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L'intervista

La proposta di Liviano: un patto trasversale per Taranto

Il consigliere comunale uscente sulle prossime elezioni per eleggere il nuovo sindaco

Gianni Liviano

Gianni Liviano

Si susseguono incontri e contatti, tanto a destra quanto a sinistra in vista delle prossime elezioni per eleggere il nuovo sindaco. Quali criteri si stanno seguendo per scegliere i candidati e di cosa c'è bisogno per consentire alla città di rialzarsi da questa fase di oggettiva difficoltà? Ne abbiamo parlato con il consigliere comunale uscente Gianni Liviano (Demos).

Taranto si appresta ad eleggere il nuovo sindaco. A suo avviso quali sono le priorità che il nuovo sindaco dovrebbe porsi?
Innanzitutto bisogna ricompattare la comunità e rialzare il livello qualitativo della città. I percorsi delle coalizioni e la scelta dei terminali devono essere strumentali al raggiungimento di questi obiettivi.

A suo avviso si sta seguendo questa strada?
È troppo presto per dirlo, ma da quel che apprendo non mi pare che si stia imboccando questo percorso.

Qual è la sua proposta, allora?
Taranto è attesa da sfide importanti. Penso al livello culturale che va decisamente migliorato, all'esodo dei giovani e all'invecchiamento della città, alla necessità di continuare sulla strada intrapresa di diversificazione delle prospettive economiche, alla risposta di tante vecchie e nuove povertà e tra queste penso alle solitudini diffuse. Sono in arrivo tanti fondi che in questa quantità  non arriveranno mai più, nel contempo c’è la preoccupante situazione del bilancio comunale. A fronte di questo particolarissimo contesto ritengo che via si l’assoluta necessità di cambiare il paradigma culturale e l’approccio al governo della città. Questo richiede uno sforzo di responsabilità e di maturità da parte delle forze politiche. Non credo che continuare a perpetuare scenari già visti, al di là dei nomi, possa determinare quel cambio di rotta di cui la città ha bisogno.

Come realizzare questa assunzione di responsabilità tra le forze politiche?
Abbiamo l'esigenza di innalzare la qualità complessiva della città e questo richiede dialogo e confronto tra le parti sui temi e l’individuazione di personalità di profilo elevato che non appartengano ai soliti cori plaudenti. Ci sono due rischi da evitare: da un lato il populismo di chi pensa che la politica sia solo sottolineare gli errori altrui e che non ha un'idea che sia una su come costruire il futuro; dall'altra continuare a perpetuare la forma di violenza al nostro territorio, trasversalmente, di chi ritiene di favorire l'elezione di personaggi scelti con il criterio dell'appartenenza al partito e al leader di turno senza effettuare alcuna selezione di merito.

A questo punto è naturale chiederle: lei da che parte sta in questa campagna elettorale?

Forse sono un utopista ma continuo a sperare che Taranto possa avere uno scatto di orgoglio. Io sono dalla parte della città e, pur essendo, da cattolico popolare, culturalmente appartenente all'area di centro sinistra, non ritengo che ci siano in politica i luoghi della verità. Per questo mi pare che la soluzione migliore sia un patto di alleanza trasversale e responsabile tra le persone migliori della città con un progetto condiviso e un patto di futuro. In assenza, sceglierei il centro sinistra. Ma sono altrettanto convinto che la verità rivelata non stia tutta da una parte e le nefandezze tutte dall’altra. Ci sono persone qualificate e di alto profilo ovunque e il mio auspicio è che queste persone possano realizzare un patto trasversale per superare le logiche legate a personaggi privi di idee di proposte.

Sta lanciando l’dea di una coalizione trasversale?
Dico che se si può ragionare su un processo trasversale con personalità di alto profilo che si incontrano sui temi, allora io starei da quella parte per superare quel certo modo di fare politica che governa Taranto da anni.

Si sta proponendo come candidato sindaco?
Premesso che la candidatura sarebbe un onore per tutti, il tema non è questo. Il tema è la costruzione di un percorso, come ho detto, che alzi la qualità complessiva della città. Ci sono persone di grande qualità, non molte devo dire, ma ci sono, e tutte queste persone sono “spendibili” e devono per responsabilità verso i nostri figli fare un passo in avanti e porsi a servizio di un progetto di bene comune da condividere.

 

 

 

 

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