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Taranto

Avviati i lavori per il dissalatore: 14 chilometri di nuove condotte per garantire sicurezza idrica alla città

Partito il cantiere dell’infrastruttura che collegherà il futuro impianto di desalinizzazione al serbatoio cittadino. Un progetto da 129 milioni di euro, finanziato anche con fondi Pnrr, per assicurare acqua potabile a 650 litri al secondo

Fiume Tara

Fiume Tara

TARANTO - È ufficialmente partito il cantiere del progetto “Acqua per Taranto”, un intervento strategico per la sicurezza idrica del territorio jonico che segna l’avvio concreto della realizzazione delle condotte di collegamento tra il futuro dissalatore e il serbatoio cittadino. Un’opera che si inserisce nel più ampio piano di resilienza idrica regionale, concepita per garantire una fornitura stabile, sostenibile e autonoma di acqua potabile alla città e ai comuni limitrofi.

Il primo intervento riguarda una dorsale lunga 14 chilometri, destinata a convogliare fino a 650 litri al secondo di acqua desalinizzata verso il serbatoio di Taranto, nodo cruciale della rete idrica. Di questi, 5 chilometri saranno realizzati con la tecnologia “no-dig”, un sistema che consente di installare le tubature senza scavi a cielo aperto, limitando l’impatto su aree sensibili e tutelando il paesaggio naturale.

I lavori, coordinati da Acquedotto Pugliese (AQP), comprendono anche la costruzione di un’altra condotta di 4,5 chilometri che trasporterà l’acqua residuale, simile per caratteristiche a quella del fiume Tara, fino all’area del molo polisettoriale, dove sarà immessa in mare in condizioni di piena compatibilità ambientale.

“Con l’apertura di questo cantiere – ha spiegato il direttore industriale di AQP, Antonio De Leoentra nella fase operativa il progetto del dissalatore che servirà Taranto. La nuova condotta rappresenta un elemento chiave per integrare l’acqua prodotta dall’impianto nel sistema di distribuzione esistente, garantendo continuità e qualità del servizio”.

Il dissalatore sorgerà su un’area di circa due ettari lungo la Strada provinciale 38, a un chilometro dal fiume Tara, e sarà gestito interamente da Acquedotto Pugliese. L’impianto utilizzerà acqua salmastra prelevata da una presa già in uso di Acque del Sud, quindi senza nuove captazioni dal corso d’acqua. Il processo di osmosi inversa consentirà di ottenere acqua potabile di alta qualità, e l’intero sistema sarà alimentato al 100% da energia verde, a emissioni zero.

Il valore complessivo dell’intervento è di 129 milioni di euro, finanziati con fondi FSC e PNRR, oltre che con risorse tariffarie proprie di AQP. Un investimento che rientra pienamente nella strategia della Regione Puglia per affrontare gli effetti del cambiamento climatico, riducendo la dipendenza dalle tradizionali fonti idriche del Sinni–Pertusillo e dai pozzi salentini, e contribuendo al contrasto dell’intrusione salina nelle falde costiere.

Lungo tutto il tracciato delle nuove condotte sono in corso monitoraggi ambientali costanti e verifiche di bonifica da eventuali ordigni bellici, in attuazione delle prescrizioni contenute nel Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR).

La strategia di AQP si fonda su tre pilastri operativi: l’attivazione di nuove fonti di approvvigionamento, il risanamento e la digitalizzazione della rete esistente, e il riuso delle acque affinate. “Acqua per Taranto – spiegano da AQP – è un esempio di come queste direttrici possano integrarsi per assicurare stabilità e continuità al sistema idrico regionale, unendo innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale”.

Il progetto non si limita, dunque, alla costruzione di nuove infrastrutture, ma punta a introdurre un modello di gestione avanzato e interconnesso, capace di rispondere alle esigenze future di un territorio che soffre da anni una cronica fragilità idrica.

Con l’apertura del cantiere, Taranto compie un passo decisivo verso una nuova autonomia nella gestione della risorsa acqua. L’obiettivo è chiaro: ridurre la vulnerabilità idrica, garantire approvvigionamenti costanti e costruire un sistema moderno che possa finalmente coniugare sviluppo, sostenibilità e tutela ambientale.

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