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CONTROVERSO
22 Dicembre 2025 - 06:01
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di lunedì 22 dicembre 2025, è:
L'OBLIO DELL'ETERNITÀ
di BARBARA CAPORICCIda Talamona (SO)
Mi spengo nel nulla, è un attimo,
come un bagliore di candela che muore in un soffio,
come un refolo di vento che si perde nella notte,
come il canto del cigno che ne scandisce la fine,
come il bagliore delle stelle che cede al levar del sole,
come un esile sbuffo di fumo,
come un istante vissuto, consumato e ormai perduto,
come uno sguardo fugace nel caos della città,
come un raggio di sole sul viso,
come un guizzo di lucertola o un volo di farfalla,
come un fiore nel deserto,
come un fiocco di neve al primo accenno d’estate,
come un suono nell’etere,
come un profumo nell’aria e sulla pelle.
Mi sciolgo nel nulla in uno spazio infinito.
Mi consumo in un istante interminabile,
in un naufragio d’amara dolcezza
scorre la vita, tutto ciò che è stato,
si dissolve ogni sogno incompiuto,
tutto ciò che era più non sarà.
È come un bagliore, una stella che muore,
aggiungendo poi più tenebre all’oscurità.
Mi spengo nel nulla, è un attimo,
poi giunge, atteso, l’oblio dell’eternità.
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Recensione
Questa poesia attraversa il tema della fine con una voce quieta e intensa, costruita su una lunga serie di immagini brevi e luminose che subito si spengono. Ogni paragone racconta la fragilità dell’esistere, la rapidità con cui la vita si consuma e si dissolve, lasciando dietro di sé una sensazione di smarrimento e di dolce malinconia.
Il testo procede come un lento spegnersi, in cui l’io poetico accetta la propria impermanenza senza ribellione. L’idea del nulla non è violenta né drammatica, ma avvolgente, quasi necessaria, come un ritorno naturale dopo l’intensità del vivere. La vita scorre e si consuma, portando con sé sogni incompiuti e desideri non realizzati.
C’è una dolcezza amara che accompagna questo naufragio, una consapevolezza lucida che trasforma la perdita in contemplazione. Anche la luce delle stelle, nel momento in cui muore, non illumina ma aggiunge oscurità, rafforzando il senso di finitezza che percorre l’intera poesia.
Nei versi di Antonella Alemanni il tempo si contrae fino a diventare un istante infinito, dove tutto ciò che è stato perde consistenza. L’oblio non viene temuto, ma atteso, come se rappresentasse una forma di quiete definitiva. La poesia lascia nel lettore una sensazione profonda di silenzio e raccoglimento. È un testo che invita ad accettare la fragilità dell’esistenza e a riconoscere, anche nella fine, una dimensione inevitabile e quasi pacificata dell’essere.
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