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GIORNO DEL RICORDO
11 Febbraio 2024 - 15:01
Il “Giorno del Ricordo” ** istituito per commemorare le vittime delle Foibe*** e ricordare l’esodo del popolo giuliano-dalmata, non poteva essere onorato meglio di così: una mostra fotografica/documento dal titolo solenne, “gli occhi dell’esodo”. Una iniziativa coraggiosa che il Rotaract di Taranto ha voluto condividere con il Comitato Provinciale dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e che ha anche ottenuto il patronage del Comune di Taranto.
Sulle pagine oscure della storia d’Italia, le foibe hanno e meritano un posto di primo piano. Meritano più rispetto. Meritano più attenzione, per non dimenticare. Ancora oggi, per ignoranza e superficialità, si confonde la shoah con l’eccidio delle foibe, ma sono due misfatti ben diversi. Il “Giorno del ricordo” non è la “giornata della memoria”. In verità si è sempre cercato di mettere la polvere sotto il tappeto, si è sempre cercato di sottacere la vera storia delle foibe. Una storia “scomoda”. Una storia da vergogna. Il Rotaract di Taranto ha voluto “far luce” su questo periodo oscuro della storia italiana e “ricordare” tutti coloro che hanno perso la vita nelle foibe e ricordare anche il grande, duro, doloroso esodo di chi è dovuto fuggire (per non morire ammazzato) dalla propria terra, abbandonando casa, famiglia, sogni e speranze per cercare un nuovo futuro.
E i ragazzi del Rotaract – bravissimi – guidati dal presidente Giuseppe Scorcia – hanno pensato di organizzare l’evento nella splendida cornice del Museo Civico Etnografico di Taranto "Majorano", nelle stalle di una volta dello storico palazzo Pantaleo. Il “giorno del ricordo” ** diventa quindi un evento speciale di tre giorni nel rispetto dei valori Rotariani e Rotaractiani di “promozione della pace tra i popoli e di diffusione della cultura”. La mostra è stata realizzata con pannelli informativi collocati con semplicità nelle stalle del palazzo: sui pannelli testi sintetici sulle foibe, la cartina dell’Istria con l’indicazione geografica di tutte le foibe (quante!), il recupero delle salme, anche un paio di “wall of fame” (gli esodati famosi: il campione di box Nino Benvenuti, l’attrice Laura Antonelli, l’imprenditore Giorgio Luxardo, il pilota Mario Andretti, l’atleta mondiale Abdon Pamich, il manager Fiat Sergio Marchionne, lo stilista Ottavio Missoni, l’attrice Alida Valli il comandante della Vespucci Agostino Straulino (sulla nave scuola c’era anche mio padre, Rodolfo Duscovich, esodato anch’egli da Pazin / Pisino, ndr).
L'iniziativa del Rotaract e dell’AGVD fa da apripista, inoltre, a una serie di altre manifestazioni che culmineranno poi giorno 27 febbraio con l'arrivo a Taranto del “Treno del Ricordo”, che sarà visitabile e permetterà alla cittadinanza, ed in particolare agli studenti, di conoscere meglio questo periodo storico. Durante la mostra, a Palazzo Pantaleo abbiamo intervistato il presidente Giuseppe Scorcia.
**Il “Giorno del ricordo” è stato istituito ufficialmente con la legge 30 marzo 2004 n. 92: in questo modo la Repubblica italiana ha inteso conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra (più di 250.000 esodati).
***Il termine “ foibe” fa ricordare un periodo nero della storia del secolo scorso: sta a ricordare tristemente i massacri ai danni della popolazione di Istria, Venezia Giulia e Dalmazia, perpetrati dai partigiani slavi non solo durante la II guerra mondiale ma anche poco dopo la fine della guerra scatenati da motivi etnici e politici. Proprio nelle foibe sono stati rinvenuti i cadaveri di migliaia di vittime (e non tutti sono stati recuperati)
I massacri delle foibe rappresentano la conclusione di una incredibile lotta per il predominio sull'Adriatico nord orientale tra slavi e italiani. Un primo momento di efferati delitti di guerra si registrano dopo l'armistizio del 1943, quando Trieste, Pola e Fiume erano controllate dai tedeschi, mentre il resto della Venezia Giulia era in mano ai partigiani. Alcune date per capire. 13 settembre 1943: il Consiglio di liberazione popolare per l'Istria proclamA l'annessione dell'Istria alla Croazia. 29 settembre 1943 : viene stato istituito il Comitato esecutivo provvisorio di liberazione dell'Istria.
Da subito i partigiani dei Comitati popolari di liberazione iniziano ad emettere sentenze e condanne a morte, uccidendo rappresentanti del fascismo, oppositori politici e componenti della comunità italiana considerati nemici dello stato jugoslavo che invece volevano creare. Solo in due mesi, (tra il settembre e l'ottobre 1943) vengono uccise almeno 800 persone. Ottobre 1943:i tedeschi hanno dato vita alla “Operazione Nubifragio” nel tentativo di assumere il controllo della Venezia Giulia. I partigiani sono costretti a fuggire verso le aree interne della regione. Con la cacciata dei partigiani, sono stati ritrovati i primi corpi nelle foibe e la Repubblica di Salò ha dato ampio risalto a questi ritrovamenti. Gli eccidi comunque non si sono fermati.
Primavera del 1945: la IV Armata jugoslava si mobilita per occupare la Venezia Giulia prima dell'arrivo degli alleati e arriva ad occupare l'Istria, Trieste e Gorizia. Mentre le autorità militari cercavano di legittimare la nuova situazione territoriale, la polizia segreta jugoslava arrestava i rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale e delle organizzazioni antifasciste italiane, contrarie all'annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia.
Maggio 1945: cominciano i massacri a Trieste, Gorizia, in Istria e a Fiume. Tra le vittime tutti coloro che avrebbero potuto opporsi all'occupazione slava: dirigenti e attivisti del fascismo, ufficiali e funzionari, esponenti di organizzazioni partigiane o antifasciste, sloveni e croati anticomunisti, cittadini italiani di nazionalità croata e slovena.
Nelle foibe venivano gettati non solo i cadaveri, ma anche uomini e donne semplicemente ferite. Li si faceva morire lentamente, intrappolati tra i cadaveri. Molti prigionieri venivano portati nei campi di concentramento jugoslavi. Secondo recenti studi, il numero delle vittime viene compreso tra i 5.000 e 10.000. Nel dopoguerra, quindi, per motivi di opportunità politica, la vicenda delle foibe è stata a lungo trascurata.
A riprova di tanta dimenticanza, occorre ricordare il discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel “Giorno del ricordo delle foibe”, 2007: "Va ricordato l'imperdonabile orrore contro l'umanità costituito dalle foibe e va ricordata la "congiura del silenzio", la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell'oblio. Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell'aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali".
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