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Calcio
18 Gennaio 2025 - 06:00
Taranto, la Grande Crisi rossoblù da Capuano a Capuano
Da Capuano a Capuano. Questo pomeriggio, sabato, il Taranto ha in calendario la partita contro il Trapani, che dall’11 dicembre è allenato dal tecnico di Pescopagano. Già quando Capuano era a Foggia, ad ottobre, la formazione rossoblù aveva incrociato un ex diverso da tutti gli altri, incassando una sconfitta. Da allora, la crisi rossoblù è peggiorata, avvitandosi su sé stessa.
In campo, sono otto le sconfitte consecutive, ultima delle quali quella contro il Messina alla Nuovarredo Arena di Francavilla Fontana, a porte chiuse. Era invece il 18 maggio 2024 quando, con il pareggio per 0-0 al “Romeo Menti”, il Taranto chiudeva la propria corsa nei playoff per la serie B. Sulla panchina ionica proprio lui, Capuano. Sembra passato un secolo: la formazione tarantina è ultima, e da molti viene considerata praticamente già retrocessa.
Massimo Giove ha annunciato il proprio disimpegno in estate, e ad bussare alla sua porta sono stati Mark Campbell e Giovanni Di Stefano. Entrambi sembrano essere, apparentemente, al momento fuori dai giochi. L’inglese Campbell è il frontman della società statunitense Apex Capital Global, che di recente è tornata a ribadire il proprio interesse per l’acquisizione del Taranto Fc. Gli americani hanno diramato una nota che risponde all’attuale azionista di maggioranza, Giove appunto, il quale aveva parlato espressamente di “mancato rispetto degli accordi” da parte di Apex. Nelle ultime ore ci sarebbero stati nuovi contatti tra le parti.
Ma a palesarsi in queste settimane è stato anche, partendo da un post su X, l’ex Twitter, l’avvocato e uomo d’affari italo-britannico Giovanni Di Stefano. Personaggio discusso, da un piccolo centro del Molise Di Stefano è arrivato sino alla ex Jugoslavia a cavallo degli anni terribili della guerra nei Balcani. Imprenditore, international jurist, amico di dittatori e personalità come Saddam Hussein, Slobodan Milosevic ed il comandante Arkan, si era detto pronto ad immettere liquidità nelle casse del Taranto per una somma pari ad un milione di euro, affiancando l’attuale proprietà, tramite la sua Di Stefano Legacy Trust. Quest’ultima, come Apex, viene definita “LLC”, società di diritto statunitense, Limited Liability Company, un tipo di struttura aziendale in cui i titolari hanno una responsabilità personale limitata per quanto riguarda i debiti e le azioni dell’azienda. Ieri Di Stefano ha dichiarato di voler cercare altri club nei quali investire.
La partita di oggi segnerà l'esordio del nuovo allenatore, Pino Murgia, affiancato dal collaboratore tecnico Emiliano Ferrari: entrambi sono stati scelti dal direttore generale Rinaldo Zerbo, l'ex dirigente dell'Alessandria a cui Giove - ma non sono arrivate comunicazioni ufficiali - ha affidato il Taranto in questo delicatissimo momento.
E’ dei giorni scorsi l’iniziativa è del coordinamento dei tifosi fuorisede del Taranto ‘Danilo Fato’: una petizione online per revocare l’utilizzo dello stemma del club all’attuale incarnazione del glorioso calcio rossoblù. Al di là della questione “tecnica” sulla possibilità della revoca o meno, l’iniziativa comunque evidenzia il distacco della gran parte della tifoseria - ed i fuorisede sono una parte passionale ed importante - dal Taranto “attuale”, dovuto alle vicende societarie che si trascinano da mesi e stanno facendo vivere al nostro calcio il momento forse più drammatico della propria storia.
Come noto, poi, la Co.Vi.So.C. ha disposto un provvedimento di non ammissione alle operazioni di tesseramento per il club rossoblù, perché “non ha rispettato le scadenze finanziarie previste”. Insomma, niente acquisti (ammesso che ce ne fosse l’intenzione) per la società tarantina, la cui crisi si trascina da mesi. Il Taranto non ha effettuato entro il termine del 16 dicembre 2024 il pagamento degli emolumenti netti dovuti ai tesserati per le mensilità di settembre e ottobre 2024, né ha versato le relative ritenute Irpef e contributi Inps, come stabilito dall’art. 85 delle NOIF. In base all’art. 90, comma 9 delle carte federali, la stessa Co.Vi.So.C. ha quindi adottato il provvedimento di blocco, che impedirà al club di effettuare operazioni di tesseramento fino a nuova comunicazione. Il provvedimento potrà essere revocato solo dopo la presentazione di documentazione che certifichi il saldo degli obblighi economici pendenti.
Intanto nel momento forse più difficile vissuto dal calcio tarantino, fa impressione vedere il “vecchio” stadio Erasmo Iacovone che viene smontato pezzo per pezzo nell’ambito della opera di demolizione che vede impegnata la ditta laziale Impresit Lavori Spa, primo stralcio dell’intervento complessivo di rifacimento dello stadio. Seguirà la seconda fase, quella ancora più complessa, che prevede la ricostruzione del primo anello e la riqualificazione dell’anello superiore. Una vita nuova per l’impianto, nella speranza che a rinascere sia anche il football rossoblù. Il “nuovo” stadio verrà costruito dalla impresa Seli Manutenzioni Generali di Monza. L’appalto in questo caso è di oltre 50 milioni di euro: lo Iacovone si presenterà completamente trasformato in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2026. Fondamentale si sta rivelando il grande impegno del commissario straordinario Massimo Ferrarese.
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