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rubrica poetica

Controverso

Le poesie scelte sono di Maria Angela Iozzino, Raffaele Nacchiero e Annamaria Piccirillo

Poesia del Giorno

La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare. 

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera24: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 20 versi.

Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione cartacea e digitale del sabato e visibili online la domenica mattina dalle ore 9:00.

Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social. 

Le tre poesie pubblicate sabato 16 novembre sono:

  • E la notte non finisce di Maria Angela Iozzino di Castellammare di Stabia (NA);
  • XLIV. Essenza greca contro settembre di Raffaele Nacchiero di Foggia;
  • Immensità di Annamaria Piccirillo di Pietravairano (CE).

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E LA NOTTE NON FINISCE

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Non finisce la notte
nel cuore che geme,
sulle finestre appannate
dalla neve.
Non finisce la notte
negli angoli di un paradiso abbandonato,
nelle profondità di un mare bastionato.
Non finisce la notte
sulle palizzate arrugginite
dalle carie,
sulle strade inondate da barbarie,
sulle nuvole annerite da fognarie.
Ma se l’anima si tinge di colori,
anche sul ghiaccio nascono
foglie e fiori.

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di Maria Angela Iozzino di Castellammare di Stabia (NA)

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Recensione


È una composizione che si addentra nelle profondità dell'oscurità sia esterna che interna, esplorando i vari modi in cui la notte persiste. La poetessa usa immagini potenti per descrivere l’infinita durata della notte, estendendola non solo come fenomeno naturale ma come simbolo di dolore e abbandono. Il cuore che geme e le finestre appannate dalla neve evocano subito una sensazione di freddo e solitudine. La notte si annida negli angoli di un paradiso abbandonato e nelle profondità di un mare bastionato, suggerendo un passato glorioso decaduto e una forza naturale imprigionata. La scelta delle parole dipinge un paesaggio desolato, in cui la notte sembra aver conquistato ogni spazio: dalle palizzate arrugginite ai percorsi devastati dalla barbarie, fino alle nuvole oscurate dalle fognature. Nonostante questa visione cupa, la poetessa introduce un contrasto vivificante. Quando l’anima si tinge di colori, persino sul ghiaccio possono nascere foglie e fiori. Questo verso finale infonde un senso di speranza e rinascita, invitando a guardare oltre l'oscurità e a trovare bellezza e vita anche nelle circostanze più difficili. La poesia di Maria Angela Iozzino trasmette un messaggio di resilienza attraverso un linguaggio suggestivo e immagini potenti. Il ripetersi della frase "non finisce la notte" crea un ritmo incalzante che accentua il senso totalizzante dell'oscurità. Ma è nel cambiamento dell'anima, nel suo tingersi di colori, che si trova la chiave per superare la notte infinita.

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XLIV. ESSENZA GRECA CONTRO SETTEMBRE

Quando tutto scompare
Non ti rimane che l’arte greca.
Con le sue ombre infrante,
Le sue statue fratricide.
Settembre è un mese vivo
Che ti fa sentire morto.

Quando tutto scompare
Non ti rimane che Prassitele.
Con i suoi freddi marmi,
I suoi colori andati via.
Settembre è un mese nuovo
Che ti fa capire il vecchio.

Quando tutto scompare,
Non ti rimane che l’Avanti.
Ed essere Fidia o Policleto,
Fare il chiasmo al Partenone.
Potrei solo insegnare a tutti
Come scolpire sbagli ingiusti.

di Raffaele Nacchiero di Foggia

Recensione

La poesia, tratta dal volume "Cerchi stropicciati" (G. C. L. edizioni), esplora il contrasto tra l’arte greca immortale e il mese di settembre, simbolo di transizione e cambiamento. L’arte diventa un rifugio quando tutto il resto svanisce. La ripetizione di "Quando tutto scompare" introduce ogni strofa, creando un ritmo meditativo che invita alla riflessione sulla transitorietà della vita. L’arte greca, con le sue ombre infrante e statue fratricide, emerge come simbolo di bellezza eterna. Settembre, pur essendo vivo, fa sentire il poeta morto, accentuando la sensazione di perdita. Nella seconda strofa, Prassitele e i suoi marmi freddi, dai colori scomparsi, rinforzano l’idea della bellezza perduta e dell’arte come baluardo contro il tempo. L'ultima strofa è riflessiva: il poeta si paragona a Fidia o Policleto, ma si ritrova a insegnare a scolpire "sbagli ingiusti" offrendo una profonda introspezione sulla fallibilità umana. La poesia di Raffaele Nacchiero esplora la lotta tra passato e presente, con il richiamo all’arte greca che rappresenta continuità e resistenza al cambiamento.

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IMMENSITÀ

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Dentro al cuore
un groviglio di pensieri senza risposta,
che fanno male come un agguato,
immersi nell’ombra,
come un marinaio
in attesa del naufragio.
Ma davanti agli occhi
si spalanca uno specchio di stelle,
tesori di luce smagliante
in cui il cuore si perde
per tuffarsi nel mare dei sogni
e contemplare il mistero della vita.
E il vuoto svanisce.

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di Annamaria Piccirillo di Pietravairano (CE)

Recensione

La poesia analizza il conflitto interiore e la ricerca di significato attraverso un linguaggio evocativo e potente. L'autrice ha creato la poesia con il metodo Caviardage, che consiste nel selezionare parole da un testo già esistente, creando nuove connessioni e significati. Questo metodo conferisce alla poesia un'impronta unica, in cui la riflessione e l’intensità del sentimento emergono in modo spontaneo. Il titolo “Immensità” è scelto con cura, perché sono immensi tanto la tristezza, lo sconforto e le sensazioni negative della prima parte della poesia quanto le sensazioni di speranza della seconda. Nella prima sezione, la poetessa descrive il cuore come un "groviglio di pensieri senza risposta", un tumulto che fa male come un agguato e che si insinua nell’ombra. La metafora del marinaio "in attesa del naufragio" è potente e rappresenta la solitudine e la precarietà del cuore umano di fronte al dolore. Nonostante il profondo conflitto, la poesia si trasforma quando il cuore trova una "fuga" nelle stelle, simbolo di bellezza e luce che contrastano con l'oscurità. Lo "specchio di stelle" offre un sollievo e una nuova visione, in cui il cuore può perdersi nel "mare dei sogni", un luogo di riflessione sul mistero della vita. Questo cambiamento segna un passaggio dalla sofferenza alla speranza. Il vuoto che svanisce suggerisce un senso di redenzione e comprensione, in cui il cuore, pur ancora afflitto, trova pace nel vasto e luminoso universo dei sogni. La poesia di Annamaria Piccirillo, attraverso il suo linguaggio delicato e alle immagini suggestive, esplora il contrasto tra il dolore e la serenità, invitando il lettore a riflettere sull'eterna tensione tra luce e oscurità.

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