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L'intervento

Primo Maggio con gli occhi puntati su Ex Ilva e Leonardo

«Le due vicende, contestuali, rimangono parallele nei loro percorsi»

Lo stabilimento Leonardo di Grottaglie

Lo stabilimento Leonardo di Grottaglie

Sono certo che, a Taranto, il “1°Maggio” (Festa internazionale dei Lavoratori), la Vertenza simbolo sarà quella dell’ “ex Ilva”. Parimenti auspico che, a Grottaglie, fuori dalla consumata retorica d’occasione, possa diventare emblematica l’attuale Vertenza della “Leonardo”, con i suoi contenuti reali e ormai stringenti. Le due vicende, se pure contestuali, rimangono parallele nei loro percorsi. L’ “ex Ilva” di Taranto si pone su una dirittura che viene da un passato di molti decenni; resiste a un presente assai controverso; si proietta verso un futuro difficile da scoprire e da gestire.

La Vertenza “Leonardo” di Grottaglie è invece legata a uno Stabilimento che non ha ancora compiuto il suo primo ciclo industriale ed è una scommessa di progresso e sviluppo fatta dall’intero territorio, con traguardi di lunga prospettiva. Di certo, è anche l’unico grande investimento economico in cui il rapporto lavoro/salute è favorevole. E, poi, dal punto di vista sociale, ha finalmente ridato speranza ai nostri giovani laureati e diplomati (tra loro, molte donne) e ha permesso a tanti, in controtendenza demografica, di metter su famiglia e fare figli, senza essere costretti a emigrare.

In queste ultime settimane, sul caso dell’opificio locale della “Leonardo”, la cronaca ha raccontato tantissimo: i guai che vengono dagli Stati Uniti; la congestione delle consegne; la perdita dell’indotto; il personale tenuto in trasferta; le manifestazioni sindacali. Tanto che la situazione ha preso una china di evoluzione frenetica e convulsa, mostrando spesso un intreccio assai opinabile di notizie e di congetture. Eppure, adesso, con ogni urgenza possibile, questa Vertenza avrebbe proprio bisogno di chiarezza d’intenti e di pronte decisioni, da concertare in un doveroso e non più rimandabile incontro istituzionale tra la stessa Holding “Leonardo” e i due Comuni di insediamento, Grottaglie e Monteiasi, come sottoscrittori dell’Accordo di Programma Regionale del 2005.

In tal senso, c’è già un precedente significativo. Pochi giorni fa, il 19 aprile, in Commissione “Attività Produttive” del Consiglio Comunale di Taranto, con mandato del Presidente della “Leonardo”, Stefano Pontecorvo, è intervenuta la Responsabile delle Relazioni Industriali, Laura Pampuro, per discutere appunto dei destini di 150 dipendenti della “Divisione Elettronica per la Difesa”, con sede di lavoro nel Quartiere “Paolo VI”. Ebbene, tale incontro potrebbe essere subito replicato a Grottaglie, per esplicita richiesta del Comune (Organi Consigliari compresi), tenendo presente che qui i destini da discutere, tra dipendenti diretti e lavoratori indiretti, riguardano almeno 1.500 unità, 10 volte in più. E non ne faccio solo una questione di quantità! A questo punto, al Tavolo Istituzionale, andrebbero posti e affrontati, in modo trasparente, tre semplici ma strategici interrogativi. Ossia. Fino a quando lo Stabilimento di Grottaglie avrà convenienza a rimanere in monocommittenza e monocommessa?

In caso di peggioramento degli scenari di crisi per il B787 a tecnologia”one piece barrel”, a Grottaglie, quanti sono gli impianti subito convertibili ad altre produzioni? Con gli investimenti alternativi, previsti per lo Stabilimento di Grottaglie, quanta manodopera può essere saturata nel breve termine, rispetto alla platea storica del 2019? Tuttavia, qualora non si ritenesse utile il Tavolo Istituzionale e neanche si ritenessero validi gli approfondimenti suggeriti, il pericolo sarebbe di segnare una triste separazione tra le scelte politiche e l’impegno del Sindacato. Il 7 maggio, comunque, i vertici dei Metalmeccanici incontreranno a Roma l’Amministratore Delegato della “Leonardo”, Roberto Cingolani. E, riguardo al Piano industriale del Gruppo per il periodo 2024/28, saranno decise le sorti dei vari siti italiani. Da quaggiù, con i Sindacati saremo attenti a cogliere gli esiti di questo determinante passaggio.

Raffaele Bagnardi

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