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rubrica poetica
30 Gennaio 2025 - 06:00
La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:
Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione digitale del giovedì e visibili online dalle ore 8:00.
Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social.
Le tre poesie pubblicate giovedì 30 gennaio 2025 sono:
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Agognata creatura
mancai la piccola mano
in quei giorni
da circense vissuti.
Protesa nel baratro
implorai d'accoglierti
nel solitario grembo.
Nelle notti mariane
piangevano stelle
solchi... solchi
cullate eran solo
le effimere speranze.
Nella vana attesa
cavalcai instancabili cieli
cercando il tuo viso
nel cameo degli angeli.
di KATIA LAURA BONTEMPI di Locate Triulzi (MI)
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Recensione
Un componimento di intensa profondità emotiva, in cui il dolore della mancanza si intreccia con la struggente ricerca di un legame spezzato. I versi, brevi e incisivi, trasmettono un senso di sospensione, come se il tempo stesso si frammentasse nella memoria di un’assenza irrimediabile. L’immagine della "piccola mano mancata" è il fulcro di un’esperienza vissuta tra desiderio e impossibilità, mentre la dimensione circense suggerisce un’esistenza precaria, fatta di equilibri instabili e illusioni destinate a dissolversi. Katia Laura Bontempi dipinge il proprio dolore attraverso simboli potenti: le "notti mariane", le "stelle che piangono", il "cameo degli angeli". La notte diventa un luogo in cui la sofferenza si manifesta nella sua forma più struggente, mentre il cielo stellato si fa specchio di un’anima che cerca, invano, di colmare il vuoto lasciato da una presenza mai compiuta. La struttura della poesia accompagna il lettore in un viaggio interiore che parte dalla disperazione e si snoda attraverso la speranza, fino a lasciarlo sospeso in una dimensione in cui il dolore e il desiderio si fondono in un’unica, delicata nostalgia. Il ritmo del testo accompagna il senso di attesa e ricerca, facendo emergere con delicatezza la fragilità dell’animo umano di fronte alla perdita.
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Incollare stelle finte
al soffitto
luccicanti solo di notte
come vere
perché i bambini imparino
ad ammirare e sognare
il cielo.
E come un'eucarestia
potersi redimere da un mondo
che orbita nel disamore.
Sdraiarsi lì sotto, noi
presepi tutto l'anno,
a pregare e sperare
in rivelazioni.
Dio
se sai la risposta, dilla forte
come tuono o schiaffo.
O come un bacio
appassionato.
di LUCIA BALLERINI di Fiorano Modenese (MO)
Recensione
Una poesia che intreccia la delicatezza dell’infanzia con la profondità di un interrogativo esistenziale, offrendo immagini di grande suggestione e forza simbolica. L’atto di applicare stelle luminose al soffitto, affinché i bambini possano continuare a sognare, diventa un gesto carico di significato: un tentativo di preservare la meraviglia, di mantenere viva la capacità di guardare oltre il quotidiano e trovare nel cielo uno spazio di speranza e redenzione. Lucia Ballerini costruisce un parallelismo tra la semplicità del gioco infantile e la ricerca spirituale degli adulti, che, come presepi perennemente esposti, si trovano a pregare sotto una luce che a volte sembra artificiale. La metafora dell’eucarestia rafforza l’idea di un bisogno di purificazione, di un riscatto possibile in un mondo segnato dal disamore. Il linguaggio, essenziale ma incisivo, accompagna il lettore in un percorso che va dall'illusione alla preghiera, dalla speranza alla richiesta diretta di una risposta divina. L’explicit è un appello rivolto a Dio affinché la verità venga pronunciata con la stessa forza di un tuono, di uno schiaffo o di un bacio.
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È iniziato il nuovo anno
molte promesse volano
come foglie germogliano:
fuochi che ardono ancora.
Stagioni da viaggiare
intime speranze affiorano
giostra di sentimenti:
un treno appena partito.
Potrò magari rinascere
forse capitombolare pure
inesorabilmente insistere:
ecco questa è l'esistenza.
di ALESSANDRA SORCINELLI di Cagliari
Recensione
Un testo che riflette sul fluire inarrestabile del tempo, sulla mutevolezza della vita e sull’alternanza di speranza e incertezza che accompagna ogni nuovo inizio. Alessandra Sorcinelli utilizza immagini incisive e simboli universali per rappresentare il percorso esistenziale, affidandosi a una struttura ritmica essenziale che scandisce il passaggio tra aspettative, cambiamenti e scelte inevitabili. L’incipit richiama il momento di passaggio tra un anno e l’altro, un tempo di promesse che, come foglie che germogliano, portano con sé il desiderio di rinnovamento e di possibilità ancora accese. L’idea del viaggio attraverso le stagioni si trasforma in una metafora più ampia, in cui ogni tappa è segnata da speranze che emergono e sentimenti che si susseguono come in una giostra, evocando il dinamismo dell’esistenza e il suo continuo ripetersi tra partenze e ritorni. Nell’ultima strofa, il tono si fa più intimo e riflessivo: la rinascita e la caduta si alternano in un ciclo inevitabile, ma la chiave sembra risiedere nella volontà di insistere, di proseguire il cammino nonostante le incertezze. La chiusura del componimento sintetizza con forza e chiarezza la condizione umana, fatta di successi e cadute, di slanci e ostacoli, in un moto continuo che dà senso all’esistenza stessa. Una poesia che, con la sua semplicità apparente, racchiude una profonda consapevolezza del vivere.
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Testata: Buonasera
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