospedaliera e territoriale».

Il San Cataldo sarà un DEA di II livello, con tecnologie all'avanguardia

La sottoscrizione dell’accordo consente di sbloccare gli ormai famosi fondi necessari all’ultimazione e alla fornitura di arredi e attrezzature per il Nuovo Ospedale San Cataldo, per il quale sono allocati i 105 milioni di euro che ancora mancavano, e alla costruzione del nuovo ospedale del Nord Barese per un finanziamento di 192,5 milioni di euro. Entrambi i finanziamenti sono coperti per il 95% da fondi statali, le restanti risorse sono stanziate dalla Regione.

Di «giornata molto importante» ha parlato il sottosegretario Gemmato «perché con la firma di questo Accordo si ufficializza l’atteso potenziamento della sanità pubblica pugliese. Ringrazio per questo il Ministro Schillaci che, insieme al Governo Meloni, si impegnano a dotare di ulteriori fondi la sanità della Regione Puglia, per garantire ai pugliesi servizi sanitari sempre più di qualità, innovativi e di prossimità. Siamo al fianco della Regione Puglia – conclude Gemmato – per sostenere e indirizzare gli investimenti in sanità nel modo più razionale ed efficiente possibile, con con spirito collaborativo e il comune obiettivo di assicurare maggiore e migliore assistenza sanitaria ai cittadini».

I parlamentari pugliesi di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno diffuso una nota congiunta: «La firma sull’Accordo di programma è un segnale importante e concreto che testimonia l’alta attenzione da parte del Governo Meloni nei confronti dei cittadini pugliesi e della loro salute. Il nostro obiettivo è quello di scongiurare ulteriori ritardi e slittamenti dei tempi di completamento dei lavori al fine di potenziare e aumentare quanto prima l’assistenza sanitaria oltre che le prestazioni e i servizi per gli utenti grazie alla realizzazione di nuove opere e la messa a disposizione di nuovi macchinari e attrezzature».

Perrini: «Grazie a Meloni, Schillaci e Gemmato». Stoccata ad Emiliano

«Con la firma dell’Accordo di Programma per il completamento del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto non solo si dà il via alla seconda fase di ultimazione dei lavori, ma si impedisce che il cantiere si fermi, così come prospettato dai tecnici auditi in Commissione regionale. Tutto questo grazie al Governo Meloni  - e in modo particolare al ministro Schillaci e al sottosegretario Gemmato – che in soli 7 mesi dall’insediamento hanno proceduto non solo alla ricognizione dello stato dei lavori, ma anche ciò che più mancava: lo stanziamento di 99,750 milioni di euro di competenza statale dei 105 milioni (i 5,250 sono a carico della Regione) per la fornitura di arredi e attrezzature che, assurdamente, non erano stati previsti nel progetto iniziale per il quale furono stanziati 207,500 milioni» sottolinea il vicepresidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini.

«Sei anni fa (era l’agosto 2018) quando fu pubblicato il bando per la costruzione suonai subito il campanello di allarme: la somma stanziata era insufficiente e che dover cercare altre risorse avrebbe portato a perdere tempo prezioso. Ora non se ne perda altro. Per il buon lavoro fatto dalla Asl di Taranto sono state avviate già diverse gare, che quindi ora possono essere assegnate. La Regione non si faccia trovare impreparata sul piano dell’organizzazione sanitaria e della gestione del personale: si cominci subito a lavorare per come dovrà avvenire il trasferimento degli operatori sanitari dal Santissima Annunziata al San Cataldo, in modo che si possano individuare fin d’ora le carenze di personale e porvi rimedio» ancora parole di Perrini, che non risparmia una stoccata al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: «un consiglio al presidente Emiliano: eviti ulteriori inaugurazioni e tagli di nastro... i tarantini hanno bisogno di salute, non di passerelle».

Di Gregorio: «Finanziamenti attesi a lungo» 

«I finanziamenti sono arrivati. Li abbiamo attesi a lungo, li abbiamo ripetutamente richiesti anche con il costante lavoro di monitoraggio svolto in Commissione Bilancio. Mi auguro che questa vicenda sia di esempio per tutti: meno polemiche, più fatti concreti». Così, dal Partito Democratico, il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio. «Il finanziamento servirà all'acquisto di apparecchiature elettromedicali e arredi. Nelle more che il finanziamento venisse concretamente erogato, l'Asl di Taranto ha proceduto allo svolgimento di alcune gare e, in alcuni casi, al pre-affidamento delle stesse. In parallelo, i lavori al manufatto e alle strutture di servizio del nosocomio non hanno subito interruzioni con grande dispiacere, forse, di quanti a piè sospinto, prefiguravano catastrofi e blocchi imminenti del cantiere». Ma se per l'ospedale ci sono buone notizie, non è così dall'Università.

Dice ancora Di Gregorio: «La nota dolente arriva dall'ambito universitario. Si fanno insistenti, infatti, le notizie in ordine all'imminente interruzione del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche dello Sport che si tiene a Taranto. A determinare questa eventualità sarebbe la mancanza di docenti conseguenza della carenza di risorse finanziarie. Se così fosse, si tratterebbe dell'ennesima beffa per il capoluogo ionico e per i suoi giovani, privati di una valida opportunità di studio e di carriera professionale».

Palese: «Non sono fondi aggiuntivi»

«Per l’Ospedale S. Cataldo di Taranto e per quello del Nord Barese il Governo Meloni non ha erogato nessun finanziamento aggiuntivo, ma ha solo messo a disposizione della Regione Puglia, come cassa, i complessivi 300 milioni già disponibili dal 2012, al termine di una vera e propria via crucis durata oltre 10 anni, ossia procedure amministrative e burocratiche lunghe e farraginose, quindi sostanzialmente ha compiuto solo l’ultimo metro di un percorso lungo chilometri e che parte da lontano, da Governi regionali e nazionali precedenti agli attuali. E, peraltro, manca ancora il Decreto di erogazione da parte dei ministri Schillaci e Giorgetti». 

Lo dice in una nota l’assessore alla Salute della Regione Puglia, Rocco Palese, che aggiunge: «I finanziamenti di cui si parla sono quelli destinati all’edilizia sanitaria in tutta Italia, regolamentati dal cosiddetto “ex articolo 20” e da un successivo accordo del 2002 tra Stato e Regioni. Procedure lunghe e complesse, rese sempre piú farraginose negli anni, e che hanno comportato iter lunghi oltre un decennio per la realizzazione dei nuovi ospedali in tutta Italia».

              

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