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Palazzina Laf: trionfo ai "Ciak d'oro"

Tre vittorie su tre nomination per il film di Michele Riondino

Palazzina Laf: il cast

Palazzina Laf: il cast

E' un trionfo quasi annunciato quello ai “Ciak d’oro” per “Palazzina Laf”, il film che ha segnato il debutto dietro la macchina da presa per il tarantino Michele Riondino: la pellicola, infatti, è stata accolta con grande entusiasmo dal pubblico e dalla critica già all’ultima Festa del Cinema di Roma, ancor prima della sua uscita nelle sale, avvenuta lo scorso 30 novembre.

Nelle top ten dei film più visti per diversi week-end, il film ha registrato, poi, incassi complessivi che si aggirano, più o meno, intorno ai 421.000 euro.

Elio Germano e Michele Riondino in una scena del film

Ciak d’oro: i tre riconoscimenti

Miglior regista esordiente, Miglior attore protagonista e Migliore canzone originale a “La mia terra”, colonna sonora del film firmata da Diodato: sono questi i tre ambiti riconoscimenti ottenuti da “Palazzina Laf” ai Ciak d’oro.


La cover dell'album "La mia terra" di Diodato

Tre vittorie su tre nomination che dalla sua pagina ufficiale Facebook, Riondino ha così commentato: «Dire che questa vittoria è frutto di un meraviglioso gioco di squadra, è riduttivo. Questa è la vittoria di una comunità, di un mare di gente che ha amato e capito il film e che ha apprezzato e votato l’impegno di tutti coloro che ci hanno lavorato.

Questi premi servono per avvicinare le persone: chi ha espresso il voto a chi è stato votato, chi ha raccontato questa storia a chi ha voluto e saputo ascoltarla, chi ha visto il film a chi ha vissuto davvero quegli anni difficili in cui si è consumata la storia della Palazzina LAF. Grazie a tutti a nome di tutta la troupe».

La pellicola, infatti, come più volte sottolineato dallo stesso Riondino e da Diodato per la parte musicale, deve essere considerata un vero e proprio atto d’amore dei due artisti verso la propria terra, sia pure attraverso strumenti diversi, ma ugualmente efficaci ed in grado di raggiungere il cuore di tutti i tarantini. E non solo. Poi c’è la storia raccontata: una delle pagine più controverse dell’ex Ilva che ha portato, com’è noto, alle condanne di proprietari e dirigenti dello stabilimento siderurgico.

Il film

“Palazzina Laf” è ambientato nel 1997 e racconta la vicenda di Caterino, uomo semplice e rude è uno dei tanti operai che lavorano nel complesso industriale dell’Ilva di Taranto. Vive in una masseria caduta in disgrazia per la troppa vicinanza al siderurgico e nella sua indolenza condivide con la sua giovanissima fidanzata il sogno di trasferirsi in città. Quando i vertici aziendali decidono di utilizzarlo come spia per individuare i lavoratori di cui sarebbe bene liberarsi, Caterino comincia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi solo ed esclusivamente alla ricerca di motivazioni per denunciarli.

Ben presto, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina Laf, dove alcuni dipendenti, per punizione, sono obbligati a restarvi privati delle loro consuete mansioni.  Questi lavoratori non hanno altra attività se non quella di passare il tempo ingannandolo giocando a carte, pregando o allenarsi come fossero in palestra.

Caterino scoprirà sulla propria pelle che quello che sembra un paradiso, in realtà non è che una perversa strategia per piegare psicologicamente i lavoratori più scomodi, spingendoli alle dimissioni o al demansionamento. E che da quell’inferno per lui non c’è via di uscita.

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