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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Di questa stanza" di Claudio Bentivegna

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di mercoledì 22 ottobre 2025, è:

    DI QUESTA STANZA

    di CLAUDIO BENTIVEGNA da Firenze

    Di questa stanza
    le pareti hanno catturato quei miei silenzi
    e chiesto ove finisse il dolore...
    Non so,
    ma a un passero ho parlato di Te
    e lui, troppo piccolo per portare il segreto tra le nuvole,
    lo ha poggiato su un fiore...
    Da lì nasce una nuova speranza d’amore!
    Di questo attimo
    ho dipinto i bordi
    con colori d’arcobaleno
    e su di esso scivola un lieto ricordo
    tra piume di affetto...
    Perdermi tra momenti confusi,
    in alto il Cielo mi osserva e mi coccola...
    quaggiù, su un battello in mari insicuri,
    ma mi aggrappo a fragili scogli!
    Lieto è il momento di una carezza...
    ancora, e ancora,
    su quel tuo viso tenero,
    mentre un timido sorriso accende il sole nella mia anima!

       

    Recensione

    Il tema di Di questa stanza è la memoria dell’amore che continua a vivere nei luoghi, nei gesti, nei ricordi. Claudio Bentivegna compone una poesia intima e luminosa, dove il sentimento non è più ferita ma nostalgia dolce, trasformata in rifugio e consapevolezza. La stanza, spazio chiuso e domestico, diventa il teatro dell’anima, un luogo che custodisce i silenzi e ne fa parola poetica.


    Fin dall’inizio, “le pareti hanno catturato quei miei silenzi / e chiesto ove finisse il dolore”, la scrittura si muove su un confine sottile tra interiorità e mondo esterno. Il dolore non è dichiarato, ma suggerito; si scioglie in immagini delicate, come quella del passero troppo piccolo per portare un segreto, che “lo ha poggiato su un fiore”. In questo gesto leggero si concentra tutta la tenerezza del testo: la natura diventa confidente, mediatrice di un sentimento che non può più essere espresso direttamente.


    La seconda parte si apre a una dimensione più visiva e cromatica. I versi “ho dipinto i bordi / con colori d’arcobaleno” introducono la speranza, la possibilità di un nuovo inizio. L’autore alterna immagini di quiete e di instabilità – il cielo che “mi osserva e mi coccola” e il battello che naviga “in mari insicuri” – restituendo così la verità del vivere, sospeso tra fiducia e fragilità.


    Il ritmo della poesia è fluido e musicale, con un tono costantemente dolce, mai declamatorio. Le parole scorrono come una carezza, e il finale, “mentre un timido sorriso accende il sole nella mia anima”, suggella con semplicità l’intero percorso: dal dolore alla rinascita, dalla chiusura alla luce.


    L'autore scrive con limpidezza e calore, affidandosi a immagini quotidiane che sanno farsi simbolo. Di questa stanza è una poesia che parla di perdita ma anche di resistenza, di amore che non si spegne e che, pur restando nei ricordi, continua a illuminare la vita.

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