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rubrica poetica

Controverso

Le poesie scelte sono di Stefano Gianfreda, Gabriele Giuliani e Tommaso Landini

controVerso

La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare. 

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera24: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 20 versi.

Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione digitale del giovedì e visibili online dalle ore 8:00.

Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social. 

Le tre poesie pubblicate giovedì 25 settembre 2025 sono:

  • Olea di Stefano Gianfreda da Torricella (TA);
  • Occhi di Gabriele Giuliani da Foligno (PG);
  • Soldati di Tommaso Landini da Poviglio (RE).

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OLEA

Tra le cortecce rugose
riarse dalla calura
si dipanano le pieghe del tempo

Storie di uomini,
contadini dalle mani ossute
imperlate di sudore e dignità

Rossa terra
che piange ora i suoi monumenti,
scheletri fieri nel tramonto

Ma testardi germogli
spuntano dalle radici nodose
ancorate alle fessure calcaree

Ricordano al passante
che nelle sue vene
scorre ancora la loro linfa.

di STEFANO GIANFREDA da Torricella (TA)

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Recensione



Il componimento si presenta come un canto alla memoria collettiva, che affonda le radici nella terra e negli ulivi secolari. Stefano Gianfreda intreccia immagini naturali e umane, trasformando i tronchi nodosi in custodi di una storia fatta di fatica e di dignità. I “contadini dalle mani ossute imperlate di sudore” diventano simbolo di un mondo che ha saputo resistere, nonostante la calura e la durezza della pietra. Lo stile è essenziale e diretto, con versi brevi e incisivi, capaci di restituire il respiro della campagna. L’alternanza tra immagini di morte e rinascita scandisce il ritmo: “rossa terra che piange ora i suoi monumenti” si contrappone ai “testardi germogli” che continuano a fiorire, quasi monito a non dimenticare. L’emozione dominante è una nostalgia intrisa di forza, che non cede al rimpianto ma si fa speranza di continuità. La chiusa apre a un senso universale: “nelle sue vene scorre ancora la loro linfa”, ricordando che la memoria non è mai solo ricordo, ma sangue vivo che attraversa le generazioni. Così la poesia diventa invito a riconoscersi eredi di una storia ancora pulsante.


   

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OCCHI

Dagli occhi
colano colori
di bianche pareti nuvole bianche
irregolari sospese possono cadere
sul filtro del cuore
il tempo dell'amore?

È soltanto qualcosa che si deve dire
per dire qualcosa mentre
un sole nato per bruciare
mostra il dono
della separazione
tra l'iride marrone e la nera pupilla.

di GABRIELE GIULIANI da Foligno (PG)

Recensione


La poesia indaga la percezione del mondo e dell’emozione attraverso l’immagine degli occhi, specchio sensibile e fragile dell’interiorità. Gabriele Giuliani utilizza un linguaggio lirico e immediato, ricco di immagini visive come “colano colori / di bianche pareti nuvole bianche” che suggeriscono leggerezza ma anche instabilità. La scelta di un registro intenso e poetico, con versi sospesi e ritmati in modo delicato, accompagna il lettore in un percorso emotivo che oscilla tra dolcezza e introspezione. La ripetizione dei piccoli gesti e dei dettagli quotidiani, come il filtro del cuore e il sole “nato per bruciare”, amplifica la sensibilità del testo, rendendo palpabile il legame tra percezione e sentimento. Il contrasto tra l’iride marrone e la pupilla nera, e il riferimento al “tempo dell’amore”, concentra il nucleo tematico sulla memoria emotiva e sulla percezione dei sentimenti. L’explicit, con la separazione tra i colori e la pupilla, lascia un senso di riflessione sulla natura effimera delle emozioni e sulla delicatezza della vista interiore. Il testo offre una meditazione intima e universale sulla fragilità dei sentimenti e sull’attenzione necessaria per cogliere i dettagli della vita e dell’amore, invitando a osservare con cura ciò che spesso sfugge alla coscienza e a riconoscere la bellezza nascosta nei piccoli frammenti quotidiani.

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SOLDATI

Mani e piedi
infreddoliti
contemplano il silenzio
Rimpiangono
il vociare dei commilitoni
i rimproveri dei superiori
persino
i fischi delle bombe

Un bacio alla mia amata
laggiù
al paese

Un tango
di foglie ingiallite
poi nulla
è più

di TOMMASO LANDINI da Poviglio (RE)

Recensione

Il testo esplora la condizione dei soldati e la tensione tra il dovere e la nostalgia della vita civile, mostrando un’intensa introspezione emotiva. Tommaso Landini utilizza un linguaggio immediato e incisivo, con immagini concrete come “Mani e piedi / infreddoliti / contemplano il silenzio” che trasmettono sia il disagio fisico sia l’isolamento interiore. Il registro è sobrio e intenso, con versi brevi e cadenzati che scandiscono il ritmo della riflessione e del ricordo. L’accostamento tra il ricordo della vita quotidiana — i commilitoni, i rimproveri, persino “i fischi delle bombe” — e l’affetto lontano della persona amata concentra il nucleo tematico su memoria, nostalgia e fragilità umana. La chiusa, con la dissoluzione di ogni cosa nel nulla, accentua la precarietà della vita e la brevità dell’esperienza, conferendo al testo una potente dimensione esistenziale. Nel complesso, la poesia invita a riflettere sulla condizione dei soldati, sulla distanza tra guerra e affetti personali, e sulla forza dei ricordi che sopravvivono anche in situazioni di totale desolazione.

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