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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Non parlarmi del tempo" di Marcello Buttazzo

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di mercoledì 24 settembre 2025, è:

    NON PARLARMI DEL TEMPO

    di MARCELLO BUTTAZZO da Lequile (LE)

    Non parlarmi del tempo,
    il tempo è un inganno.
    Non dirmi più dell’ebbrezza dell’attimo,
    ad ogni inatteso momento di gioia
    succede inevitabilmente una stagione di travaglio.
    Non mi parlare del tempo,
    né di questi assurdi ultimi voli di rondini
    che arabescano la piazza paesana.
    Non nominarmi più gli anni,
    né il giallo arancio del sole
    che occiduo se ne va
    senza mai più ritornare.
    Non misurare più il tempo,
    troppi istanti ho speso
    a ricucire ferite.

    Tu dimmi di te,
    del tuo loquace pallore.
    Dimmi di te,
    del tuo sangue, delle tue vene.
    Del tuo cuore
    che è porto
    di candide e mosse vele
    arrese ai mormorii
    di placide parole.

       

    Recensione

    Il tema principale della poesia è il rifiuto del tempo come misura di vita e di amore: non contano gli anni, le stagioni o i tramonti, ma ciò che resta nel rapporto umano, nella verità di un cuore che sa accogliere.


    Il testo si apre con una negazione che ritorna più volte, quasi fosse un mantra: “Non parlarmi del tempo”. In queste parole si avverte il bisogno di sottrarsi a un’ossessione che logora, di liberarsi da una gabbia che trasforma la vita in ferite da ricucire. È un rifiuto dolente ma fermo, che prepara il passaggio verso ciò che davvero conta.


    La seconda parte, infatti, si sposta sull’essenziale: “Tu dimmi di te, / del tuo sangue, delle tue vene”. Qui la scrittura di Buttazzo si fa più diretta, carnale, concreta. Non più stagioni che finiscono, non più rondini che si allontanano, ma la presenza viva della persona amata, con il suo corpo e la sua intimità. È come un cambio di sguardo: dalla malinconia dei cicli naturali all’urgenza dell’incontro umano.


    Il linguaggio è semplice, accessibile, ma capace di trasmettere intensità senza bisogno di parole altisonanti. Le immagini sono nitide: le rondini che arabescano il cielo del paese, il sole che se ne va senza ritorno, le vele candide che si arrendono a un porto sicuro. Sono quadri che parlano di perdita e insieme di approdo, di inquietudine e di fiducia.


    Il finale suggella con delicatezza il senso del testo: l’amore autentico non ha bisogno di tempo per esistere, vive invece nello spazio condiviso, nelle parole che sanno dare pace, nei silenzi che non giudicano. È qui che la poesia trova la sua verità: non nella misura degli istanti, ma nell’incontro con l’altro che, solo, salva dal logorio del tempo.

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