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Taranto
28 Gennaio 2025 - 16:25
Melucci sotto assedio: «Deve dimettersi»
Assume i contorni dell'assedio, quello che vive in queste ore Rinaldo Melucci. Arrivano infatti altre richieste di dimissioni per il sindaco di Taranto.
Dal Partito Democratico Anna Filippetti, segretaria provinciale Pd ionico e Giuseppe Tursi, segretario cittadino Pd Taranto, scrivono in una nota che «questa città non merita più questa disastrosa gestione. Non solo da mesi non è più governata, ma è anche gestita con attacchi continui che nulla hanno di istituzionale da parte di un sindaco che usa il suo ufficio stampa per lanciare anatemi contro chiunque osi esercitare diritto di critica o semplicemente lo metta davanti alla realtà. La questione dei Giochi del Mediterraneo è solo l'ultima in ordine di tempo».
Spiegano, Tursi e Filippetti, che «i Giochi dovevano essere il nostro fiore all'occhiello, un'eredità per i nostri ragazzi e invece si alternano fasi che vanno dalla tragedia greca alla farsa. In principio ci fu la quasi rissa con il commissario Ferrarese allo stadio Iacovone. Poi scoppiò l'amore e si passò agli incontri privati in casa del commissario fino ad arrivare agli attacchi verso il presidente Emiliano e l'allora direttore generale Elio Sannicandro considerati la causa di ogni male. E poi le corse dal notaio a Roma per estromettere la Regione Puglia dal comitato dei Giochi con "scomunica" di assessori e collaboratori del partito democratico che suggerivano di evitare un tale abominio amministrativo e giuridico. Poi le processioni a casa di Emiliano e negli uffici del Presidente per supplicare il perdono. Ora gli attacchi frontali al commissario Ferrarese e il ringraziamento alla Regione Puglia per aver fatto tutto il possibile per salvare i giochi. Ai cittadini è impossibile chiedere di seguire questa odissea quando il loro diritto sarebbe quello di essere governati. Questo diritto è stato leso e bisogna prenderne atto».
Quindi, per i vertici dem a Taranto, «Melucci si dimetta e riconsegni alla città, alla politica e a se stesso la giusta serenità».
Tursi e Filippetti
Dal canto suo, il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio, presidente II Commissione consiliare Regione Puglia, evidenzia come «l'ultima figuraccia collezionata dal sindaco Melucci sui Giochi del Mediterraneo, chiude il cerchio che descrive in maniera drammatica l'incapacità del primo cittadino e della giunta da lui guidata, di amministrare una città strategica come Taranto. Oltre ai Giochi del Mediterraneo, il capoluogo ionico è interessato da interventi importanti come il Just Transition Fund; ospita realtà produttive di rilievo internazionale: centro siderurgico, Arsenale e Base MM, Raffineria Eni, Leonardo, Vestas; attraverso il porto è una finestra sui flussi crocieristici nel Mediterraneo e sui traffici merci Est-Ovest; è impegnato in un processo di riconversione ambientale, economica, culturale e sociale avviato con il fondamentale concorso delle forze di centrosinistra e della Regione Puglia».
«Di fronte a queste opportunità e a queste sfide» secondo Di Gregorio «il Comune di Taranto dimostra di non avere alcuna visione. Procede per inerzia utilizzando quanto era stato già fatto e programmato in passato, prima che il centrosinistra prendesse ufficialmente le distanze da Melucci. Ma la "spinta propulsiva" si sta esaurendo. Il Comune di Taranto è alla deriva, come una barca che procede senza una rotta, priva di una guida solida. Mancano coesione politica e compattezza in una maggioranza attraversata da continue tensioni che ne limitano e ne condizionano fortemente l'attività. Tutto questo, oltre che sulla mancanza di una visione strategica, si ripercuote con effetti devastanti sulla vita dei cittadini, dei commercianti, sulla qualità dei servizi, sul decoro urbano. Non potendo i tarantini commissariare il Comune di Taranto come ha fatto il commissario dei Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese, non resta che chiedere le dimissioni del sindaco Melucci affinchè sia ripristinata l'agibilità amministrativa e Taranto possa riprendere il cammino interrotto bruscamente proprio dalle giravolte politiche di Melucci e dei suoi più fedeli alleati».
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