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rubrica poetica

Controverso

Le poesie scelte sono di Carola Chelotti, Michele Fratini e Natalina Di Legge

controVerso

La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare. 

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera24: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 20 versi.

Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione digitale del giovedì e visibili online dalle ore 8:00.

Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social. 

Le tre poesie pubblicate giovedì 3 luglio 2025 sono:

  • Dipinto d'emozioni di Carola Chelotti di Grottaferrata (RM);
  • Ricordi di Michele Fratini di Capua (CE);
  • Solitudine di Natalina Di Legge di Rotello (CB).
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DIPINTO D'EMOZIONI


Siamo fatti di sogni e desideri
che l’anima ascolta.
Artista di colori presi dal cielo,
dipinto d’emozioni.
La musica dell’anima si snoda
attraverso sogni,
messaggeri del nostro essere mare.
Siamo fatti di sogni e poesia.
Un soffio ad ogni battito,
in continua evoluzione.
Un concerto d’amore
risveglia il nostro sentire.
Nei sogni ritrovo le mie ali,
respiro l’argento
che il mondo non vede.
Sguardi lontani dal tempo
osservano le pareti dell’illusione,
dei sogni confinanti,
dove l’irreale è reale
e tutto è emozione.

di CAROLA CHELOTTI di Grottaferrata (RM)

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Recensione



Nei versi di Carola Chelotti si intrecciano immagini di sogno, desiderio e poesia con una naturalezza che sembra nascere dall’anima. L’autrice dipinge emozioni servendosi di tinte prese dal cielo e suoni che sgorgano dal cuore, costruendo un universo in movimento, in cui ogni respiro porta con sé un cambiamento. Il mare interiore fa sentire la sua voce, accostandosi a figure di ali e riflessi d’argento che invitano a guardare al di là dell’apparenza. Gli sguardi si muovono liberi dal tempo, si spingono oltre le mura dell’illusione, toccano quel margine in cui ciò che sembra impossibile si fa realtà e ogni cosa diventa palpito autentico. È un percorso che spalanca corridoi nascosti dentro l’immaginazione e lascia che a condurre sia la melodia dell’esistenza. I versi scorrono leggeri, come se accarezzassero la pelle con mani invisibili. Alla fine rimane addosso una sensazione di spazio nuovo, un invito a proteggere i propri sogni come si farebbe con un orizzonte carico di colori e promesse. E in questo attimo sospeso, la parola diventa insieme casa e punto di ripartenza.

   

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RICORDI

Pulviscolo che aleggia
profumo di passato.
Mura erose dal tempo
stanche e cadenti,
lasciano spazio alla luce che svela
un angolo nero
lasciato dal fumo di legna bruciata,
dove ombre ondeggianti raccontano storie
in una notte d’inverno.
Ricordi nostalgici rievocano gli avi
vite vissute di un’esistenza ormai passata.

di MICHELE FRATINI di Capua (CE)

Recensione


Affiora tra questi versi un piccolo mondo sospeso, fatto di polvere e luce, in cui il passato si insinua tra le pieghe del presente con la delicatezza di un respiro antico. Michele Fratini traccia immagini che profumano di legna arsa e mura consunte, restituendo la sensazione concreta di un tempo che ha lasciato il proprio marchio sulle cose. Le pareti stanche, quasi sul punto di cedere, accolgono la luce che filtra discreta e svela un angolo annerito dal fumo, scenario silenzioso di ombre che sembrano prendere vita. È lì che la memoria si accende, popolando la stanza di presenze invisibili, di voci e storie che appartengono a chi ci ha preceduto. I ricordi si fanno allora tiepida nostalgia, accarezzano con la loro consistenza impalpabile l’animo di chi osserva, riportando in superficie frammenti di vite ormai consumate. Rimane una sensazione struggente e dolce insieme, come se quel pulviscolo danzante nell’aria fosse il modo che il passato ha scelto per continuare a parlare. Così la poesia si chiude ma non si esaurisce, lasciando aperta la porta a nuove memorie che potranno ancora depositarsi, leggere, su queste rovine cariche di storie. E forse proprio lì, tra la polvere e la luce, si scopre quanto sia prezioso il semplice atto di ricordare. Una forma sottile di amore per ciò che ha lasciato il segno e non vuole svanire.

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SOLITUDINE

Anche stasera
il paese è un deserto di anime,
tra poco i lampioni
faranno luce nelle strade.
Dove saranno ora
le compagnie di giovani
che ridono,
scherzano e parlano del futuro?
Non v'è nessuno
che cammina insieme a me,
tutto intorno tace,
mentre la notte spande le sue ombre.
Io aspetto,
so che tutto questo passerà.
Torno a casa.
Intorno a me c'è tristezza,
ho voglia di stare sola.

di NATALINA DI LEGGE di Rotello (CB)

Recensione

Si avverte un silenzio denso, quasi palpabile, tra questi versi che Natalina Di Legge affida alla pagina come un respiro trattenuto. La scena si apre su un paese svuotato, le strade spoglie attendono la carezza dei lampioni mentre la vita sembra essersi ritirata altrove. I passi risuonano soli, senza eco di voci giovani, senza i sorrisi complici che un tempo animavano l’aria con sogni e progetti. Il paesaggio esterno diventa così specchio di un paesaggio interiore: la solitudine si stende come un velo sottile, avvolgendo la protagonista in un abbraccio che è insieme malinconia e difesa. Non ci sono rumori che distraggano, soltanto il tacito scorrere delle ombre che la notte distende piano sulle cose. In questo spazio sospeso, si fa strada una piccola attesa, un pensiero che riconosce la transitorietà della tristezza. La voglia di restare sola non è resa ma rifugio, un tempo necessario per accogliere e attraversare la malinconia. Alla fine resta il senso delicato di un passaggio: come se questa notte solitaria fosse solo una tappa, un tratto di strada che prepara il cuore a tornare a vibrare di voci e di luci. Nel frattempo, il silenzio diventa compagno, discreto custode di pensieri che cercano un riparo.

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