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CONTROVERSO
13 Novembre 2024 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di mercoledì 13 novembre 2024, è:
HO VISTO TROPPO
di FABIO GRASSI di Santa Maria Codifiume (FE)
Ho visto troppo
avrei preferito non vedere
Stremati non dalla fame
ma dalla vita che tarda ad andarsene
si ammassarono genti
attorno ai camion
degli aiuti alimentari
Ho visto troppo
avrei preferito non vedere
Assassini difesi dal mondo intero
iniziarono a giocare con le armi
divertendosi nel fare il tiro al bersaglio
proprio su quelle genti
attirate come topi dal cibo
Ho visto troppo
avrei preferito non vedere
Altri bambini senza più un padre
altre madri senza più figli
in un pianto senza più lacrime:
solo sangue da versare
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Recensione
La poesia si presenta come un grido di dolore e disillusione davanti alle atrocità del mondo. Il poeta utilizza una ripetizione martellante della frase "Ho visto troppo, avrei preferito non vedere" per sottolineare l'intensità del trauma e della sofferenza che ha osservato.
Nella prima strofa, il poeta descrive una scena di disperazione in cui persone stremate, non dalla fame ma dalla vita stessa, si affollano attorno ai camion degli aiuti alimentari. Questa immagine evoca un senso di urgenza e bisogno, mettendo in luce la cruda realtà delle vite sospese tra la speranza e la desolazione.
Nella seconda strofa, l'orrore si intensifica con la descrizione di assassini che, difesi dalla società, si dilettano a usare le armi contro le persone in cerca di cibo. Questo contrasto tra la ricerca disperata di sopravvivenza e la violenza gratuita evidenzia l'ingiustizia e la brutalità del mondo osservato dal poeta.
La terza strofa chiude con immagini strazianti di bambini e madri privati dei loro cari, esprimendo un dolore che va oltre le lacrime, trasformandosi in sangue. Questo passaggio suggerisce una sofferenza così profonda da superare i confini del pianto umano, arrivando a una disperazione che diventa fisica.
Fabio Grassi, attraverso una struttura semplice ma potente, riesce a trasmettere un messaggio universale di impotenza e rabbia di fronte alle ingiustizie del mondo. La sua poesia non solo racconta una storia di sofferenza, ma invita anche il lettore a riflettere sulla propria percezione della realtà e sul ruolo che ognuno di noi può avere nel contrastare tali atrocità.
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