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Taranto

Musica e archeologia al MarTA, una matinée tra dialogo e gospel. Il video

Visita alle sale sulla Taranto multietnica e concerto natalizio: l’ultimo appuntamento prima della pausa ha unito storia, fede e musica

TARANTO – Si è svolto domenica 14 dicembre l’ultimo appuntamento con i concerti del MarTA prima della pausa natalizia. Il Museo archeologico nazionale di Taranto, insieme all’Associazione Le Corti di Taras, ha scelto di salutare il pubblico con una matinée capace di intrecciare musica e archeologia, nel segno della fratellanza, del dialogo tra i popoli e della condivisione culturale.

La giornata si è aperta con una visita guidata alle sale XXIV e XXV del MarTA, dedicate alla Taranto multietnica tra il IV e il XII secolo d.C.. I partecipanti hanno potuto soffermarsi su reperti che raccontano la convivenza di culture e fedi diverse, come lucerne e anfore con simboli cristiani, iscrizioni funerarie con menorah in lingua ebraica e una stele in arabo proveniente dal sito di Santa Maria del Galeso. Il percorso si è concluso con l’approdo alla musica, attraverso il più tradizionale dei concerti natalizi dedicati al gospel.

«La visita archeologica è arrivata fino alla croce funeraria in argento rinvenuta durante gli scavi attorno alla cattedrale di San Cataldo – ha spiegato Stella Falzone, direttrice del MarTA – un reperto che racconta una fase storica in cui, tra la fine del VII e l’inizio dell’VIII secolo d.C., Taranto era un vero crocevia di popoli».

Lo stesso messaggio di incontro e contaminazione è stato affidato alla musica gospel, genere nato dalla fusione dei canti di lavoro e della fede dei popoli afro-americani, capace nel tempo di superare confini culturali e geografici, affermandosi come linguaggio universale di speranza, resistenza e credo.

A portare in scena il “Gospel Story” è stato L.A. Chorus, con Alessio Santoro alla batteria, Gianluca Uva al contrabbasso e Maristella Bianco, maestra del coro. Il concerto, che ha seguito la visita guidata, ha proposto i grandi classici della gospel music, interpretati attraverso voci potenti, armonie articolate e ritmi coinvolgenti.

Il programma della mattinata, che ha unito coro, pianoforte, percussioni e contrabbasso, ha rappresentato una sintesi equilibrata tra tradizione e innovazione. La coralità, espressione di collettività e passione, si è intrecciata con il pianoforte, capace di guidare e modulare l’esecuzione, mentre percussioni e contrabbasso hanno conferito l’energia ritmica tipica del gospel.

Un repertorio che non si è limitato a celebrare la forza della voce e del suono, ma che ha saputo farsi veicolo di un messaggio di unità e speranza, in perfetta sintonia con il percorso archeologico e il significato culturale dell’iniziativa.

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