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"Ambiente Svenduto", la decisione dei giudici della Corte d'Appello
17 Maggio 2024 - 14:31
Il processo Ambiente Svenduto
La notizia è arrivata nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 17 maggio: la sezione di Taranto della Corte d'Assise d'appello ha sospeso, con una ordinanza, l'esecutività del pagamento in capo agli imputati delle provvisionali concesse in primo grado alle parti civili del processo "Ambiente Svenduto" - quello in cui è sfociata l'inchiesta sul presunto disastro ambientale causato a Taranto dal Siderurgico, negli anni di gestione della famiglia Riva.
Ad essere sospesi, in pratica, sono i risarcimenti da 5.000 euro assegnati a ciascuna delle 1.500 parti civili costituite nel processo. E' stato il presidente della Corte d’assise d’appello, Antonio Del Coco, a leggere l'ordinanza, nel corso della seconda udienza del procedimento di secondo grado, celebrata nell’ex aula bunker della Corte. Tra i rilievi dei magistrati della Corte d'appello, la quantificazione delle provvisionali stesse e il rischio della "insolvibilità", di fronte al gran numero di parti civili: in pratica, il non riuscire a recuperare le somme già versate alle parti offese nell’eventualità di una assoluzione in appello degli imputati condannati in primo grado.
Nel processo "Ambiente Svenduto" sono imputate 37 persone fisiche e tre società: in primo grado furono emesse ventisei condanne nei confronti di dirigenti della fabbrica, manager e politici, per circa 270 anni di carcere e con la sentenza del 31 maggio 2021 furono disposte le provvisionali di 5.000 euro nei confronti di ciascuna delle parti offese - ma secondo i giudici d’appello l’immediata esecutività del pagamento non poteva essere concessa. Da qui l'ordinanza di oggi. Associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, corruzioni in atti giudiziari, omicidio colposo sono i reati contestati a vario titolo. Nell'udienza di oggi i legali di alcuni imputati hanno reiterato l’istanza di trasferimento del processo a Potenza per presunta "incompatibilità ambientale".
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