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Il Siderurgico
28 Febbraio 2024 - 17:17
Un momento dell'incontro in Prefettura
Il mondo politico tarantino fa il punto dopo la visita di ieri del ministro Adolfo Urso. «Sono profondamente soddisfatto per l’esito della visita del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a Taranto e per il ritrovato clima costruttivo e di collaborazione tra tutti gli attori istituzionali e sociali in campo. L’obiettivo annunciato dal ministro Urso, a nome dell’intero Governo Meloni, è appunto quello di far diventare il sito ionico il più sostenibile d’Europa. Una sfida che si sposa con le aspettative della città, dei lavoratori e delle imprese che ogni giorno lavorano all’interno dello stabilimento nell’ottica di coniugare le esigenze della produzione con quelle del rispetto dell’ambiente e della tutela della salute. Non mancherà al neo commissario straordinario, Giancarlo Quaranta, persona di spessore, esperienza e di alta competenza, alle imprese e a tutte le parti sociali, il nostro sostegno in questa delicata opera di messa in sicurezza, ripresa e rilancio dell’attività produttiva dello stabilimento». Così in una nota l’onorevole Giovanni Maiorano di Fratelli d’Italia, componente della commissione Difesa della Camera dei Deputati e membro della commissione parlamentare Antimafia.
I consiglieri regionali di Taranto Massimiliano Di Cuia (Forza Italia), Renato Perrini (Fratelli d’Italia), Antonio Scalera (La Puglia Domani) evidenziano «la determinazione e la serietà della visione del governo per il futuro di Taranto. La tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza dello stabilimento e il rilancio dell’industria: sono queste le priorità tracciate dal ministro che ha posto l’accento sulla centralità di Taranto per l’Italia e l’Europa».
Dal centrosinistra, per il consigliere regionale del Pd Enzo Di Gregorio «sono numerose le domande che si rincorrono dopo l’incontro con il ministro Urso, «positivo aver ripreso il dialogo, ma il percorso resta in salita e carico di incertezze che riguardano soprattutto la questione ambientale e sanitaria, il futuro dei lavoratori e delle imprese dell’indotto. Insomma le incognite restano tutte in piedi ed occorrerà molto di più della buona volontà del ministro Urso per risolverle. Ogni volta che un ministro arriva a Taranto per affrontare la questione siderurgica, sembra che si debba ricominciare tutto daccapo. Credo fermamente, invece, che per Taranto partendo dall’emergenza ex Ilva, occorra rimettere in campo con urgenza una strategia complessiva di riconversione economica e sociale, di risanamento ambientale, di superamento dell’emergenza sanitaria, di diversificazione delle attività produttive. La vicenda siderurgica per quanto drammatica, è solo un tassello di un mosaico più ampio che riguarda il territorio ionico nel suo complesso. Una vertenza che ha una genesi di natura sanitaria: gli studi Sentieri, la drammatica situazione epidemiologica in età adulta e infantile legata all’incidenza di neoplasie ed altre gravi malattie correlate all’inquinamento. Negli anni scorsi erano stati immaginati e realizzati strumenti specifici per superare le emergenze e programmare le nuove attività penso, ad esempio, al CIS (Contratto istituzionale di sviluppo) e al Tavolo per Taranto. Sul versante ambientale erano state stanziate risorse per le bonifiche dell’area di crisi che comprende anche Statte, Massafra, Crispiano e Montemesola. Ora tutti questi strumenti, cui corrispondevano impegni e dotazioni finanziare, sembrano essere svaniti nel nulla».
«E' stato importante il confronto con il ministro Urso, perché è stato lui stesso a ribadire l’importanza di un lavoro comune per poter venir fuori da questa situazione» dice il capogruppo del M5S in Regione, Marco Galante. «Il Ministro ci ha detto che entro il 2028 ci sarà la decarbonizzazione, ma fino ad allora bisogna mettere in campo politiche per garantire tutele ambientali e sanitarie. In consiglio regionale ci occuperemo di questo» ha aggiunto l’esponente pentastellato.
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