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Il siderurgico

Gli ucraini in Acciaierie d'Italia? "Con un partner italiano"

La strategia di Metinvest

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L'ex Ilva

Si delineano le strategie nella complessa partita che ruota attorno ad Acciaierie d'Italia.

"Continuiamo a guardare a tutte le opportunità: l’ex Ilva non è la nostra priorità, ma resta un dossier interessante. Non riteniamo opportuno, però, formalizzare un investimento da soli. Ci piacerebbe rientrare in partita più avanti, magari con un partner italiano”. Le parole di Yuri Ryzhenkov, ceo di Metinvest - che ha rilasciato una intervista a Il Sole 24 Ore ripresa anche dall'agenzia Gea - confermano come gli ucraini seguano ancora la questione Taranto e la vicenda relativa all'acquisizione di AdI.

Si è molto discusso di una potenziale partnership con Arvedi: “Può esserlo chiunque, non abbiamo preclusioni”. “Ho visto grandi opportunità, nel porto e nelle potenzialità impiantistiche, anche in ottica green" ha voluto sottolineare il Ceo di Metinvest. "Ma servono molte risorse e coesione. Non è possibile portare avanti questo investimento da soli: servono partner finanziari e industriali, un ruolo per il Governo, il coinvolgimento della comunità locale e dei sindacati”.

Dopo il primo step, quello delle manifestazioni di interesse, entro sabato 30 novembre è possibile presentare le più impegnative “offerte vincolanti”, che non sono precluse a chi ha preferito dribblare la prima fase della complessa procedura elaborata del Ministero delle Imprese e Made in Italy.

Un percorso che interessa l’acquisizione dei beni e delle attività aziendali di Ilva in Amministrazione Straordinaria (AS) e Acciaierie d’Italia in AS, nonché delle altre società appartenenti ai rispettivi gruppi. Tra queste figurano Ilva Servizi Marittimi SpA, Ilvaform SpA, Taranto Energia Srl, Socova Sas, Adi Energia Srl, Adi Servizi Marittimi Srl, Adi Tubiforma Srl e Adi Socova Sas.

Tra gli obiettivi della procedura - secondo il Mimit - lo "sviluppo della produzione siderurgica in Italia, l’esecuzione delle misure di tutela ambientale volte alla riduzione delle emissioni di CO2 e l’impegno alla decarbonizzazione dei processi produttivi, in conformità alle prescrizioni della normativa nazionale ed europea. Inoltre, è prevista la tutela dei livelli occupazionali, con l’obiettivo di ridurre significativamente il ricorso agli ammortizzatori sociali, mantenendo un costante dialogo con le parti sociali".

Parole che, chiaramente, dovranno essere declinate in fatti concreti.

La partita è ancora tutta da giocare, con le offerte vincolanti attese come detto per fine novembre. E potrebbero entrare in gioco gli attori forse più attesi: proprio gli ucraini di Metinvest e i giapponesi di Nippon Steel, con Arvedi che potrebbe giocare di sponda con uno di questi player internazionali. I canadesi di Stelco, controllati dagli statunitensi di Cleveland Cliffs, gli indiani di Vulcan Green Steel, di proprietà di un ramo della famiglia Jindal e Baku Steel Company, gruppo azero, hanno finora manifestato interesse per AdI nella sua interezza.

Le altre manifestazioni di interesse giunte entro la dead line del 20 settembre sono relative a singoli asset: sono state presentate da Marcegaglia, Amenduni Steel, Eusider Group, Sideralba, Profilmec, Industrie metalli Cardinale, Monge/Trans Isole, Vitali spa, Carbones holding, Epas (Energy power e armatory shipping), Jiangsu Steamship, Continental Dry Bulk.

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