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Emiliano rilancia: "Ecco i soldi della Regione per l'indotto"

Dopo la visita a Taranto del ministro Urso. "C'è un miliardo di euro"

Michele Emiliano e Adolfo Urso

Michele Emiliano e Adolfo Urso

Michele Emiliano non molla. Il governatore pugliese, durante e dopo l'incontro con il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso che ieri ha vissuto una lunga e intensa mattinata tarantina, ha rilanciato la sua proposta: la Regione Puglia è pronta ad acquistare i crediti delle imprese dell'indotto ex Ilva, dando una boccata d'ossigeno ad aziende oggi in enorme difficiltà. Emiliano ha voluto ribadire la sua proposta anche sul social network X, l'ex Twitter.

“La Regione Puglia – ha dichiarato presidente Emiliano – ha composto un gruppo di lavoro a sostegno delle misure studiate dal Governo. In particolare, come anticipato nelle scorse settimane, abbiamo messo a disposizione l'avanzo di amministrazione della Regione Puglia, che ammonta a diverse decine di milioni di euro, per acquistare i crediti delle aziende dell'indotto che rischiano di rimanere con un pugno di mosche in mano a causa dell'amministrazione straordinaria. L’amministrazione straordinaria, infatti, è una procedura con par condicio creditorum e rappresenta pur sempre un fallimento: ricordiamocelo. Quindi, ArcelorMittal ha portato questa fabbrica a non avere continuità aziendale per l’ennesima volta, richiedendo l’intervento del Governo. Adesso stiamo lavorando tutti insieme in un clima positivo, fino a prova contraria, per uscirne nella maniera migliore".

"I miei rapporti personali con il ministro Urso sono buoni e non abbiamo alternative alla collaborazione" ha aggiunto. "Ce la metteremo tutta e manterremo il cuore aperto. Mi auguro quindi che non accada quello che è accaduto con Governi precedenti, quando, dopo una grande apertura d’animo, mi sono trovato a non avere più fiducia nel modo in cui affrontavano questa vicenda”. 

Emiliano ieri all'esterno della Prefettura di Taranto

Lo scorso 12 febbraio, in un incontro con gli imprenditori riuniti nell'associazione Aigi, Emiliano aveva già ribadito che "la Regione si è resa disponibile a fare da spalla al Governo utilizzando l'avanzo vincolato di amministrazione che, grazie alla buona gestione a una importante solidità patrimoniale, ammonta a più di un miliardo di euro. Una somma che la Regione mette a disposizione del Governo nazionale se dovesse servire. L'eventuale fallimento delle 68 aziende dell'indotto, oltre a far perdere il lavoro a 2400 persone, provocherebbe il blocco delle attività produttive perché mancherebbero tutte le forniture, le manutenzioni, la vigilanza e tutto ciò che serve a far funzionare una fabbrica che non viene gestita con personale interno. Senza pensare ai soldi della cassa integrazione, che lo Stato comunque dovrebbe pagare, e a tutte le imposte e i crediti che queste aziende dell'indotto a loro volta scaricherebbero sui loro fornitori. Un disastro economico oltre che un dramma occupazionale. Ecco perché secondo me è utile pagare subito queste aziende, evitare il loro fallimento e limitare i danni di questa situazione". 

L'opposizione in Consiglio regionale ha stigmatizzato nei giorni scorsi l'idea di Emiliano, tacciandola sostanzialmente di populismo e mettendone in dubbio l'effettiva possibilità di realizzazione. In particolare il gruppo di Fratelli d'Italia ha bollato l'iniziativa del presidente come "una operazione di marketing politico-elettorale" e "pura propaganda". Ma anche nel confronto con Urso, e sui social, il governatore ha rilanciato.

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