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La vertenza
30 Dicembre 2024 - 17:30
Privatizzazione degli asili nido, il caso
«Il sindaco Melucci non denigri le lavoratrici e il sindacato che le rappresenta»
La Cisl Taranto Brindisi con il segretario generale Gianfranco Solazzo insieme alla Cisl Fp territoriale, con il segretario generale Massimo Ferri ed il segretario aziendale del Comune di Taranto Fabio Ligonzo, portavoci delle lavoratrici e dei lavoratori che «ogni giorno svolgono il proprio dovere con serietà e dedizione, rivolgono particolare attenzione alle donne che operano nel settore educativo e scolastico del nostro Comune. A seguito delle recenti dichiarazioni del sindaco Melucci, che ha definito l’impegno e la protesta delle educatrici un semplice “baccano” e ha denigrato le lavoratrici aderenti al nostro sindacato, riteniamo necessario rispondere con fermezza. Le donne sono soggetti di diritto e lavoro, non “oggetti” da ignorare o denigrare.
Le educatrici rappresentano una componente fondamentale per la crescita delle nuove generazioni e per il buon funzionamento di scuole, asili e servizi educativi. Ridurre il loro lavoro a un “baccano” è un atto grave che sminuisce la dignità e l’importanza del loro impegno quotidiano. Il lavoro delle donne non va denigrato bensì va valorizzato. Le affermazioni del sindaco secondo cui un gruppo di lavoratrici, iscritte a un determinato sindacato, non vorrebbe “lavorare come tutti gli altri dipendenti” sono infondate e discriminanti. Ogni lavoratrice ha il diritto di lottare per migliori condizioni lavorative senza essere etichettata come “dissidente”. Rivendicare giuste retribuzioni, sicurezza e rispetto è una questione di giustizia, non di genere. In merito alla “gestione mista” degli asili, è importante chiarire che le circa 20 unità delle cooperative che affiancano le educatrici comunali non sono un surplus ma una necessità per rispettare la legge re-gionale sul rapporto educatore-bambino. Questo supporto è essenziale per garantire qualità e continuità al servizio educativo e non può essere usato per svilire il ruolo delle educatrici comunali, che rimangono il cuore del sistema educativo.Rispettare le educatrici significa rispettare la comunità. Queste donne, che si dedicano alla cura e allo sviluppo dei bambini, rappresentano un patrimonio di valori per la società. Le loro rivendicazioni non possono essere liquidate come “baccano”, ma devono essere ascoltate come un grido legittimo per il riconoscimento dei diritti. Un’amministrazione pubblica deve gestire il personale con equità, trasparenza e rispetto. Attaccare un gruppo di lavoratrici, per motivi sindacali o di altra natura, è inaccettabile e richiede risposte ferme. La dignità e i diritti delle educatrici, al pari di tutti i dipendenti comunali, devono essere garantiti. Come sindacato, ribadiamo il nostro impegno a difendere le educatrici e tutte le lavoratrici oggetto di denigrazione. Non tollereremo più dichiarazioni offensive che riducono la lotta per i diritti a semplici “disturbi”.
Rivendichiamo: Il pieno riconoscimento del valore del lavoro delle educatrici. Il rispetto dei diritti sindacali di tutte le lavoratrici e i lavoratori. Una gestione equa e rispettosa dei dipendenti pubblici. La fine delle dichiarazioni denigratorie che dividono la comunità. Chiediamo al Sindaco Melucci di ritirare le sue affermazioni e di impegnarsi in un dialogo costruttivo con le educatrici e tutte le lavoratrici del Comune, per garantire il giusto rispetto e l’attenzione dovuta a chi contribuisce ogni giorno al benessere della nostra città».
Si è svolta sabato scorso, sotto Palazzo di Città, la mobilitazione annunciata nei giorni scorsi dalle sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl per protestare contro la decisione dell’amministrazione comunale di Taranto di esternalizzare i servizi educativi dei nove asili nido comunali. La manifestazione ha visto anche la partecipazione delle confederazioni territoriali delle tre organizzazioni, a dimostrazione di un fronte comune contro una scelta ritenuta dannosa per i lavoratori, le famiglie e l’intera comunità tarantina.
La delibera 444 del 12 dicembre scorso, che sancisce l’esternalizzazione del servizio, è definita dalla Uil «una decisione miope e priva di visione». «Riteniamo che i 1,6 milioni di euro investiti ogni anno per mantenere il servizio non siano un costo da ridurre, ma un investimento strategico nella qualità educativa e sociale della città».
«Questa amministrazione sta scegliendo di andare controcorrente rispetto a molte altre realtà italiane, dove si sta lavorando con lungimiranza per riportare i servizi educativi sotto la gestione pubblica - ha dichiarato Stefano Frontini, segretario organizzativo della Uil Puglia - A Taranto, invece, si smantella un modello di eccellenza, mortificando anni di lavoro e professionalità altamente qualificate. E anche se si è detto che nessuno perderà il proprio stipendio, non è ancora chiaro dove saranno ricollocati questi lavoratori e a quali condizioni, creando incertezza e insicurezza».
«Alla protesta ha fatto eco il Consiglio Comunale riunitosi nel pomeriggio, durante il quale la discussione si è accesa al punto da trasformarsi in uno scontro vero e proprio. I toni si sono alzati fino ad arrivare a un livello non degno delle istituzioni democratiche della città».
«Non riteniamo concepibile - ha commentato Frontini - che il confronto trascenda in episodi che non devono avere cittadinanza nell’assise comunale, dando spazio a offese personali che poco attengono con l’oggetto della discussione. Sarebbe opportuno che sindaco, presidente, Giunta e Consiglieri riflettano seriamente sulla responsabilità che sono chiamati a ricoprire in quanto istituzioni della città di Taranto».
Anche Giovanni Maldarizzi, segretario generale della Uil Fpl Taranto, ha espresso forti critiche verso la scelta dell’amministrazione. «Parliamo di un servizio pubblico che rappresenta un fiore all’occhiello per la città, costruito negli anni grazie a educatrici altamente preparate e a un sistema che garantiva continuità educativa. Ora, con un atto privo di qualsiasi confronto con le parti sociali, si decide di smantellare tutto. È paradossale che la stessa amministrazione, che in passato ha investito sull’assunzione di personale qualificato per rafforzare il servizio, ora scelga di cancellare quanto costruito, senza una visione chiara per il futuro».
Uil Taranto e Uil Fpl Taranto denunciano con forza anche la mancanza di dialogo da parte dell’amministrazione comunale su un tema così importante per il futuro della città. «Non siamo stati interpellati, né coinvolti in alcun tipo di discussione - hanno continuato Frontini e Maldarizzi - Questa scelta rappresenta non solo un danno per lavoratori e famiglie, ma anche un passo indietro per Taranto. Continueremo a lottare per garantire diritti e qualità nei servizi pubblici».
«La manifestazione di sabato ha lanciato un messaggio chiaro all’amministrazione: i diritti non si svendono e il futuro della città passa necessariamente da una rete di servizi pubblici solidi e inclusivi».
«Non accetteremo passivamente decisioni che danneggiano la comunità - ha concluso Frontini - Taranto merita scelte coraggiose, basate su investimenti nel bene comune, e non una politica che smantella ciò che di buono è stato costruito negli anni».
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