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10 Novembre 2024 - 06:15
Leonardo Grottaglie
Due ore di sciopero in uscita, domani lunedì 11 novembre, su tutti i turni di lavoro: è questa la risposta delle rsu dello stabilimento Leonardo Grottaglie all'amministratore delegato Roberto Cingolani. Non piacciono, a Fim, Fiom e Uilm le prospettive della Divisione Aerostrutture delineate dall'ex ministro, oggi ad. Una ipotesi di "spezzatino" che inquieta le sigle metalmeccaniche, che temono ripercussioni sul fronte occupazionale, mentre tra chi conosce bene la realtà di Leonardo l'idea è che si stia lavorando sulla possibilità della cessione del ramo d'azienda.
Roberto Cingolani
Un passaggio importante si annuncia quello di mercoledì 13 novembre, data nella quale Leonardo Aerostrutture incontrerà i sindacati a Roma, per fare un punto sulla situazione grottagliese: è già stata avanzata la richiesta di proroga di tredici settimane della cassa integrazione ordinaria per 931 dipendenti "fino al 16 febbraio 2025", una "sospensione dal lavoro a zero ore" causata dal "protrarsi della contrazione dei volumi produttivi, con conseguente riduzione delle ore di lavoro".
Ma come detto già lunedì i sindacati intendono far sentire la propria voce, con quello che definiscono «uno sciopero per difendere il lavoro».
«Leonardo cresce per ordini e risultati e vuole spaccare il Paese ipotizzando di scorporare il business di Aerostrutture che soffre per le difficoltà di Boeing. Annunciare che stanno valutando di emarginare oltre 4.000 lavoratori e tutta la filiera coinvolta contrasta pesantemente con le dichiarazioni fatte fino a qualche settimana fa durante la discussione per gestire le difficoltà di Grottaglie. Non accetteremo in nessun modo di sederci a discutere senza conoscere le reali intenzioni della Leonardo» si legge in una nota dei sindacati confederali.
Lo stabilimento di Grottaglie
«Oltre alle scelte industriali ed il futuro dell’Aerospazio al Sud del Paese, sono in gioco le regole di buone relazioni industriali che sono state firmate pochi mesi fa. Non ci siamo mai sottratti alle discussioni e alle responsabilità quando si fanno scelte condivise: i lavoratori meritano rispetto è in gioco il destino di migliaia di lavoratori della Divisione Aerostrutture che a fronte di queste dichiarazioni sono considerati un vuoto a perdere» continuano le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm.
Sullo sfondo resta il nodo della monocommittenza Boeing e della spaventosa crisi vissuta dal gigante americano, un'onda lunga che a cascata colpisce Grottaglie. Il Gruppo statunitense va verso il taglio di 17.000 posti di lavoro ed ha chiesto agli investitori una iniezione di capitale per argine i problemi di liquidità che lo attanagliano: si parla della cifra monstre di 35 miliardi di dollari, 25 da ottenere tramite l’emissione di nuove azioni e 10 tramite un nuovo accordo coi creditori.
“Le dichiarazioni di Cingolani non sono affatto sufficienti a calmare le acque agitate che preoccupano i lavoratori dello stabilimento di Grottaglie. Anzi, con la prospettiva data dall’ad di Leonardo e il permanere delle gravissime condizioni occupazionali, quelle preoccupazioni si fanno ancora più serie". Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico.
“Il prospettato ‘scorporo’ della divisione lascia una marea di incertezze sullo stabilimento di Grottaglie. L’evoluzione cui Cingolani ha fatto cenno sembra essere il preludio di un disimpegno della parte pubblica nella divisione Tecnostrutture. Un errore gravissimo sotto tutti i punti di vista, dalla tutela dei posti di lavoro al controllo di un comparto strategico per l’industria nazionale. Se è questo il piano di Leonardo per Grottaglie, allora non ci trova minimamente d’accordo. Lo Stato non deve tirarsi indietro, ma investire per salvaguardare le competenze dello stabilimento e tutelare un asset importantissimo per lo Stato italiano" dice il parlamentare dem.
Leonardo, apprensione tra i lavoratori
Un' audizione congiunta nelle commissioni regionali Industria e Lavoro, sulla crisi dello stabilimento Leonardo di Grottaglie è la richiesta di Massimiliano Stellato. "Esprimo vicinanza e solidarietà ai lavoratori dello stabilimento Leonardo di Grottaglie" dichiara il consigliere regionale "ma ora, alla luce dei nuovi e gravi sviluppi, e delle recenti dichiarazioni dell' amministratore delegato di Leonardo, serve un confronto nelle sedi istituzionali, per fare chiarezza. L'ho già detto e lo ripeto: la monocommittenza, cioè essere esclusivamente dipendenti da Boeing col programma 787, rende il sito tarantino vulnerabile ed esposto ad incertezze - prosegue Stellato - I programmi di diversificazione messi in pista, non hanno ancora raggiunto un livello adeguato e non riescono a bilanciare l'impatto preponderante del 787. I lavoratori sono delusi e preoccupati".
"In un territorio fortemente interessato da disoccupazione e crisi industriali come quello di Taranto, adesso si aggiunge un'incognita sul futuro di centinaia di lavoratori impiegati presso lo stabilimento Leonardo S.p.A. di Grottaglie. Manifesto la mia vicinanza ai lavoratori che hanno indetto uno sciopero sindacale per il prossimo lunedì, poiché l'annuncio dell'ad Cingolani sulla mutazione degli asset produttivi non contiene le garanzie occupazionali utili a prevenire lo scoppio di un'ulteriore bomba sociale ai danni di dipendenti diretti, quanto della filiera connessa al sito. Per onestà intellettuale, c'è poi da dire che i sindacati erano da tempo in allarme sul futuro occupazionale dei lavoratori, criticando molte delle scelte assunte dall'Amministrazione negli ultimi anni, che avevano comportato la cig per la maggior parte dei dipendenti. A proposito di questo, avevo già depositato un'interrogazione parlamentare a risposta orale in commissione ai Ministri delle economie e finanze, delle infrastrutture e dei trasporti, delle imprese e del made in Italy e del lavoro e delle politiche sociali, ma nel pieno stile meloniano anche questo campanello d'allarme è stato totalmente ignorato, in spregio ai lavoratori, alle imprese dell'indotto e ai cittadini della provincia di Taranto. Se, da un lato, esortiamo i Ministri competenti ad intervenire con tempestività per salvaguardare i diritti dei lavoratori e delle imprese dell'indotto, dall'altro ricordiamo all'ad Cingolani che nessun piano industriale deve sacrificare unità lavorative preziose allo sviluppo e alla riconversione del territorio e dell'Italia". Lo afferma in un comunicato stampa il senatore Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, nonché Coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa.
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