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Taranto
24 Febbraio 2025 - 08:01
Stefano Frontini
“Taranto è a un bivio: da una parte il rischio di un declino irreversibile, dall’altra la possibilità di una rinascita, ma servono scelte coraggiose e una visione chiara”. Con queste parole Stefano Frontini, segretario organizzativo della UIL Puglia, denuncia lo stato di emergenza in cui versa il capoluogo ionico.
La crisi amministrativa, culminata con la caduta del consiglio comunale, arriva nel momento peggiore possibile: la città è stretta nella morsa di un declino industriale senza precedenti, con un tessuto produttivo sempre più fragile e un futuro incerto per migliaia di lavoratori. "Taranto è in agonia: il tasso di occupazione è il più basso della Puglia, le aziende chiudono, le famiglie sono in difficoltà. E mentre il mondo va avanti, noi restiamo fermi, ostaggio di una classe politica incapace di risolvere i problemi reali della città. Proprio in questi giorni abbiamo portato nel capoluogo ionico la carovana ‘No ai lavoratori fantasma’ per portare all’attenzione di tutti la questione Taranto e parlare di lavoro e diritti", aggiunge Frontini.
La UIL lancia un allarme chiaro: “Taranto merita rispetto e una classe politica che finalmente esca dalle dinamiche degli equilibri (ed equilibrismi) di palazzo che in questi ultimi anni hanno causato solo instabilità e dannosi capovolgimenti di fronte, per concentrarsi su una visione strategica di città, che rimetta al centro le persone e quindi temi come il lavoro, lo sviluppo del tessuto commerciale e produttivo, la sicurezza e la salute della comunità. Un percorso che deve passare anche e necessariamente da un confronto tra l’amministrazione e le parti sociali che da anni è colpevolmente assente”.
I numeri parlano chiaro: nel 2024 sono state autorizzate oltre 3,5 milioni di ore di cassa integrazione, mentre il tasso di occupazione si attesta al 43,2%. La desertificazione industriale avanza senza freni, con la chiusura di realtà storiche come ex TCT, ex Albini, ex Ilva ed ex Cementir. "Abbiamo perso pezzi interi della nostra economia e non abbiamo mai avuto un piano serio per rilanciare il lavoro. È inaccettabile", incalza Frontini.
Le opportunità ci sarebbero, ma senza una guida politica concreta restano solo sulla carta. Il Just Transition Fund (JTF) potrebbe garantire investimenti per la riconversione industriale e ambientale, mentre i Giochi del Mediterraneo 2026 rappresentano un’occasione unica per il rilancio delle infrastrutture e del turismo. Ma senza una programmazione efficace e un'amministrazione in grado di gestire i progetti, il rischio è quello di sprecare risorse preziose e vedere sfumare ogni possibilità di rilancio.
"E mentre la politica cittadina si sgretola, il governo nazionale resta a guardare. Taranto non può più essere trattata come un problema marginale. Serve un intervento deciso, servono investimenti mirati, serve una regia politica forte che impedisca alla città di affondare definitivamente", denuncia la UIL.
A pagare il prezzo più alto di questa paralisi sono anche i settori storici dell’economia tarantina. La mitilicoltura, simbolo identitario della città, è in ginocchio. Centinaia di famiglie vedono il proprio futuro appeso a un filo, tra il disinteresse della politica e la mancanza di misure di sostegno. "Siamo davanti alla possibile scomparsa di un settore che ha fatto la storia di Taranto. Se non si interviene subito, rischiamo di perdere per sempre una tradizione secolare e una fonte di reddito per tantissimi lavoratori", avverte Frontini.
Come se non bastasse, Taranto continua a scontare un drammatico ritardo sul fronte delle infrastrutture. L'assenza di un piano serio per i trasporti su gomma e su rotaia frena lo sviluppo del territorio e penalizza cittadini e imprese. "Non abbiamo collegamenti adeguati, i trasporti pubblici sono al collasso, e nessuno sembra preoccuparsene", denuncia Frontini.
E poi c’è la questione irrisolta dell’aeroporto di Grottaglie. Potrebbe essere una risorsa strategica per il turismo e per l’economia locale, e invece resta nel limbo, prigioniero di scelte politiche miopi e di un'assenza totale di programmazione. "Non sappiamo ancora quale sia il suo destino, se verrà realmente utilizzato per il traffico passeggeri o se resterà un’infrastruttura fantasma. È l’ennesimo esempio della mancanza di visione di chi governa il territorio".
La UIL non ha dubbi: La città ha bisogno di un'amministrazione capace di attrarre investimenti, di sviluppare la portualità, l’aerospazio, l’economia del mare e la ricerca per la decarbonizzazione. "Abbiamo il Tecnopolo che potrebbe essere un punto di riferimento a livello internazionale, abbiamo le potenzialità per diventare un hub strategico per il Mediterraneo, ma senza una governance forte e competente rischiamo di sprecare tutto", avverte Frontini.
Il sindacato chiede con forza una classe dirigente che sappia guardare alla concretezza. "Non possiamo permettere che la città resti in questa situazione di stallo. Taranto ha bisogno di una guida politica all’altezza delle sfide che ci aspettano. I cittadini meritano risposte, i lavoratori meritano certezze, la città merita un futuro. E il futuro si costruisce ora, non tra mesi o anni".
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