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Barletta

Scritte misogine e svastiche al liceo Casardi, il Cnddu chiede una risposta educativa e civile

Il Coordinamento nazionale dei docenti di Diritti Umani condanna con fermezza l’episodio avvenuto mesi fa e propone la creazione di un Osservatorio scolastico permanente sulla cultura dei diritti e della legalità

Una delle frasi shock scritte sui muri del bagno del Liceo classico Casardi di Barletta

Una delle frasi shock scritte sui muri del bagno del Liceo classico Casardi di Barletta - archivio

BARLETTA - Sconcerto e indignazione per quanto accaduto al Liceo Classico, Musicale e delle Scienze Umane “Casardi” di Barletta, dove svastiche, frasi misogine e scritte come “Viva Turetta” sono comparse (nello scorso mese di aprile) sui muri e sulle porte dei bagni delle studentesse. Un gesto definito dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) “gravissimo” e “indice di una crisi culturale e valoriale che interpella la scuola e la società nel suo complesso”.

Secondo il CNDDU, non si tratta di un semplice episodio di vandalismo, ma del sintomo di un disorientamento profondo delle giovani generazioni, che confondono la violenza con il divertimento e la provocazione con l’ironia. L’uso di simboli nazisti e l’esaltazione di un assassino rappresentano, secondo il Coordinamento, “un vuoto di senso che la scuola deve colmare con urgenza”.

Il presidente Romano Pesavento sottolinea come la scuola debba riaffermare la propria funzione di presidio di democrazia e laboratorio di umanità, rafforzando il proprio ruolo educativo e andando oltre le sanzioni disciplinari. “Ogni atto di violenza linguistica o simbolica – afferma – va compreso e rielaborato, non per giustificarlo ma per intervenire in modo educativo e trasformativo”.

Per il CNDDU, è indispensabile che gli istituti scolastici adottino un approccio integrato all’educazione, capace di unire educazione ai diritti umani, alla parità di genere, educazione civica e media literacy. Questi percorsi devono essere continui, interdisciplinari e realizzati con il contributo di psicologi, pedagogisti, associazioni e centri antiviolenza, in modo da offrire ai giovani strumenti per riconoscere la dignità dell’altro e decostruire gli stereotipi.

Il Coordinamento evidenzia come la cultura della legalità non possa ridursi a celebrazioni o slogan, ma debba diventare un’esperienza quotidiana di partecipazione, rispetto e responsabilità. “Serve una scuola capace di educare alla complessità, di sviluppare empatia e pensiero critico, di far comprendere le radici della violenza”, spiega Pesavento.

Tra le proposte avanzate dal CNDDU figura la nascita di un “Osservatorio scolastico permanente sulla cultura dei diritti e della legalità”, che coinvolga studenti, docenti e famiglie. L’obiettivo è trasformare episodi come quello di Barletta in occasioni di rinascita culturale, promuovendo un ambiente educativo fondato sull’ascolto, sul rispetto e sulla corresponsabilità.

Il Coordinamento richiama tutti i docenti al loro compito fondamentale di testimoni dei valori costituzionali, invitandoli a trasformare ogni aula in un luogo di crescita morale e civile. “Ogni disciplina può diventare terreno fertile per educare alla libertà, al giudizio etico e alla consapevolezza dei diritti e dei doveri”, aggiunge il presidente.

Infine, il CNDDU lancia un appello per una nuova alleanza educativa tra scuola, famiglia, istituzioni e territorio, capace di contrastare la diffusione di linguaggi d’odio e di disvalori che minano la coesione sociale. “Barletta – conclude Pesavento – deve diventare il simbolo di un risveglio pedagogico e civile, un punto di partenza per ripensare la scuola come spazio di dialogo, cultura e umanità.”

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