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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Altrimenti" di Domenico Guida

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di venerdì 7 novembre 2025, è:

    ALTRIMENTI

    di DOMENICO GUIDA da Roma


    Altrimenti attratto, da cosa sarei?
    Se non fossi stato prima immerso
    Sfiorato, se non fuso o attraversato
    Per poi scoprirmi ormai fuori tratto

    In una notte allineai tutte le lancette
    Scandite dalla stessa melodica perfetta logica
    Passarono mille ore
    Finché al mattino il sole venne a stupirmi ancora

    Un raggio dopo l’altro
    Un colore dopo quello più in alto
    Il calore piano in ogni cosa
    Si accorciò l’ombra, si allungò il foglio con la lista

    Altrimenti stupito, come potrei?
    Se non fossi così fortunato
    Dal dimenticarmi spesso l’immagine
    D’ogni apparenza, o del sapore d’ogni presenza

    D’ogni essenza scoprirmi innamorato, succede così:
    D’improvviso, sento come il gemito del primo respiro
    Come l’affannarsi del suo sul mio sospiro
    Mentre la pelle d’una mano brilla
    Fra le rughe e la vena di una vita stracca

    Una vita ostinata
    Da guerriero, che non si arrende
    Vince e vive, e poi si riposa
    Perché la guerra stanca

    Non mi attrae più:
    Il rischio di cascare nell’offuscata certezza del passato
    Per la vana coscienza, dei ricordi,
    Di una certificazione d’essere stati vivi
    Per l’inopportuna scoperta di essersi solo lasciati vivere
    E non essersi vissuti

    Le vestigia vuote danno il senso del pieno
    Di una presenza non tangibile
    Ma è pronto il passo avanti a tendere avidamente
    Verso un mondo tutto da prendere

    Sì! Far finta che non ci sia vertigine
    Per non aver paura dell’abisso
    Di quel che ancora non si è vissuto
    Per il desiderio che accada ciò che si è già voluto
    Per filtrare, migliorarsi, lasciarsi fare,
    Lasciarsi amare e prodursi nuovamente

    Per liberarmi finalmente
    All’immagine migliore di me stesso
    Non vedo a scatti, scruto tutto più velocemente
    Non son caduto, nella vertigine io mi sono seduto.

       

    Recensione

    È una poesia che riflette sull’identità e sul coraggio di vivere fino in fondo, accettando la trasformazione come parte naturale dell’esistenza. La voce poetica si interroga con lucidità e tenerezza, intrecciando ricordo, tempo e desiderio in un dialogo continuo con se stessa. Ogni verso è una tappa di un viaggio interiore, un passo nel tentativo di conciliare la memoria con il presente, l’inquietudine con la serenità.

    Altrimenti attratto, da cosa sarei? / Se non fossi stato prima immerso…” apre con un tono meditativo che percorre tutto il testo. Il pensiero si fa ritmo, il ragionamento si trasforma in emozione, e la vita appare come un percorso fatto di immersioni, cadute e risalite. L’autore cerca il senso nell’esperienza e non nella certezza, nella scoperta e non nel possesso.

    Le immagini della luce e del tempo – “allineai tutte le lancette”, “un raggio dopo l’altro” – accompagnano il passaggio dal buio alla consapevolezza. È un cammino di risveglio, dove l’anima si misura con le proprie fragilità ma anche con la forza di rialzarsi. Il tempo non è più solo misura, ma materia viva, strumento di crescita e di perdono.

    Una vita ostinata / da guerriero, che non si arrende” segna il punto di svolta: l’accettazione della stanchezza diventa segno di vittoria, la resa si fa pace. Nei versi successivi, la riflessione si amplia, toccando il tema del tempo vissuto e di quello sprecato, ma sempre con una lingua limpida, sincera, che non cerca effetti ma verità. La poesia trova equilibrio tra la ragione e l’emozione, tra la tensione filosofica e la dolcezza del quotidiano.

    Il finale – “Non son caduto, nella vertigine io mi sono seduto” – chiude il testo con una calma nuova: la vita non è più un precipizio, ma un luogo abitabile. Una poesia di rinascita, scritta da Domenico Guida con lucidità e dolcezza, che ci ricorda come il vivere autentico non consista nel fuggire la vertigine, ma nel riconoscerla e restarci dentro senza paura. È una confessione serena, un inno sommesso alla maturità, al coraggio di accogliere se stessi nel continuo movimento dell’essere.

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