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Il caso

Commissioni a luci rosse: è scontro

Divampano le polemiche dopo il siparietto hot. Annunciate querele

l'aula del consiglio comunale di Taranto

l'aula del consiglio comunale di Taranto

Il siparietto a luci rosse che si è verificato nel corso di una riunione della commissione attività produttive del Comune di Taranto è assurto agli onori della cronaca nazionale. Ma sulla vicenda si apre anche una questione politica.  Il consigliere comunale e regionale Vincenzo Di Gregorio (Pd) afferma sul suo profilo facebook: «Se quanto descritto è  accaduto  veramente  sarebbe una cosa indegna e il consigliere coinvolto dovrebbe rassegnare le dimissioni perché  lui stesso indegno di rappresentare le istituzioni. A questo punto si apra una riflessione sull’uso  delle commissioni  effettuate da remoto».

La vicenda, lo ricordiamo, riguarda un consigliere collegato da remoto che avrebbe lasciato il microfono aperto durante i lavori della commissione. E dal microfono galeotto si sono propagati, a detta dei presenti, suoni e parole inequivocabili.

«Se i fatti che sono circolati in queste ore sulla vicenda a luci rosse durante i lavori di una commissione consiliare, per la seconda volta, dovessero risultare veri, sarebbe necessario aprire un dibattito sulla serietà politica di chi in commissione va solo per incassare il gettone di presenza», incalza l’ex assessore Mattia Giorno (Pd).

«Ci aspettiamo, intanto - afferma Giorno - una netta presa di posizione della maggioranza e della amministrazione contro questi fatti e a difesa del lavoro istituzionale, magari con l’allontanamento dalle fila della maggioranza del consigliere coinvolto. E per tornare alla politica sarebbe opportuno che si discutesse della possibilità di riportare le commissioni in presenza, superando l’agevolazione arrivata durante il Covid e ora non più necessaria. A tal proposito il Segretario generale del comune vigili e apra una verifica interna sul rispetto del regolamento che già prevede l’obbligo di videocamera accesa o saremo costretti a chiedere alle autorità competenti di avviare una indagine in tal senso a difesa delle istituzioni, della democrazia e della dignità umana».

Il gossip che si è scatenato in città sulla caccia al protagonista di questa imbarazzante vicenda si è consunato anche sui social. E qui la vicenda, come detto, rischia di prendere una piega che va al di là della politica. Perché un consigliere comunale che si è sentito indiziato dalle voci che sono circolate ha annunciato querele per «diffamazione a mezzo social». Anzi, secondo quanto postato, egli stesso per sgombrare il campo da ogni ombra avrebbe già chiesto di ripristinare le riunioni in presenza, evitando quindi di proseguire con la consuetudine dei collegamenti da remoto attivati per esigenze di sicurezza sanitaria nel periodo della pandemia.

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