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Calcio
19 Febbraio 2025 - 11:05
Rinaldo Zerbo e Massimo Giove
Si parte da lì e lì si torna. Lo stadio Erasmo Iacovone rimane la chiesa al centro del villaggio, per il calcio tarantino - anche se il villaggio si è spopolato.
Nella serata del 18 febbraio, Massimo Giove - dopo aver ribadito di essere, dal 2 agosto, irrevocabilmente dimissionario - ha annunciato che Rinaldo Zerbo, già in città dalle scorse settimane nelle vesti di direttore generale, diventerà il nuovo proprietario del Taranto Football Club 1927. Una svolta di cui nelle prossime ore saranno più chiari i contorni, anticipata ai microfoni del media partner del club.
Nel corso dell'intervista con Gianni Sebastio, il presidente dimissionario ha spiegato che al fianco di Zerbo, in passato dirigente dell'Alessandria, ci sarebbero imprenditori piemontesi e svizzeri, ed ha sottolineato come l'inagibilità dello stadio Iacovone, per i lavori di adeguamento in vista dei Giochi del Mediterraneo, rappresenti l'elemento di rottura della sua ormai conclusa gestione e la causa della crisi attuale.
L'ormai ex presidente del Taranto ha aspramente criticato anche la politica, nazionale e locale. Al ministro dello Sport Andrea Abodi ha contestato le rassicurazioni che quest'ultimo avrebbe fornito in merito alla possibilità di giocare allo Iacovone anche a lavori in corso; all'amministrazione comunale ha rimproverato il presunto ruolo nell'avvicinamento di Mark Campbell alla società, con l'annunciato subentro della Apex Capital al timone della società.
Un avvicendamento, quello tra Giove e la società americana, poi naufragato non senza polemiche.
Ma Giove ha anche delineato il futuro a medio termine del calcio tarantino - o, almeno, quello che dovrebbe essere il percorso del Taranto del nuovo proprietario Zerbo. Il prossimo anno, in serie D e con lo stadio ancora inagibile, l'obiettivo dovrebbe essere il mantenimento della categoria, la permanenza quindi in quarta serie. Poi, una volta che lo "Iacovone" riaprirà i battenti, completamente trasformato, la transizione potrà dirsi finita e si scriverà un nuovo capitolo. Insomma, è sempre quello il punto d'inizio e di fine: il nuovo stadio.
Intanto, il Taranto vive l’anno più travagliato della sua esistenza. Basta girare lo sguardo indietro a undici mesi fa. La data: 7 marzo 2024. Irrompono le “problematiche tecnico-informatiche nel generare la documentazione, con rischio di sanzioni”: quattro punti di penalizzazione, l’inizio della fine. Eravamo infelici e non lo sapevamo. Una tagliola azzoppa la corsa alla promozione in serie B che ubriacava duecentomila anime assetate di calcio, o forse solo di qualcosa che unisse una comunità sempre divisa. In campo undici tarantini tosti (non conta nati dove) in panchina il capopopolo Capuano, corteggiato dai media nazionali e alfiere della rinascita del football nella seconda città pugliese. Oggi il posto che era suo viene occupato da Pino Murgia, e prima era toccato a Carmine Gautieri, Michele Cazzarò, Maurizio Bisignano.
Meno di un anno dopo quel fatale 7 marzo, lo scenario a Taranto è sportivamente parlando apocalittico. Sembrava di essere al D-Day, il Giorno del Giudizio, con la possibilità (temuta o auspicata) di estromissione dal campionato dopo una serie di sconfitte senza precedenti, per numero e numeri (5-1, 6-0...). L’attuale società ha evitato la radiazione. Il portale TuttoC.com ha riportato lunedì sera una dichiarazione proprio di Rinaldo Zerbo: “Abbiamo pagato gli stipendi fino a ottobre. Inoltre, sono stati pagati i contributi di quattro mensilità, da settembre a dicembre. Ora dobbiamo giocarcela sul campo”.
Questo, mentre non è un mistero che ci si stia muovendo per la nascita di una seconda (cronologicamente) realtà calcistica cittadina, che cominci la propria vita magari dalla Promozione, e completamente slegata dagli attuali assetti proprietari del Taranto.
L’Aps Taras 706 a.C. "prende atto delle dichiarazioni rilasciate da Massimo Giove in merito alla possibile cessione del Taranto FC, ancora una volta diffuse pubblicamente prima di qualsiasi comunicazione ai soci". E' quanto si legge in una nota. "Ricordiamo che il passaggio di proprietà delle quote di maggioranza del club non potrà essere formalizzato senza la rinuncia al diritto di prelazione da parte di tutti i soci. Restiamo, pertanto, in attesa di ricevere una nuova comunicazione ufficiale con l’indicazione del prezzo di vendita e del nuovo acquirente".
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