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La vertenza

Leonardo Grottaglie, dall'isolamento competitivo a quello forzato

L'intervento dell'ex sindaco Raffaele Bagnardi

Lo stabilimento Leonardo di Grottaglie

Lo stabilimento Leonardo di Grottaglie

di Raffaele Bagnardi*

Sembra che ci sia un invisibile “filo rosso” che segna la storia e la cronaca dello Stabilimento “Leonardo” di Grottaglie, gemellato alla grande industria aeronautica d’oltre oceano e legato, così come è, alle alterne vicende di questa.

Durante il primo lustro degli anni 2000, in piena crisi dell’ “Alitalia” e del suo sito locale di “Atitech”, l’allora “Alenia”(Finmeccanica) scelse di localizzare a Grottaglie la produzione di due barili della fusoliera di un nuovissimo e avanzatissimo velivolo della Boeing, implementando la tecnologia “one piece barrel” con la “fibra di carbonio”. 

Nella fase di sviluppo, il velivolo, considerato un “super efficient”, fu identificato, prima, con la sigla provvisoria B7e7 e, dopo, al “roll out”, assunse la denominazione definitiva di B787 “Dreamliner”.

Ebbene, da quel momento (secondo lustro 2000), il sito industriale di Grottaglie, tenuto dalla società “Alenia Composite”, entrò in una sorta di “isolamento competitivo”, che ne protesse l’attività specifica e il peculiare rapporto con la Boeing nonché posizionò lo Stabilimento pugliese nella élite tecnologica di settore. 

Quello fu un periodo magico. E durò dallo “start up” aziendale fino a quasi tutto il 2019. Fu subito evidente il rapporto diretto ed esclusivo con la Boeing, sia pure in monocommittenza e monocommessa, ma quel nuovo velivolo “wide body”, molto promettente sul mercato globale e di stimato successo commerciale, fece trascurare in quel momento ogni preoccupazione di prospettiva.

Raffaele Bagnardi

Purtroppo, nel comunicato sindacale dell’8 maggio 2024, in occasione dell’Osservatorio Strategico della “Leonardo”, tra l’altro e non a sorpresa, leggo che, “stanno assumendo particolari criticità le difficoltà di consegna dei prodotti già finiti nella Divisione Aerostrutture, con ricadute complesse sullo Stabilimento di Grottaglie, che rendono meno positivi i risultati economici e che impongono riflessioni importanti” per il futuro.

Siamo quindi alla triste realtà di oggi. La Boeing è in crisi. L’ “Alenia Composite” non esiste più. Il B787 è adesso un progetto in verifica e rallentamento, per motivi di vario genere ben descritti dalla stampa nazionale e internazionale. La “Leonardo” ottiene grandi risultati, tranne che nella Divisione “Aerostrutture”. Lo Stabilimento di Grottaglie segna il passo e tuttavia viene ancora tenuto nel suo originario isolamento, però questa volta “forzato” e non più “competitivo”. Sicché sembra che i destini della Boeing rimangano comunque inseparabili dai destini dell’opificio grottagliese.

Delle volte le grandi strategie di Holding sono difficili da capire. Eppure potrebbero essere spiegate. Quel che invece risulta inconcepibile è la nostrana indifferenza istituzionale e partitica, che ha lasciato i Sindacati in solitudine a difendere le posizioni aziendali interne e piuttosto ha svuotato la possibile e doverosa azione esterna della politica di territorio, negando pure il respiro della pianificazione di area vasta rivolta alle scelte determinanti di progresso e sviluppo.

E non ci sarebbe voluto molto acché le istituzioni e i partiti chiedessero conto, sul cosiddetto “corrispettivo sociale”, a chi ha usufruito delle provvidenze di un “Accordo di Programma Regionale” (e altro), formulando almeno tre domande fondamentali al “Tavolo del pubblico confronto”: quale occupazione diretta? Quale indotto d’impresa e lavoro? Quale stabilità per i giovani e le loro nuove famiglie?

Intanto io mi unisco all’appello dei Sindacati: “crediamo sia giunto il momento delle soluzioni strutturali, per non essere in balia di scelte fatte da altri soggetti industriali, che con la loro politica possano mettere a repentaglio la tenuta economica e produttiva della Divisione e di conseguenza del Gruppo Leonardo”.

*ex Sindaco di Grottaglie

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