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Il ministro in città

Urso: "Così rilanceremo Taranto". Il video

Il vertice in Prefettura dopo la visita all'ex Ilva

Urso in Prefettura

Il ministro Urso in Prefettura

L'ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia, non chiuderà. Anzi, lo stabilimento siderurgico verrà rilanciato, e reso più sicuro anche dal punto di vista ambientale, a beneficio della città che anche in questo modo potrà liberare il proprio potenziale sotto altri aspetti, a partire da quello relativo ad un'altra industria: quella del turismo. Si possono riassumere così le parole del ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, nella sua lunga mattinata tarantina. Bisognerà trasformare però il piano, ambiziosissimo, del ministro in realtà in una città provata da una crisi pesante, e che già molte volte ha sentito discorsi simili. Urso, da parte sua, è parso sicuro che ci sia già una base di partenza.

L'alba del ministro

Erano le 6.15 quando il titolare del Mimit si è presentato alle portinerie del Siderurgico per parlare con i lavoratori che entravano in fabbrica, quindi ha incontrato i delegati ed i vertici sindacali in una affollata assemblea. "Non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare a questo sito siderurgico, ma abbiamo l'assoluta volontà di rilanciarlo in sicurezza ambientale" ha detto. "Ho visitato i capannoni, che sono i più all'avanguardia in Europa, per tutelare, come è giusto che sia, chi vive nell'azienda e chi vive ai margini dell'azienda e mi riferisco al quartiere Tamburi e ai cittadini di Taranto che devono essere in condizione di poter vivere al meglio per fare della loro città, e puo' diventarlo, un sito turistico importante in Puglia".
Il rilancio dell'ex Ilva, però, passa dal secondo commissariamento nel giro di un decennio: "Metteremo in condizioni il commissario Giancarlo Quaranta di avere da subito con l'amministrazione straordinaria quelle risorse finanziarie che servono alla manutenzione degli impianti che vanno fatte. La sicurezza ambientale per noi è fondamentale e con essa, la
sicurezza del lavoro". Con Urso, nel confronto con i sindacati, oltre a Quaranta anche il commissario di Ilva, Alessandro Danovi. "Il Governo ha deciso di commissariare l'azienda con l'amministrazione straordinaria e nel farlo ha scelto una
persona che voi conoscete bene da qualche decennio, perchè credo che sia nato qui e quindi conosce perfettamente tutta la
vita straordinaria di questo che è stato a lungo, il più grande, importante e significativo impianto siderurgico d'Europa", ha detto il ministro riferendosi a Quaranta. L'Italia è in debito con Taranto: "Se esiste l'industria italiana, se esiste un'industria dell'automotive, degli elettrodomestici e della cantieristica, lo è perche' a monte vi è stata un'industria siderurgica come Taranto che ha fornito gli strumenti perchè crescesse l'industria italiana", ha rilevato Urso.

Il nodo indotto a Palazzo del Governo

Seguendo il programma previsto, Urso si è quindi trasferito in Prefettura per una serie di incontri, compreso quello con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ed il sindaco Rinaldo Melucci. Soprattutto, il Ministro delle Imprese ha ascoltato le ragioni delle aziende dell'indotto, che più di tutte stanno patendo la crisi del Siderurgico. "Il mondo delle imprese e le istituzioni locali hanno evidenziato le necessità legate ai crediti ed agli ammortizzatori sociali" ha dichiarato al termine del vertice a Palazzo del Governo il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D'Alò.
Il sindaco Melucci ha "salutato con favore" quello che definisce "un percorso nel quale armonizzare al meglio gli obiettivi della comunità e del mercato, sempre nel perimetro di quanto indicato dalle vigenti sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo e dalla nostra Carta costituzionale, come di recente riformata in relazione proprio alle vicende ambientali e industriali più rilevanti del Paese. Ci aspettiamo che, nel mentre si metta ordine nella fabbrica e nella produzione, la struttura commissariale favorisca con il Governo senza indugio il consolidamento di un Tavolo Taranto, nel quale affrontare un piano industriale e misure per la città che non possano prescindere dell'orizzonte ultimo del fermo delle fonti inquinanti, magari attraverso l'ottimale impiego dei fondi per la transizione giusta europea, destinati proprio alla decarbonizzazione del sistema economico ionico, in coerenza con la previsione europea di giungere all'acciaio verde in un arco di tempo accettabile. Siamo, perciò, pronti da subito a confermare ai partner istituzionali tutto l'apporto tecnico-amministrativo, e finanche la risoluzione delle controversie giudiziarie, in funzione della redazione dell'Accordo di programma sull'ex Ilva, ai sensi del Codice dell'Ambiente. Siamo convinti che l'investimento sulla salute e la città può rappresentare la decisiva leva di rilancio per l'opificio tarantino e l'intero sistema industriale nazionale".
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