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Rifiuti
28 Agosto 2023 - 18:14
Raccolta differenziata
Una richiesta di accesso agli atti relativi alla raccolta differenziata nel Comune di Taranto, dal 2015 al 2023. L’iniziativa è del consigliere comunale Gianni Liviano, che si rivolge al dirigente ed all’assessore all’Ambiente oltre che al sindaco, Rinaldo Melucci. Liviano “chiede di poter sapere quantitativi di materiale oggetto di raccolta differenziata, consegnati alle imprese che fanno recupero, diviso per categoria di rifiuto, e per zona territoriale di provenienza; quantitativo di materiale consegnato ai consorzi, suddiviso per anni; quantitativi dei materiali indifferenziati raccolti negli anni indicati”. Obiettivo, spiega il consigliere comunale, «comprendere le ragioni della difficoltà del comune di Taranto a valorizzare la raccolta differenziata», un tema particolarmente sensibile in città.
Nel nuovo nuovo piano della raccolta differenziata ed igiene urbana si punta su «porta a porta spinto in tutte le circoscrizioni cittadine, introduzione della raccolta differenziata delle cinque frazioni eliminando il multimateriale pesante, rideterminazione dei servizi di igiene urbana e decoro cittadino», dopo che il progetto di raccolta differenziata, approvato nel 2019 dal Consiglio comunale, «non ha consentito di raggiungere i risultati attesi, con una percentuale di raccolta non superiore al 30% ed un corposo e diffuso fenomeno di abbandono dei rifiuti ed una conseguente compromissione dell’igiene e del decoro cittadino».
Ad intervenire, nei giorni scorsi, anche il parlamentare di Fratelli d’Italia, Dario Iaia, coordinatore provinciale del partito di Giorgia Meloni e componente della commissione Ambiente: «Addossare ai cittadini la colpa di una differenziata con percentuali ai minimi termini è solo un modo per non assumersi le proprie responsabilità ed anche il peso di un sistema di raccolta completamente fallimentare. In provincia, la differenziata funziona bene, così come in tante altre città della nostra regione. Sarebbe bastato copiare le loro politiche di raccolta per evitare lo sperpero di denaro pubblico, miseramente finito in quei cassonetti elettronici. Purtroppo però, come al solito e come il Presidente di Kyma Ambiente Giampiero Mancarelli ha dichiarato si tratta di “normali procedure amministrative”, dimenticando però che alla base ci sono scelte politiche sbagliate. Perciò chi paga? Nessuno, anzi sì ,pagano i tarantini la Tari più alta d’Italia e a loro si affibbia la targhetta di sporcaccioni. Oltre al danno perciò, anche la beffa! Si dovrebbe ripartire invece, dall’ammettere almeno i propri errori e dunque, intraprendere altre strategie, magari più efficaci».
«Ma le critiche, come la vicenda dell’ex capo della protezione civile avv. Basta dimostra, non sono ammesse a palazzo di Città, piuttosto sono punite», continua Iaia. «A tal proposito, si è voluto giustificare il defenestramento di Basta con una presunta imminente scadenza del suo mandato. Niente di più falso, visto che sarebbe scaduto tra tre anni. Anche in quel caso, nessuno si assume una chiara responsabilità di quella decisione che, mi auguro, non vada a discapito del fondamentale servizio di Protezione Civile, svolto da Alessandro Basta egregiamente».
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