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Il caso

«Da Giuli solo parziale ristoro»

Nello De Gregorio interviene sulla vicenda della Soprintendenza

Via Duomo, Città Vecchia. La sede della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo

Via Duomo, Città Vecchia. La sede della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo

Non si spegne la polemica sulla sede della Soprintendenza. «Al momento - afferma Nello De Gregorio, operatore attivo nella valorizzazione degli ipogei - il provvedimento del ministro Giuli appare solo un ristoro parziale rispetto al catastrofico progetto ideato da Sangiuliano. È un fatto positivo l'aver confermato Taranto come sede centrale della Soprintendenza nazionale per il patrimonio subacqueo, ma resta in tutta la sua gravità lo scippo di tutto il complesso di competenze in materia di archeologia, belle arti e paesaggio che verrebbero trasferite a Lecce».

«Francamente - incalza De Gregorio - non capiamo la facile esultanza dell'onorevole Dario Iaia che cerca di spiegare che tutto è risolto. Evidente o non ha capito o finge di non capire. L'immenso patrimonio culturale diffuso nel territorio il ionico ha bisogno i termini di ricerca, tutela e valorizzazione di un riferimento che sia sul territorio e peraltro potenziato in termini di uomini e di risorse. Il trasferimento delle competenze su Lecce delle competenze in materia di archeologia, belle arti e paesaggio finirà necessariamente con l'abbassare il grado di tutela e valorizzazione di un patrimonio che già oggi non è sufficientemente adeguato. Aspetto questo che abbiamo cercato di rappresentare adeguatamente nella lettera delle associazioni culturali del territorio al ministro Giuli».

«Per questo - conclude - continueremo a batterci fino a quando non venga ripristinato lo status quo e per questo continuiamo a sollecitare il territorio e tutte le sue istanze rappresentative istituzionali e civiche affinché facciano sentire il loro peso. Questa non è una battaglia campanilistica è una battaglia per la cultura e per il riconoscimento di una identità che è la storia di Magna Grecia, una storia che prima ancora di essere tarantina è italiana».

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