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Il caso

Giochi 2026 e "Iacovone", ecco i nodi da sciogliere

Cosa manca per far partire i cantieri. Oggi la decisione sullo stadio di calcio

Lo stadio Iacovone

Lo stadio Iacovone

Sono i decreti attuativi l’intoppo per i Giochi del Mediterraneo. Già in grave affanno con i tempi, tanto da richiedere a giugno scorso la nomina del commissario straordinario – legittimata anche dalla recente sentenza della Corte Costituzionale – ora il problema è quello di apporre le firme congiunte del ministro delle finanze Giancarlo Giorgetti e del presidente della Regione, Michele Emiliano. Una doppia firma resa necessaria dalla stessa sentenza con la quale la Corte ha blindato la posizione di Massimo Ferrarese, che da novembre è anche presidente del Comitato Organizzatore. Al momento la doppia firma non c’è, perché non c’è ancora l’intesa tra Governo e Regione. La scappatoia esiste: in assenza di accordo, il governo può procedere autonomamente. Ma intanto il tempo passa e senza decreti non possono essere sbloccati i fondi e non possono essere bandite le gare d’appalto per avviare, finalmente, i lavori. Per dare un’idea di come stanno le cose, allo stato non c’è un euro per il Comitato Organizzatore, sebbene il Governo debba versare circa 30 milioni e la Regione 800mila euro. L’attività del Comitato è quindi ferma a novembre, quando fu insediato con la nuova composizione dopo le dimissioni dei rappresentanti di Coni e Governo che, di fatto, avevano sconfessato l’operato della prima versione del Comitato. Per dirla tutta, oggi non ci sono in cassa nemmeno i soldi per pagare il nuovo direttore generale Carlo Molfetta. E senza decreti attuativi non è possibile pagare neppure i progettisti a vario titolo coinvolti nella progettazione degli impianti, finora realizzata solo grazie alla garanzia di Ferrarese.

Riepilogando: senza decreti, niente gare d’appalto e niente cantieri. E più il tempo scorre, più si allontana la possibilità di costruire gli impianti che dovrebbero rappresentare il fiore all’occhiello dei Giochi: il nuovo “Iacovone”, lo Stadio del Nuoto, il Centro Nautico, il Pala Ricciardi.

Per lo Stadio del Nuoto, il Comune fa sapere che si è appena «conclusa positivamente la Conferenza di Servizi».

«Ottenuti – si fa sapere da Palazzo di Città - i pareri favorevoli per il progetto di fattibilità tecnica ed economica da tutti gli Enti coinvolti: entro la fine del prossimo mese di aprile le società e i professionisti incaricati consegneranno il progetto definitivo da porre, subito dopo, a base della gara lavori per l’appalto integrato, in modo da rendere l’impianto funzionale e fruibile entro la data stabilita dei Giochi del Mediterraneo. L’opera, come già noto, consisterà nella realizzazione di due piscine, una coperta ed una scoperta, delle dimensioni rispettivamente di 50x21 mq. e 50x 25 mq, nell’area limitrofa all’ex compendio storico “Torre D’Ayala” in viale Virgilio: le nuove strutture potranno contare anche sulla sistemazione delle loro aree esterne, per complessivi €.36.900.000,00». Successivamente toccherà al sindaco Rinaldo Melucci sottoscrivere il verbale conclusivo della Conferenza di Servizi finalizzata all’approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica. A breve dovrebbe essere chiusa anche la Conferenza dei Servizi per il Centro Nautico alla Stazione Torpediniere. Ma, come detto, lo sbocco di tutto questo lavoro burocratico preparatorio resta appeso ai decreti attuativi.

Discorso diverso per lo stadio di calcio. Proprio stamattina saranno a Taranto i tecnici di Sport e Salute, la società statale che ha appunto il compito di progettare i lavori per lo “Iacovone” e per il Pala Ricciardi. La stessa società sarà poi la centrale di committenza per gli appalti di queste due opere e dell’impianto del nuoto. Oggi quindi sapremo se sarà possibile far giocare il Taranto sull’erba dello “Iacovone” mentre saranno in corso i lavori di rifacimento dello stadio ed eventualmente se ci saranno costi aggiuntivi da sopportare. Va ricordato che la prima ipotesi progettuale contenuta nel primo masterplan prevedeva lavori per 18 milioni di euro, poi con un progetto più ambizioso si è saliti a 28 milioni ed ora, con uno stadio che diventerebbe un impianto d’avanguardia, si è arrivati a superare i 40 milioni di euro. C’è un “ma”: la copertura degli spalti. Ammesso che si riesca a partire con i lavori tra novembre e dicembre non ci sarebbe modo di costruire la copertura totale in tempo per i Giochi. I lavori potrebbero essere completati successivamente, ma in questo caso servirebbe una soluzione tecnico-legislativa che preveda la possibilità di bandire le gare d’appalto per stralci di lavori da eseguire dopo la manifestazione del 2026. Tutto ciò ha una sua logica: i 275 milioni finora stanziati sono funzionali ai Giochi e quindi ogni opera successiva ad essi avrà bisogno di un supporto legislativo ad hoc. Stesso discorso per lo Stadio del Nuoto, che sarà completato solo parzialmente entro giugno 2026. 

Nel frattempo, il Comune assicura che «a breve ci sarà la consegna del campo di atletica “G. Valente”, per il quale, insieme ai progetti di PalaMazzola, campo “R. Paradiso” di Talsano e Villa Peripato, l’amministrazione ha già bandito le gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e a giorni verrà nominata la commissione giudicatrice per la valutazione delle offerte tecniche-economiche pervenute».

In attesa, infine, sono tutti i piccoli comuni che ospiteranno gare o allenamenti: i progetti sono pronti. All’appello mancano, come detto, i soliti decreti attuativi.

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