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rubrica poetica

Controverso

Le poesie scelte sono di Angela Resta, Alberto Crimi e Maria Cau

Poesia del Giorno

La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare. 

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera24: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 20 versi.

Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione digitale del giovedì e visibili online dalle ore 8:00.

Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social. 

Le tre poesie pubblicate giovedì 27 marzo 2025 sono:

  • La scala di Angela Resta di Palo del Colle (BA);
  • Frasi vibranti di Alberto Crimi di Salemi (TP);
  • E mi diletto di Maria Cau di Cagliari.

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LA SCALA

Appoggiata al muro di una soffitta
una scala a pioli
porta a un finestrone
s'intravede un pezzo di cielo azzurro.
Primo scalino della vita
fluttuante, accogliente
una forza naturale,
semplice, brutale
spinge a lasciarlo
salire sul prossimo
sarà forse comodo,
sconnesso, pericolante,
affilato coltello squarcia ferite,
eppure tu continui a scalare
e cercare il piolo ben saldo
natura umana avida di vita
spinge
non guardi indietro gradini scomparsi
non t'accorgi, forse non vuoi
che continuare e tutto ciò che ti è consentito.

di ANGELA RESTA di Palo del Colle (BA)

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Recensione


L’immagine iniziale, con la scala appoggiata a un muro di soffitta e un finestrone che lascia intravedere il cielo, introduce subito il tema del viaggio interiore e della tensione verso un oltre da raggiungere. Ogni scalino rappresenta una fase della vita, un passaggio che può rivelarsi accogliente o difficile, stabile o precario. Angela Resta descrive con intensità il movimento incessante verso l’alto, mosso da una forza istintiva e inarrestabile, non priva di ostacoli e sofferenza. L’incertezza dei gradini, che a volte feriscono come un “affilato coltello”, si contrappone alla volontà di continuare, al bisogno insopprimibile di avanzare. La poesia suggerisce che l’essere umano è per sua natura proiettato in avanti, senza possibilità di fermarsi o di voltarsi indietro. Il linguaggio essenziale e incisivo conferisce alla composizione un tono diretto e intenso. L’assenza di punteggiatura in alcuni versi contribuisce a creare un senso di fluidità. Il ritmo cadenzato rafforza l’idea di un cammino che non conosce sosta, scandito solo dal susseguirsi degli scalini.


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FRASI VIBRANTI

In alto in balia del vento
volano verso chi ascolta,
questo sentimento.
Nell'animo ho in fondo al cuore,
si celano le parole,
per dir vi amo, o solo amore,
scolpite in quel tempo,
immortalati ad ogni evento,
rivelano emozioni, già vissute,
emozioni che furono
che lasciarono il segno,
come cicatrici, ma solo dentro.
Oggi un respiro profondo,
e una voce vissuta,
fa rivivere quel sentimento.
Con voce tremante,
si tramutano in versi,
sofferenze, ed emozioni diverse.

di ALBERTO CRIMI di Salemi (TP)

Recensione

Il componimento è un’intensa riflessione sulla forza delle parole e sulla loro capacità di custodire ed esprimere emozioni profonde. Il poeta dà voce ai sentimenti che si librano nell’aria, sospinti dal vento, alla ricerca di chi sappia accoglierli e comprenderli. L’opposizione tra l’impalpabile leggerezza delle parole e il loro radicarsi nel cuore come cicatrici suggerisce un intreccio di memoria e dolore, amore e malinconia. Le emozioni vissute non svaniscono: si trasformano in versi, rivelando un’eco di esperienze che, seppur passate, continuano a lasciare traccia. La poesia sembra voler sottolineare come il linguaggio sia il mezzo per dare nuova vita ai sentimenti, permettendo loro di risuonare oltre il tempo. Lo stile di Alberto Crimi è semplice ma evocativo, con immagini delicate che si mescolano a un’introspezione profonda. L’alternanza tra versi brevi e lunghi, unita a un andamento quasi sospeso, enfatizza la musicalità del componimento. Il ritmo, scandito da brevi frasi, conferisce un tono intimo, come se il poeta stesse sussurrando le proprie emozioni direttamente al lettore.

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E MI DILETTO

E mi diletto a riportare
in vita antiche nostalgie
che mi riportano annodando
l'ieri con l'oggi
immagini mai tramontate
se pur in bianco e nero.
E ancora mi sorprendo
nello scoprire che il tempo
se pur passato tra le sue radici
non consumate,
segreti sepolti vivono ancora.
E così, tra echi di gemiti
e ruggiti di dolore celati nel cuore,
nell'ombra della notte
brandelli di vita fremono
e in silenzio
piangono ancora.

di MARIA CAU di Cagliari

Recensione

La poesia è un’intima meditazione sulla memoria e sulla persistenza del passato nell’animo umano. Il componimento si snoda attraverso immagini di nostalgie riemerse, legami invisibili che annodano il tempo trascorso con il presente, restituendo un senso di continuità emotiva che sfida l’usura degli anni. L’uso del bianco e nero per descrivere le “immagini mai tramontate” richiama la fotografia come metafora della memoria: ciò che è stato non scompare, ma si imprime nell’anima, mantenendo intatta la sua forza evocativa. Il poeta suggerisce che, nonostante il tempo passi, le radici delle esperienze rimangono vive, custodendo segreti che non si dissolvono. L’ultima parte della poesia si tinge di una malinconia più profonda: i gemiti e i ruggiti celati nel cuore si manifestano nella solitudine della notte, quando il passato si fa più tangibile e i ricordi tornano a fremere, a piangere in silenzio. Il lessico scelto rafforza l’idea di un vissuto che non si dissolve, ma resta latente, riaffiorando nei momenti di quiete e introspezione. Lo stile di Mari Cau è raffinato e misurato, con un ritmo morbido che accompagna il lettore attraverso un viaggio nei meandri della memoria.

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