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23 Febbraio 2025 - 15:10
Francesco Falcone
«La fine di questa esperienza è stata decretata dalla maggioranza dei consiglieri comunali, di diversa provenienza, esausti probabilmente dal clima frustrante vissuto in questi anni nei quali per raggiungere ossessivamente dei traguardi si è lasciato indietro il rapporto con le forze che hanno vinto le scorse elezioni amministrative. Cercare ingerenze baresi, ancora e ancora, significa fingere di non capire che di barese nel nostro consiglio comunale non c’era nessuno. Di anti baresi in parecchi e assieme a coloro i quali invece ritengono utile un rapporto con il governo regionale senza pregiudizi di campanile, si è deciso per mettere fine a questa esperienza politica. Doloroso ma è la democrazia».
Comincia così l'intervento d Francesco Falcone (Con) all'indomani della fine anticipata dell'amministrazione guidata da Rinaldo Melucci.
«Oggi - afferma Falcone - abbiamo il dovere, tutti ed insieme, di affrontare una campagna elettorale sapendo che non ci sarà un “salvatore” a risolvere i nostri problemi. Il debito collettivo in bilancio sfiora i 250 milioni di euro, salvo aggiornamenti che verranno entro aprile. Altri 250 milioni potrebbero cadere sul bilancio comunale a seguito della ancora attesa sentenza dei BOC di memoria pre dissesto. Dall’ultima amministrazione Di Bello e dalle sue conseguenze non c’è stata una possibilità, che sia una, di rivedere le aliquote per le imposte locali che ormai una enorme parte dei cittadini non riesce più a pagare - il Collegio dei Revisori dell’Ente ci aggiorna che almeno il 50% della Tari non è riscossa. E poi occorre ridefinire come fare funzionare gli uffici comunali e i loro servizi, gestire la cronica carenza di presenza degli stessi nelle periferie cittadine, sopravvivere al commissariamento totalizzante dei Giochi del Mediterraneo e ragionare su quello che possiamo ancora e veramente realizzare delle decine di cantieri e progetti in corso in città».
«Non sono questioni - conclude Falcone - che si possono affidare a gente senza alcuna esperienza amministrativa, non sono questioni che si possono affrontare rifiutando ideologicamente i rapporti con istituzioni superiori e occorre avere coraggio di porre fine una volta per tutte alla selezione del consigliere più simpatico in luogo di quello più preparato.
È il futuro di 180 mila cittadini e dei nostri figli e va messo nelle mani di persone capaci. Insieme».
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