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Il Siderurgico

La versione di Morselli: «L'ex Ilva ora è più bella e più forte»

Le parole dell'amministratore delegato

Lucia Morselli

Lucia Morselli

«Non è un momento brutto» per Acciaierie d’Italia, lo è «per chi vuole occuparsene senza averne motivo». E ancora, quando gli si chiede “perché si dice che la fabbrica è al collasso?” la risposta è criptica: «Io non lo so. Non lo so. Questi allarmi possono essere utili per essere ascoltati, per illuminare qualcuno, o qualcosa…». Mentre a Genova, ieri mattina, gli operai manifestavano la loro rabbia con sciopero e corteo, Lucia Morselli parlava a Taranto. L’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia ha preso parte all’incontro organizzato dal Politecnico con gli stakeholder del territorio, su Nave Bergamini alla Base Navale, nell’ambito del programma d’ascolto voluto dal Rettore Francesco Cupertino. Una presenza significativa, quella di Morselli, in una città campeggiata dai manifesti fatti affiggere dai sindacati sui quali la sua amministrazione viene giudicata “la peggiore di sempre” del Siderurgico.

«E’ normale essere a Taranto, sono contenta di questo invito» ha minimizzato l’ad, conversando con i giornalisti a margine dell’evento. Occhialoni da sole a specchio, tono pacato e però parole che - come sempre, del resto - faranno discutere. Per AdI quindi «non è un momento brutto», ha provato a spiegare l’amministratore delegato nel ribadire che no, per lei la fabbrica non è al collasso, ed «in quattro anni abbiamo fatto tante cose belle» ha quindi rivendicato la lady di ferro.

Nella versione di Morselli l’ex Ilva adesso «è completamente diversa, è molto più bella, più potente, più forte». Tra le «tante cose belle», Morselli ha citato il roadshow commerciale Steel Commitment 2023, dello scorso 28 settembre – lo stesso giorno scelto dai sindacati, in maniera tutt’altro che casuale, per un grande sciopero di 24 ore. «Cinquecento clienti sono venuti nonostante ci fosse un clima non molto ricettivo» ha detto con evidente riferimento proprio allo sciopero ed ai presidi alle portinerie dello stabilimento «sono venuti lo stesso, nessuno ha cancellato. C’erano anche persone molto importanti, grandi imprenditori che avrebbero potuto mettere a rischio la loro incolumità, ma sono venuti lo stesso». Sulla trattativa tra ArcelorMittal e governo, l’anima privata e quella pubblica del drago a due teste che è oggi Acciaierie d’Italia, «c’è l’intenzione di arrivare ad un accordo, anche se gli accordi si sa alla fine se si fanno» e qui c’è pure un mezzo sorriso, anche perché «questo è considerato un luogo di grande valore, sia per gli azionisti privati che per l’azionista pubblico. L’Ilva è sempre percepita come un valore essenziale».

Ma anche Lucia Morselli deve ammettere che qualche problema ci deve pur essere, se prima i lavoratori di Taranto e poi quelli di Genova incrociano le braccia e scendono in piazza per chiedere chiarezza sul futuro, e gridano i disagi e le preoccupazioni che vivono nelle rispettive fabbriche. Ci devono essere problemi, evidentemente, se si cercano delle soluzioni. «Noi cerchiamo di ascoltare tutti. Ma non ci sono soluzioni dietro l’angolo, nel senso di soluzioni facili: ci sono soluzioni, ma bisogna lavorarci molto. Questa è una realtà molto complessa, non ci sono vie brevi. Con il lavoro di tutti e con il contributo di tutti sicuramente si troverà un assetto per il prossimo ciclo». 

Intanto, fa sentire la sua voce il governo, tramite il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, a Bari:  «Siamo pronti a fare la nostra parte, anche finanziariamente, come Ministero, per arrivare ai forni elettrici. Ilva è per noi una bandiera nazionale, oltre che il più grande centro di acciaio, di conseguenza siamo tutti impegnati su un percorso».

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