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La conferenza

Il Pd: «Siamo e restiamo all'opposizione»

«Melucci ha stravolto il programma elettorale. Ora solo trasformismo e mercanteggiamenti»

La conferenza del Pd

La conferenza del Pd

Il messaggio politico che il Pd ha voluto lanciare è stato chiaro: non ci sono doppiezze di comportamento, non ci sono ammiccamenti sottobanco, non ci sono due partiti in un uno: «Siamo e restiamo all’opposizione dell’amministrazione Melucci». E per rendere plasticamente visibile questa linea era schierato pressoché tutto lo stato maggiore del partito nella conferenza che si è tenuta al Centro della Fotografia: l’onorevole Ubaldo Pagano, il segretario regionale Domenico De Santis, il segretario provinciale Anna Filippetti, il segretario cittadino Giuseppe Tursi, la vice presidente regionale Francesca Viggiano, il capogruppo in consiglio comunale Luca Contrario, i consiglieri del presidente della Regione, Mattia Giorno e Cosimo Borraccino, il consigliere comunale Lucio Lonoce.

Obiettivo, come detto: ribadire la compattezza del partito nella linea di opposizione a Melucci.

Ad aprire il fuoco incrociato sul sindaco, eletto in una coalizione a guida Pd, è stata l’ex assessore Francesca Viggiano: «Non rinnego nulla della prima consigliatura, ma nella seconda consigliatura non abbiamo riconosciuto nulla del progetto che avevamo costruito e che portava la città a sperare in un miglioramento complessivo. Oggi Taranto è una città morta: non c’è Pil, non ci sono i consumi. Il nostro era in progetto di crescita, oggi invece siamo nel pieno di una decrescita infelice. Meglio per tutti che questa amministrazione si faccia da parte». Un concetto ribadito da Anna Filippetti: «Il futuro si costruisce partendo da una piattaforma programmatica che noi avevamo elaborato e altri hanno smantellato».

Ha rincarato la dose Contrario: «A inquinare i pozzi è questa amministrazione, chiusa nelle sue stanze». La notizia è che c’è la volontà di ricorrere al Tar per il mancato rispetto dei termini previsti per la consultazione dei documenti sul bilancio di previsione: «Non siamo stati messi nelle condizioni di analizzare i dati sul bilancio e sul Documento unico di programmazione». Il capogruppo del Pd ha elencato una serie di questioni che hanno caratterizzato questo anno di amministrazione: dalla revoca del presidente del consiglio Bitetti con successiva elezione di Abbate alle modalità della raccolta differenziata («Evitare soluzioni spot e pensare ad una rimodulazione del contratto di servizio») fino alla spinosa questione degli asili nido («Abbiamo scoperto della privatizzazione per caso, in commissione»).

Borraccino ha ampliato lo sguardo sulla ex discarica Vergine: «Si trova nell’isola amministrativa di Taranto e Melucci ne risponde come sindaco e, per competenza, come presidente della Provincia. Prendiamo atto che Costanzo Carrieri (“Io c’entro”, movimento dell’area Melucci, ndr) si è espresso contro la discarica, ma dal sindaco e dal presidente della Provincia non è arrivata alcuna parola».

Mattia Giorno ha ribadito la distanza tra il programma elettorale col quale Melucci è stato eletto e gli attuali orientamenti dell’amministrazione comunale: «Non era prevista alcuna privatizzazione degli asili nido. Qui invece è stata svilita la professionalità degli educatori. In Italia non ci sono amministrazioni di centrosinistra che privatizzano gli asili. Se ci fosse stato un approccio costruttivo da parte dell’amministrazione, si poteva cercare un dialogo sugli asili nido, magari sulla privatizzazione di uno o due, rispetto alle esigenze di bilancio. Invece se si cerca i dare un contributo costruttivo in consiglio comunale partono gli insulti. Il voto contrario alla privatizzazione della consigliera Mignolo è indice del fatto che non tutta la maggioranza è d’accordo su quel provvedimento. Sulla vicenda degli asili c’è un intreccio molto più complicato».

«Più in generale – ha detto ancora Giorno - la città vive nel caos politico-amministrativo per assenza di strategia, di un progetto di città, per l’incapacità di gestire un ente come il Comune. La vicenda del Taranto Calcio è lo specchio della Taranto di oggi, è la cifra della decadenza politica della città». Poi l’allarme sulla stazione di raccolta pneumatica dei rifiuti: «Se non parte entro marzo, rischiamo la revoca di nove milioni di euro di fondi regionali». Infine, Palazzo Troilo che sta per essere ultimato. Tramontata l’ipotesi della Biennale del Mediterraneo, Giorno ha avanzato l’idea di farne parte di un campus universitario diffuso».

A sottolineare ancora come il Pd sia all’opposizione è stato il segretario regionale De Santis: «Siamo all’opposizione e lo saremo fino alla fine di questa amministrazione, ma ci consideriamo momentaneamente all’opposizione perché vogliamo vincere le elezioni. L’ultimo anno vissuto dal Pd con Melucci è stato caratterizzato da scontro politici che poi sono sfociati, da parte di Melucci, in un trasformismo che si è strutturato. Il nostro progetto era invece fuori dalle logiche di potere di questa città, per questo abbiamo scelto di lasciare postazioni di governo e salvare la nostra dignità politica. A Taranto il consiglio comunale è svilito dal mercanteggiamento per mantenere i numeri. Noi però rigettiamo tutte le avances che arrivano».

All’onorevole Ubaldo Pagano il compito di marcare i rapporti con chi ha scelto di stare dalla parte di Melucci: «Non c’è alcuna possibilità di avere un ruolo fra noi per chi attacca il nostro partito. Nessuno di questi “personaggetti” avrà la possibilità di candidarsi nel Pd alle regionali. Candidature in altre liste? Ne dovranno parlare con il candidato presidente e con il principale partner della coalizione, che è il Pd». Quanto alla ipotesi di far cadere anzitempo l’amministrazione comunale, Pagano è stato chiaro: «La nostra ambizione non è far cadere Melucci, ma creare una alternativa. Non stiamo perdendo il sonno per cercare i numeri per mettere fine a questa amministrazione, non mercanteggiamo con i consiglieri».

Infine, la vicenda Ilva: «Ormai è un bubbone. La produzione di acciaio non può essere lasciata a logiche di mercato, nel nuovo assetto non può non esserci lo Stato a fare da garante». I dubbi sul futuro: «Per l’impianto del preridotto servono 1,5miliardi e le risorse non ci sono. Riconosco al ministro Urso il coraggio che spesso è mancato alla nostra classe politica. Ora però il ministro è in un vicolo cieco e se si dovesse tornare al ciclo integrato noi faremo le barricate».

 

 

 

 

 

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