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Scuola

L'abbraccio del liceo Aristosseno a Michele Riondino

L'incontro con gli studenti sul film "Palazzina Laf"

Ha parlato ed ascoltato. Ha offerto le sue riflessioni, e prestato attenzione a quelle dei ragazzi. Michele Riondino e il suo film, Palazzina Laf, sono stati tra i protagonisti dell'incontro tenutosi nei giorni scorsi nell’Aula Magna del Liceo Ginnasio Statale Aristosseno di Taranto, dove si è svolto il “Laboratorio sulla Consapevolezza e Riflessione” proprio sulla pellicola che ha fatto parlare molto di sè - e non solo in città.

«L'incontro, preceduto dalla visione collettiva del film, è stato ideato e organizzato dalla classe 4^D, supportati dal tutor orientatore, professoressa Lucrezia Lenti, e grazie alla preziosa collaborazione del professor Francesco Clemente, docente di storia e filosofia con il quale hanno lavorato sulla base di una didattica orientativa allo scopo di arrivare ad una presa di coscienza della realtà che ci circonda. Si tratta di una tappa che s’inserisce nel percorso di Orientamento che ha coinvolto anche le classi 4^A e 4^G, oltre alla 4^D» spiega proprio un'alunna di quest'ultima classe, Melissa Maggi, che firma il comunicato inviato alle redazioni. Nella stessa nota si legge che Riondino «insieme al pubblico di studenti e professori, animati dai temi di discussione, ha dato vita a un vivace scambio di idee, che, nella loro singolarità, hanno arricchito ed emozionato tutti i partecipanti». Una «partecipazione straordinaria», quella dell'attore e regista, definita «illuminante»; significativa anche la presenza dell'avvocato Aldo Massaro, il quale ha illustrato gli aspetti legislativi del mobbing, e di Vincenzo Fornaro, che ha condiviso con il pubblico la propria esperienza.

«Gli interventi degli ospiti sono stati intervallati dalle presentazioni dei gruppi di studenti, i quali hanno analizzato tre tematiche cardine di cui il film fornisce gli spunti: aspetti legislativi del mobbing, sviluppo industriale della città di Taranto, ecosostenibilità e possibili ipotesi di sviluppo per un’economia green. In ultimo, il gruppo cinema ha fornito un’analisi introspettiva dei personaggi principali e delle scene più suggestive della pregiata pellicola di Michele Riondino» è quanto si legge ancora nel comunicato. A consentire lo svolgimento dell'importante evento formativo, viene evidenziato, la dirigente scolastica, professorezza Frunzio, e la vicaria, professoressa Imperiale. 

Girato quasi esclusivamente a Taranto, con riprese anche a Massafra, “Palazzina Laf”, prodotto da PalomarBravo e Bim Distribuzione con Rai Cinema e in coproduzione con la francese Paprika Films e il sostegno di Apulia Film Commission e Regione Puglia, vede come protagonisti Michele Riondino, in duplice veste di regista e attore, e gli attori Elio GermanoVanessa ScaleraDomenico FortunatoGianni D’Addario,Michele SinisiFulvio PepeMarina LimosaniEva Cela e con Anna Ferruzzo con la partecipazione di Paolo Pierobon.

Palazzina Laf è un film ambientato nel 1997 e racconta la vicenda di Caterino, uomo semplice e rude è uno dei tanti operai che lavorano nel complesso industriale dell’Ilva di Taranto. Vive in una masseria caduta in disgrazia per la troppa vicinanza al siderurgico e nella sua indolenza condivide con la sua giovanissima fidanzata il sogno di trasferirsi in città. Quando i vertici aziendali decidono di utilizzarlo come spia per individuare i lavoratori di cui sarebbe bene liberarsi, Caterino comincia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi solo ed esclusivamente alla ricerca di motivazioni per denunciarli. Ben presto, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina Laf, dove alcuni dipendenti, per punizione, sono obbligati a restarvi privati delle loro consuete mansioni. Questi lavoratori non hanno altra attività se non quella di passare il tempo ingannandolo giocando a carte, pregando o allenarsi come fossero in palestra. Caterino scoprirà sulla propria pelle che quello che sembra un paradiso, in realtà non è che una perversa strategia per piegare psicologicamente i lavoratori più scomodi, spingendoli alle dimissioni o al demansionamento. E che da quell’inferno per lui non c’è via di uscita.

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