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CONTROVERSO
30 Maggio 2025 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di venerdì 30 maggio 2025, è:
SE POTESSI TORNARE
di ISABELLA COLONNESE di Roma
Se tu potessi tornare, anche solo un minuto…
mi troveresti con milioni di anni impigliati tra le dita.
E innumerevoli rimpianti a bagnarmi le ciglia.
Quanto freddo e quali pesi sulle mie deboli spalle
potresti sciogliere,
con un tuo bacio portato dal cielo.
Se solo tu potessi tornare…
Potremmo cadere in attimi eterni, fuori dal ticchettio del tempo,
soffi imprevedibili e sublimi, rubati alla morte.
E ce ne staremmo lì, a mollo
nel nostro cielo stellato e lontanissimo.
A braccia aperte. Noi due.
Io ad ospitare le tue ferite e tu le mie.
A capirci, a sentirci, a diventare immensi.
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Recensione
Una malinconia intima, quasi una dolce ferita che non smette di pulsare, pervade questi versi. È un filo sottile, lo senti lì, anche se quasi non lo vedi, e non c'è modo di spezzarlo. Si parte subito con un desiderio pieno di struggimento, un "se tu potessi tornare, anche solo per un minuto…", che è già come ammettere che è impossibile, che il tempo e la distanza – che sia la morte o l'assenza – hanno creato un vuoto incolmabile tra due persone.
La poesia di Isabella Colonnese si muove proprio attorno a questo vuoto che si fa presenza, a questa mancanza che non è solo dolore, ma anche un modo per pensare a fondo il legame tra chi è rimasto e chi se n'è andato. Il ricordo non è qualcosa di fermo, qui: è vivo, si agita, si lega alle cose di tutti i giorni, come quei "rimpianti" che velano gli occhi – un'immagine delicata per dire un pianto trattenuto, composto.
Il punto focale del testo è la forza salvifica dell'amore, anche quando è solo un pensiero o un ricordo. Quel "bacio portato dal cielo" non è solo una bella immagine romantica, ma esprime un bisogno profondo: quello di liberarsi dai pesi che la vita ci mette sulle spalle. E allora la poesia sogna un altro spazio, un altrove dove poter stare finalmente insieme, fuori da questa corsa del tempo.
Sono versi che non hanno bisogno di essere complicati per toccarti: sono veri, chiari, mossi da una sincerità che ti resta dentro. Il cielo non è solo uno sfondo, ma diventa il luogo dell'incontro e dell'unione: uno spazio pieno di stelle e lontanissimo dove "diventare immensi" insieme, finalmente liberi di appartenersi, di riconoscersi sia nel dolore che nella cura reciproca.
Questa poesia è una dichiarazione d'amore e di come l'amore ci fa sopravvivere, ma anche una riflessione su cosa significa essere legati a un'altra persona. L'immagine finale – quell'"io ad ospitare le tue ferite e tu le mie" – è forse la più forte: non solo perché va contro l'idea dell'amore che salva sempre, ma perché mette al centro l'ascolto, l'essere fragili, l'essere vicini come forma più alta di amore. Non è una poesia che grida, ma che si fa sentire piano piano. Ti resta dentro, come fanno le cose vere, quelle che non hanno bisogno di tante parole.
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Testata: Buonasera
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