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Il Siderurgico

Lo Stato resta in Acciaierie d'Italia? Urso detta le condizioni e "lancia" Metinvest

Il ministro: «Con Mittal fatti gravi errori. Gli ucraini? Contatto costante»

Adolfo Urso

Adolfo Urso

E' uno dei temi-chiave nel delicato momento vissuto da Acciaierie d'Italia. Lo Stato deve rimanere o no nella società che ha preso le redini dell'ex Ilva, una volta esaurito il commissariamento? «Qualche sindacato chiede che lo Stato resti. Debbo dirlo, l’esperienza dello Stato in Acciaierie d’Italia è stata fallimentare» ha detto il ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso, da Genova, dove ha presenziato all'inaugurazione di una nuova Casa del Made in Italy dopo quella di Taranto.

Urso ha quindi "spiegato" la sua affermazione. «Chi aveva concepito questo accordo cinque anni prima, con l'ingresso dello Stato tramite Invitalia, con una quota del 38%, ha commesso perlomeno qualche errore. Perché in questi cinque anni lo Stato ci ha messo i soldi e loro gestivano. Questo accordo leonino sicuramente non sarà mai ripresentato da questo governo. Noi riteniamo che si possa assegnare all’investitore privato, poi aspettiamo le proposte. Sulla base delle proposte potremo eventualmente fare altre valutazioni. Certamente non a quelle condizioni precedenti. Questo governo - ha aggiunto - ha ben più consapevolezza di quel che significa politica industriale di quello che ci ha preceduti in questa esperienza, assegnando ad ArcelorMittal questi impianti, cioè a colui che era già allora la più grande multinazionale al mondo e che forse non aveva bisogno di questi impianti, e poi peggio ancora con un accordo leonino in cui lo Stato entra, paga e loro comandano».

Riguardo alla gara in corso, ancora il titolare del Mimit ha chiarito - ancora - che altri protagonisti potranno scendere in campo: «La procedura prevede che le manifestazioni di interesse per l'ex Ilva fossero consegnate entro il 20 settembre; ma prevede anche che in questa seconda fase in cui ciascuno di coloro che ambisce a questo asset produttivo dovrà concretizzare l'interesse con il piano economico, finanziario, economico, produttivo, sociale, ambientale, si possa aggiungere anche chi non si è presentato nella prima fase, da solo o in cordata con qualcuno che si è già presentato. E questa possibilità è sempre aperta, sino ovviamente alla presentazione entro fine novembre della manifestazione di interesse a questo punto vincolante».

Il ministro ha risposto ad una domanda sul possibile interesse del gruppo siderurgico ucraino Metinvest: «Lo stesso amministratore delegato in un recente intervista ha detto che potrebbe riconsiderare questa opportunità in questa seconda fase. Con loro abbiamo contatti praticamente quotidiani perché con loro stiamo anche programmando il rilancio dell'altro grande polo siderurgico del paese, quello di Piombino».

«Privilegeremo l'assegnazione in un unico asset, a un unico player internazionale o nazionale che sia anche un'unica cordata perché riteniamo sia la soluzione migliore» ha quindi aggiunto.

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