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rubrica poetica
24 Aprile 2025 - 06:00
La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:
Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione digitale del giovedì e visibili online dalle ore 8:00.
Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social.
Le tre poesie pubblicate giovedì 24 aprile 2025 sono:
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Cammino
c'è profumo di fiori,
d'erba tagliata di fresco
d'alghe, di sale.
Fragranze antiche
eppure legate a ricordi
così vicini e vivi
a cancellare il tempo.
Freme, giovane come allora,
il mio cuore
Giorni pieni di sole
d'amore, di gioia
giorni pieni di noi.
di ALDINA AMABILI di Grottammare (AP)
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Recensione
L’autrice ci accompagna in un ritorno sensoriale e affettivo che attraversa il tempo, sospeso tra il presente del cammino e il passato dei ricordi. I profumi descritti — fiori, erba, alghe, sale — non sono semplici dettagli atmosferici, ma elementi che attivano una memoria intima, un tempo vissuto che riaffiora vivido, trasformando l’istante in una soglia emotiva. La poesia si muove con delicatezza, trattenendo la nostalgia in una dimensione luminosa e vitale, dove i ricordi non appesantiscono ma illuminano. Il cuore “freme, giovane come allora”: il verso centrale coglie l’essenza di un sentimento che si rinnova nel ricordo, nonostante il passare degli anni. L’estate, in questi versi, non è solo una stagione dell’anno, ma una condizione dell’anima, un tempo sospeso in cui i sensi si aprono e l’amore vissuto diventa eterno. C’è una fluidità armoniosa nella composizione che permette al lettore di sentire, quasi fisicamente, la brezza marina, la luce dorata, la presenza di un “noi” che ha lasciato una traccia profonda. La chiusa — “giorni pieni di noi” — suggella con tenerezza questa immersione nel passato condiviso, trasformando l’esperienza personale in un sentimento condivisibile, capace di parlare a chiunque abbia custodito un’estate dentro di sé. Una poesia, quella di Aldina Amabili, breve ma intensa, che celebra il legame profondo tra i luoghi, i sensi e l’amore vissuto.
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C’eravamo tutti,
ognuno con la sua sera.
Contavamo i giorni con le dita
arresi ai muri senza scritte.
Chi parlava compensava
i silenzi del vicino.
Chi giaceva si sarebbe alzato
con il vento del mattino.
La pioggia goccia dopo goccia
scandiva la mia conta,
il sunto della vita in un’ora di maltempo.
Il sole splenderà
ma ne avremo già abbastanza della luce
perché l’alba ha un colore troppo acceso
per chi ha gli occhi ancora chiusi.
di MICHELE LACAVA di San Chirico Nuovo (PZ)
Recensione
Il poeta dà voce a un'esperienza collettiva di attesa e sopportazione, una sospensione nel tempo in cui ciascuno affronta la propria “sera”, metafora di un momento buio, interiore o condiviso. I versi si aprono su un'immagine di coabitazione silenziosa, dove le solitudini si sfiorano, e la parola detta ha il compito di riempire il vuoto lasciato da chi tace. La poesia si muove su un filo teso tra resistenza e speranza, tra immobilità e presagio di cambiamento. La pioggia, che batte regolare come un metronomo dell’anima, misura un tempo denso, in cui la vita si contrae e si osserva con lucidità. È un tempo raccolto, in cui ogni goccia diventa testimonianza, ogni silenzio condivisione. Il mattino, con il suo “vento”, annuncia un risveglio, ma è un risveglio faticoso, quasi temuto. Michele Lacava suggerisce che, dopo una lunga permanenza nel buio, anche la luce può risultare eccessiva, accecante. L’alba è promessa e insieme inquietudine, perché l’occhio, ancora chiuso, fatica ad accoglierla. In questo testo profondo e calibrato, la poesia si fa riflessione sulla condizione umana nei momenti di crisi. È la cronaca poetica di un tempo sospeso, vissuto insieme ma sentito in modo intimo, in cui l’uscita dal buio non è trionfo, ma cauta ripartenza. Una lirica intensa, che tocca corde profonde e invita alla comprensione reciproca.
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Cammino in solitudine,
su un cristallo andato in frantumi
e le mie ferite non sfioro
per non sentire la voce del mio dolore.
I miei passi sono lenti e faticosi,
ma continuano a farmi avanzare
con la nostalgia nel cuore
per le cose che non sono avvenute
e che avrei voluto accadessero.
Ripenso alle emozioni indelebili provate
e di ciò sono grata,
ma voglio ancora percepire un palpito
e vedere nel cielo l’arcobaleno.
Lo so, sono una donna imperfetta,
con una cicatrice nell’anima,
che, però, crede ancora all’Amore.
di Maddalena Di Tommaso di Campobasso
Recensione
È un’intensa confessione poetica che vibra di malinconia, resilienza e speranza. L'autrice ci guida lungo un sentiero di solitudine e fragilità, dove ogni passo è un atto di coraggio sul “cristallo andato in frantumi” della propria interiorità. La scelta delle immagini – le ferite non sfiorate, la lentezza del cammino, la cicatrice nell’anima – costruisce un paesaggio emotivo fatto di dolore trattenuto e consapevolezza profonda. Ma ciò che rende questa poesia toccante è la tensione verso la luce: il desiderio di un “palpito”, la speranza di rivedere l’arcobaleno nel cielo. Nonostante le ferite, l’io poetico non rinuncia all’Amore, anzi lo reclama come possibilità di rinascita. È il ritratto di una donna imperfetta, ma viva e ancora capace di credere. Maddalena Di Tommaso riesce con semplicità e sincerità a parlare al lettore, lasciando spazio all’identificazione, al conforto e al ricordo. Una poesia che è insieme confessione e atto di resistenza emotiva, in cui la nostalgia per ciò che non è stato si mescola alla gratitudine per ciò che è stato vissuto. E dove, in fondo, l’arcobaleno diventa simbolo di speranza, oltre la tempesta. Il linguaggio è limpido e diretto, capace di accarezzare l’anima senza bisogno di artifici. In queste righe si respira tutta la forza gentile di chi ha conosciuto il dolore, ma non ha smesso di cercare la bellezza.
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Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
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