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Il caso

Melucci bocciato anche dai dipendenti comunali

La durissima nota della Cgil Fp: «Un sindaco respingente e distante dalle esigenze dei lavoratori»

Rinaldo Melucci

Rinaldo Melucci

Arriva la risposta a Rinaldo Melucci, dopo la lettera di ringraziamento che l’ex sindaco ha rivolto nei giorni scorsi ai dipendenti comunali. La riposta arriva dalla Cgil, in una lettera firmata dal segretario aziendale della Fp Cgil, Pietro Miceli.

«Melucci - scrive l’organizzazione sindacale - riconosce e apprezza il valore dei dipendenti comunale che oggi chiama collaboratori e collaboratrici; parole che ci avrebbero riempito d’orgoglio, se non fosse che sono arrivate fuori tempo massimo.  Quanto al merito, al sindaco Melucci è sempre mancata la volontà di ascoltare i disagi, le esigenze, le vertenze che quelli che oggi chiama collaboratori e collaboratrici che gli hanno rappresentato nelle diverse consiliature attraverso le organizzazioni sindacali. Spesso ha respinto il confronto e mostrato indifferenza anche su questioni gravi: Ha dimenticato che la politica del personale è stata fallimentare; le sofferenze del personale non sono state percepite e si è assistito, nonostante alcune assunzioni (molte non funzionali alle concrete esigenze dell’Ente), ad un esodo di dipendenti perché le loro legittime aspettative di progressione di carriera, sono state vanificate dall’acquisizione di figure provenienti da graduatorie di altri enti. Non è mai stata posta la giusta attenzione nei confronti del personale in organico, affinché l’impegno profuso da questo fosse riconosciuto in un percorso di sviluppo professionale attraverso l’istituto delle progressioni tra le aree, sia ordinarie che in deroga.

Gli uffici anagrafici e di stato civile sempre aperti al pubblico scontano ogni giorno l’assalto dei cittadini per l’atavica carenza di personale; carenza di personale che ha comportato sofferenza in molti uffici ed in modo particolare all’ufficio tributi.  Non sono mai stati riconosciuti, nonostante il regolamento approvato con deliberazione della Giunta Comunale, i compensi incentivanti al personale coinvolto nel raggiungimento degli obiettivi di recupero evasione IMU e TARI così come disciplinato dalle norme per il costante rinvio dell’approvazione da parte del Consiglio Comunale, dei documenti contabili, oltre i termini disposti dalle normative vigenti che fissa la deliberazione del rendiconto di gestione al 30 aprile dell’anno successivo».

«Il sacrificio imposto al personale dei servizi sociali di trasferirsi in via Lazio - prosegue Miceli - ha creato e sta creando disagio a tutti dipendenti e cittadini, investendo anche la direzione avvocatura.

La decisione di privatizzare gli asili nido è stata ritirata solo grazie alla mobilitazione di operatori, famiglie soggetti politici e forze sociali.  L’assoluta insensibilità verso i temi della sicurezza sui posti di lavoro, vedasi la chiusura dell’archivio storico per intervento dell’ispettore del lavoro, dopo i ripetuti e inascoltati richiami della RLS aziendale. La battaglia sostenuta qualche anno fa per evitare il rientro pomeridiano il giorno di San Silvestro, che come tutti sanno a Taranto è coprifuoco».

«Un sindaco respingente, distante - continua la lettera della Fp Cgil - che ha fatto troppo spesso ricorso alla rotazione dei dirigenti, a scapito della continuità amministrativa. Cambiamenti troppo frequenti e improvvisi all’interno del contesto lavorativo, che hanno determinato e determinano una continua ridefinizione delle relazioni umane e professionali, nonché dell’imprescindibile rapporto di fiducia tra dirigente e dipendente, che producono nei dipendenti situazioni di stress e di malessere, ad aggiungersi ai carichi di lavoro pressanti, anche a causa dell’endemica carenza di personale.

Ma peggio di tutto, la resistenza ostinata in giudizio contro tutto il personale che chiedeva la legittima produttività per gli anni 2016/2017. Anche quando l’assessore all’avvocatura e il direttore generale dell’epoca, per scongiurare l’appello e riconoscendo le ragioni dei dipendenti, aprirono un tavolo conciliativo, il sindaco lo fece fallire e non se ne parlo più». 

La conclusione: «La personalissima e unilaterale gestione organizzativa del Comune operata da Melucci ha certamente lasciato uno scontento crescente nel personale oltre allo scollamento con il mondo sindacale. Oggi Melucci definisce il personale comunale “vera impalcatura” dell’ente, cosa che avevamo sempre sostenuto noi. E noi rispondiamo.... che purtroppo è troppo tardi.

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