Così la Città Europea dello Sport rischia di restare anche senza calcio

Trecentomila euro, spicciolo più spicciolo meno. Da pagare entro il 16 febbraio (domenica): in pratica, sono soldi da uscire la prossima settimana. Altrimenti il Taranto Football Club 1927 rischia di sparire dalla cartina geografica del calcio italiano - e secondo una scuola di pensiero non sarebbe un male, se ciò potesse portare ad una ripartenza dal basso ma scevra da legami con il passato.

Il mese di febbraio si è di fatto aperto con l’addio al parquet, dopo cinquant’anni, del CJ Taranto, erede principale della gloriosa tradizione cestitica ionica. Adesso il calcio è ad un bivio decisivo, con serie possibilità di cadere nel burrone. Non è più una notizia ormai che le barche di SailGP veleggeranno lontano dal nostro mare. Benvenuti, allora, nella “Città Europea dello Sport del 2025” che però lo sport lo sta vedendo scomparire, con qualche lodevole eccezione. «Bruxelles ha ospitato l’evento con il quale Aces Europe ha consegnato a Taranto la bandiera di “Città europea dello sport” 2025, titolo che distinguerà il capoluogo ionico per il prossimo anno e che “allenerà” la comunità a quanto accadrà nel 2026 con la ventesima edizione dei Giochi del Mediterraneo» scriveva l’ufficio stampa del Comune di Taranto il 13 dicembre del 2024.

Parole che rilette ora, a qualche settimana di distanza, danno da pensare.

I riflettori al momento sono comunque inevitabilmente accesi su quanto accadrà nei prossimi giorni riguardo al Taranto calcio, dopo che la settimana appena trascorsa è stata caratterizzata dall’ultimo scontro a suon di comunicati stampa tra Massimo Giove e Mark Campbell.

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