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Il caso

La Corte di Giustizia europea deciderà il 25 giugno sulla Class Action contro l'Ilva

L'iniziativa dell'associazione Genitori Tarantini

L'ex Ilva

L'ex Ilva ora Acciaierie d'Italia

L'udienza pubblica per emettere la sentenza riguardante l'azione inibitoria collettiva contro l'ex Ilva è stata fissata dalla Corte di Giustizia europea per il 25 giugno alle ore 9.30.

L'iniziativa è stata promossa da dieci cittadini membri dell'associazione Genitori Tarantini e da un bambino di undici anni affetto da una rara mutazione genetica.

In un secondo momento, oltre 130 cittadini hanno firmato anche per una class action risarcitoria. Nel settembre 2022, il Tribunale delle imprese di Milano aveva sospeso la causa sull'inibitoria, trasmettendo gli atti alla Corte del Lussemburgo per ottenere chiarimenti su tre quesiti relativi all'interpretazione della normativa europea sulle emissioni inquinanti degli impianti industriali in rapporto alle leggi italiane.

I ricorrenti chiedono principalmente la "cessazione delle attività dell'area a caldo" dell'ex Ilva, la "chiusura delle cokerie, l'interruzione dell'attività dell'area a caldo fino all'attuazione delle prescrizioni" previste dall'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e la "predisposizione di un piano industriale che preveda l'abbattimento delle emissioni di gas serra di almeno il 50%".

L'azione inibitoria è stata presentata dall'associazione Genitori Tarantini con il supporto degli avvocati Ascanio Amenduni e Maurizio Rizzo Striano. Anche la Regione Puglia si è costituita in giudizio ad adiuvandum.

Durante l'udienza del 14 dicembre scorso, l'avvocato generale della Corte Ue, Juliane Kokott, ha sottolineato che "in base alle direttive Ue, un impianto industriale non può essere autorizzato se provoca danni eccessivi alla salute e solo in circostanze particolari è possibile un differimento delle misure per la riduzione dell'impatto ambientale".

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