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Lo stabilimento Leonardo
15 Settembre 2024 - 06:15
La protesta dei lavoratori americani
Dopo sedici anni, torna la parola “strike”, “sciopero”, sulle bocche dei lavoratori americani della Boeing.
Più di 30.000 workers hanno respinto la proposta di contratto collettivo offerta dal gigante statunitense dell’aviazione: più precisamente (le stime sono dell’International Association of Machinists and Aerospace Workers, il sindacato che rappresenta i lavoratori dell’azienda situati nell’area di Seattle e in Oregon) il 94,6% dei dipendenti si è espresso contro l’accordo.
Il primo sciopero dal 2008 avviene in un momento in cui il produttore di aerei è sotto severo controllo da parte delle autorità di regolamentazione e dei clienti statunitensi, dopo che a gennaio un pannello di una portiera ha fatto saltare in aria un aereo 737 MAX, ricorda la Reuters.
Joe Brock e David Shepardson evidenziano come “le crescenti crisi hanno colpito le azioni della Boeing e hanno innescato un sovvertimento nella leadership. Le azioni sono scese del 4,6% negli scambi pre-mercato negli Stati Uniti venerdì. Le azioni hanno perso quasi il 38% finora quest’anno. Il nuovo CEO Kelly Ortberg è stato assunto solo poche settimane fa per ripristinare la fiducia nel costruttore di aerei e ha proposto un accordo che prevedeva un aumento salariale del 25% in quattro anni, molto al di sotto del 40% richiesto dai lavoratori”.
Reuters evidenzia come “Uno sciopero prolungato potrebbe avere gravi ripercussioni sulle finanze della Boeing, già in difficoltà a causa di un debito di 60 miliardi di dollari (...) «La questione chiave ora è la durata dello sciopero, dato il divario tra l’aumento salariale proposto e la richiesta dei membri del sindacato», ha affermato l’analista di Jefferies, Chloe Lemarie. I lavoratori hanno protestato per tutta la settimana nelle fabbriche della Boeing nella zona di Seattle, dove vengono assemblati i jet MAX, 777 e 767. Venerdì i membri nella sala del sindacato hanno applaudito e cantato «Sciopero! Sciopero! Sciopero!» e poco dopo mezzanotte, i lavoratori in sciopero hanno iniziato a radunarsi fuori dagli ingressi delle fabbriche della Boeing nell’area di Seattle. Molti hanno sventolato cartelli con la scritta: «In sciopero contro la Boeing» e gli automobilisti che passavano hanno suonato il clacson in segno di sostegno. Se prolungato, uno sciopero avrebbe ripercussioni anche sulle compagnie aeree che dipendono dai jet del costruttore e sui fornitori che realizzano parti e componenti per i suoi velivoli".
Proprio nello stabilimento Leonardo di Grottaglie si producono le fusoliere per Boeing, in un regime di monocommittenza che si vuole provare a superare - ma che resta il vero tallone d’Achille di uno dei principali poli occupazionali del territorio. Quanto sta accadendo in America rende decisamente più stretto lo ‘spazio’ per prossime commesse da parte dell’azienda statunitense.
"L’ultimo sciopero dei lavoratori della Boeing, nel 2008, causò la chiusura degli stabilimenti per 52 giorni e un calo dei ricavi stimato in 100 milioni di dollari al giorno", scrive Reuters sul proprio sito web, "con S&P Global Ratings che ha affermato come uno sciopero prolungato potrebbe ritardare la ripresa di Boeing e danneggiare il suo rating complessivo. Sia S&P che Moody’s classificano Boeing un gradino sopra lo status di spazzatura".
Nelle scorse settimane, Fim Fiom e Uilm hanno raggiunto un accordo con Leonardo sulla diversificazione industriale del sito di Grottaglie nel quale - entro la fine del 2025 - opereranno cinque divisioni dell’azienda: Aerostrutture, Elettronica, Elicotteri, LLS e LGS. Una intesa che ha escluso la 'chiusura verticale' dello stabilimento per quattro e che, secondo le sigle metalmeccaniche di Cgil, Cisl e Uil, «consentirà, da un lato di non impattare pesantemente sui lavoratori coinvolti, dall’altro di svuotare il buffer delle fusoliere già prodotte e liberare le aree del capannone nr. 2 entro il primo quadrimestre del 2025 permettendo il trasferimento delle attività riguardanti le linee, oggi in Divisione Elicotteri, inerenti l’AW101 e AW609, la realizzazione di un laboratorio di ingegneria per lo sviluppo di soluzioni propulsive alternative, la linea di montaggio finale del AW609 e infine un’area per prove di volo dei programmi Unmanned».
Sembra davvero il momento di riprendere un monitoraggio stretto sullo Stabilimento di Grottaglie.
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